Questo sì che è un corretto uso del tatto! A sinistra, un fantasmino carino colora la scena.
“Aven, sei privo di qualsiasi tatto!”
A parte che “avere tatto” significa un’altra cosa, ma se davvero non avessi tatto non avrei la pelle.
Infatti, tutti noi sappiamo che il tatto ha a che fare con la pelle. Tutta la pelle, non solo le mani.
La pelle ci dice cosa stiamo toccando e con quale quantità. Un esempio pratico può essere quando ci sediamo sul cesso per defecare: Ebbene, quei lembi che entrano a contatto con la ceramica fredda è un tipico esempio di tatto.
Certo, poi i tizi dalle mani giganti danno ceffoni a destra e a sinistra, ma capiteli: a cosa possono servire, altrimenti?
Il tatto si può usare quindi in svariati modi:
- Per toccare
- Per dare ceffoni
- Per sentire la sensibilità degli oggetti sul vostro corpo
- Per passare il dito sulla crema delle torte, e quando vi passerà questo vizio sarà sempre troppo tardi
Soprattutto l’ultimo metodo, è considerato MALE da un comma poco noto della Convenzione di Ginevra, laddove si parla di torte.
Esiste anche un quinto punto dell’elenco, comunque, e riguarda l’uso delle parole da dare a una persona sofferente.
Ma sì, tutto il campionario di frasi default: per qualsiasi cosa ci sono, saremo meglio dei fratelli, la vita va avanti, non ci sono parole, fatti forza, e insomma tutte le menate varie che nessuno pensa veramente.
Insomma, questa è la storia del tatto. Se qualcuno si è sentito toccato, giuro che non l’ho fatto apposta!
Inoltre ricordo che se si parla di tatto, è chiaro che ci si possa sentire toccati: quindi è abbastanza probabile che possiate aver sentito un tocco da una mano fantasma. Ecco, stavo cercando proprio questo effetto…