Parlando di sport: tennis

Se c’è uno sport dove esiste una pallina gialla e due racchette, questo è il tennis.

L’ho scoperto, così come il basket, durante le famose Olimpiadi di Atene (le prime che ho seguito “bene”) e, nonostante abbia avuto un po’ di incertezze riguardo le regole, sono andato ad intuito e adesso ne so un po’ più di zero… diciamo uno.

A quanto ho capito, si può giocare in tre campi diversi: cemento, erba o terra rossa; il torneo più importante è il Wimbledon e gli atleti italiani raramente vincono qualcosa, anche se nel tennis femminile ultimamente ci stiamo facendo rispettare.

Chissà quanto deve soffrire, la pallina, a fine di tutti i set! Si parla di anche un’ora di gioco, ma se proprio deve andare male il gioco può durare 11 ore. Questo perché l’incontro non finisce se uno dei due contendenti non vince di due game sull’altro, al meglio dei tre set.

Il tennis si gioca con le racchette, e il tutto è sorvegliato non solo dal tizio seduto in alto, ma anche e soprattutto dal cosiddetto “occhio di falco”, che ovviamente non si tratta del tizio degli Avengers, ma di una tecnologia sofisticata  che sancisce senza ombra di dubbio se una pallina è uscita oltre la linea oppure no.

Molti gli atleti che hanno fatto la storia di questo sport, e se qualcuno desidera approfondire c’è il canale tematico sul digitale terrestre che, se non sbaglio, risponde al canale 65 o giù di lì. È ottimo per addormentars… ehm, per assistere a partite emozionanti.

E va bene, lo ammetto: dopo un po’ le partite possono essere noiose, anche se in effetti il tennis è visivamente rilassante, poi non so se giocarlo è pure rilassante, di sicuro viene fuori il famoso “gomito”. Prendiamo comunque ad esempio il caso delle undici ore di gioco e la storia del singolo che ha acquistato il biglietto per vedere questi due contendenti.

Pensava di sbrigarsela in un giorno solo, eh? Povero sciocco, è dovuto andare a Wimbledon tre giorni di fila! Insomma, qualcuno dovrebbe risolvere l’eccessiva lunghezza di una partita di tennis.

“Va beh, metti che a sfidarsi erano Nadal e Federer!”

In effetti, è vero, più aumenta la qualità degli sfidanti, più il gioco si fa interessante. Incontri al cardiopalma o sfide equilibrate eterne? Di sicuro, datemi un paio di pop corn (o anche una granita, data la calura estiva) e seguirò ogni “aaah” e “oooh” del tennis femminile 😀

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