Quando finisce una penna

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Ecco, leggete? Qui c’è scritto il vero senso della vita, dell’universo e di tutto quanto, e anche le risposte per vincere al Lotto. Purtroppo, però, è scritto con inchiostro simpatico.

Visto che sto scrivendo con una tastiera, l’inchiostro è potenzialmente infinito, quindi non sono una delle prime dieci persone che potrebbero raccontare di quando finisce una penna.

Quindi lo farò raccontare al mio alter ego Andrea, ovvero il tizio che vedete ogni giorno in cima a questo stesso sito. Andrea ha scritto molto con la penna, per poi passare alla matita in seguito all’episodio descritto qui di sotto:

“Ero lì con la mia penna a sfera, una notte di settembre. Stavo scrivendo il poema epico che ho sempre desiderato di scrivere, e stava anche riuscendo bene! Quartine, terzine, secondini… tutti assieme appassionatamente in una trama ben intrecciata condita da personaggi immaginari ma realistici.

Insomma una figata coi fiocchi! Pagina dopo pagina, la mia penna volteggiava di qua… e di qua, perché in un poema non consumi tutto il rigo e vai a capo più spesso di quanto non ci sia bisogno.

Ero dunque giunto quasi alla conclusione, e l’eroe protagonista, figlio di un dio e di una mortale, stava per puntare la sua lama forgiata dal fuoco di Efesto sulla gola del suo acerrimo nemico, il quale invece era un demone evocato grazie a un’antica magia fatta da una combriccola di esseri senza scrupoli.

Insomma ero lì, tutto pronto per descrivere il gran finale, quando la penna smise a un tratto di scrivere.

Credetemi! La frase E la spada trafisse/ del nemico la carotide non uscì mai da quella penna, poiché aveva finito l’inchiostro. Provai e riprovai diverse volte, ma ormai la mia ispirazione si infranse e non scrissi mai più il finale di quel poema epico.

E la cosa peggiore è stata che la penna SE LA RIDEVA! L’ho sentita sghignazzare divertita dalla mia frustrazione!”

Come abbiamo appena visto, quindi, le penne finiscono SEMPRE nei momenti meno opportuni. Certo,m qualcuno avrebbe potuto dire “Beh, ma poteva comprarne un’altra e via di nuovo cono la scrittura”, però sapete bene che non è la stessa cosa, scrivere con una penna diversa.

Povero mio alter ego! Le penne ce l’hanno con lui! Ma vediamo la testimonianza invece della penna in questione:

“Insomma, quel poema epico faceva proprio ribrezzo! Era una scopiazzatura forzatissima del romanzo Percy Jackson e neanche erano versi in rima! Inoltre, ci fosse stato un personaggio credibile! Uno solo! Invece erano tutti stereotipati e sempre uguali a loro stessi: nessuna crescita interiore, nessun dubbio sulla moralità, niente di niente.

E poi ovviamente il cliché del duello finale in cui vince il buono e blabla. Insomma mi sono rifiutata di finire il poema, e allora ho deciso di chiamare l’inchiostro simpatico. Quello è venuto subito, dice Ahahaha! In cosa posso essere utile? Devo fare qualche freddura? E allora io gli faccio No, aiutami a  non scrivere! Così lui ha risposto Sai qual è il colmo poer una penna? Non scrivere!Aahahahah! Però si è offerto lo stesso di aiutarmi.

Credetemi, è stata una vera tortura scrivere quelle assurdità!

Povera Penna, ce l’hanno tutti con lei!

E adesso traete le vostre conclusioni!

3 pensieri su “Quando finisce una penna

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