Cominciamo dunque questa settimana natalizia parlando un po’ di ciò che ci sta circondando senza possibilità di fuga.
Parenti che vengono da chissà dove, giocate a carte e soprattutto tanto, tanto cibo.
Banchetti pantagruelici sono stanno susseguendo: abbiamo già sperimentato l’8 dicembre e il 13, ma il prossimo weekend sarà quello decisivo per le sorti di tutti: un “triplete” che niente ha da invidiare a quello compiuto dal Barcellona proprio sei mesi fa.
Si comincia con la Vigilia, poi col Natale, e poi col santo Stefano, condito poi dalla domenica 27.
E LUI è ovunque. Non fa nulla per nascondersi, anzi cerca sempre il primo posto, trovandolo.
Lì, con la sua mollica che nasconde molte insidie antipatiche.
No, non è la zia d’Oltreoceano che viene a romperti le maracas limitandosi a dire “Ma che se fatto grande! E dimmi, la fidanzatina?”, dimenticandosi (ahimé) di sborsare un cinquantone e lasciando invece che io le spari addosso un paio di laser.
No, non è lui. Sto parlando del PANETTONE.
Il panettone è un dolce tipico del Nord Italia, che in sé racchiude la frutta candita e l’uva passa.
È un dolce odiosissimo che, appunto, odio. Non riesco a capirne l’utilità! Voglio dire, ci sono un sacco di altre varianti: c’è il torrone, c’è la cassata, c’è la Petrafennula e ci sono decine di altri dolci.
Ma no, lui deve esserci sempre. Che abbia comprato i diritti del Natale? che ci sia un complotto fra le frutte candite?
Non lo so, non mi va nemmeno di intervistarle per capire. Quello che so è che il Panettone è un vero e proprio incubo, pronto a inondare di canditi l’intero ecosistema natalizio.
Ma a me il panettone piace, i canditi pure…non riesco proprio a capire la sua discriminazione :c
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I canditi sono perfidi u.u
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Non è vero u.u
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