Questa storia partecipa al VIII contest indetto dal “Circolo di scrittura Creativa – Raynor’s Hall”. Il tema proposto è “Lupo” ed io ho deciso di scrivere una songfic (una storia basata su una canzone) ispirata alla canzone intitolata “Blood” dei Sonata Arctica, rilasciata nell’album del 2014 “Pariah’s Child.
At first, you kidle life
You place it in a man
This man, he has a heart
That’s filled with fire
Finlandia, Inverno.
Gente che corre, grida incontrollate. Là fuori sta succedendo qualcosa di già visto. Lo vedo dalla finestrella e sospiro. Dopo, sento la domanda spaventata di uno dei miei tre figli.
“Sono di nuovo i lupi, vero?”
Già. I lupi. È la terza volta che attaccano questo mese, purtroppo però nessuno ha ancora trovato il modo di arginarli o di prevedere le loro mosse.
“Sì, Olaf. Sono proprio i lupi.” gli rispondo, e mia moglie e gli altri due miei figli si attaccano alla loro madre, la mia amata Anja.
L’ululato di quelle creature maledette si confonde con quello naturale del vento. È anche una brutta notte gelida, la neve ricopre le strade e uscire fuori casa sarebbe pericolosissimo.
Ma d’altra parte, che resta da fare?
“Che… cosa vuoi fare, Petri?” mi chiede Anja, l’ansia negli occhi.
Improvvisamente, sento grattare fuori dalla porta di legno: come temevo, i lupi vogliono entrare attirati dal cibo.
“Vado ad ammazzare un po’ di lupi.”
——
The wife creates the home
They multiply and so
Their hearts are filled with fear
Petri adora andare a caccia. È una sua peculiarità, e adesso vorrebbe trasmettere questa sua passione anche a nostro figlio Kaspar, il maggiore. Lo ritiene abbastanza grande da potersi difendere, anche se non credo che durante le partite Kaspar faccia molto più che un ruolo da comprimario osservatore.
In ogni caso, i lupi stanno attaccando troppo spesso, lasciando annegarci nella paura. Arrivano silenziosi, come se sapoessero che noi umani odiamo l’imprevisto.
Calano dalle montagne e dalla foresta vicina, e razziano tutte le provviste…
“Perché i lupi ci attaccano?” mi chiede l’innocente Alexander, il nostro secondo figlio, quello più somigliante a me, rispetto al figlio maggiore.
“Figliolo” risposi dopo un attimo di esitazione. “I lupi attaccano ogni qualvolta si sentono minacciati. Come ti comporteresti se tu stesso avessi da proteggere il tuo territorio?”
Alexander gettò un’occhiata alla sorellina, l’innocente Arja, che sto cullando cercando di farla dormire.
“Hanno ragione, allora. Ma anche noi abbiamo ragione e nostro padre… fa bene, ad andare a caccia. ma ho paura! Kaspar, tu che sei andato a caccia, come sono davvero i lupi?”
Kaspar cominciò a sudare freddo, forse rievocando alla memoria tutte le volte che è uscito col padre. Adesso siamo soli mentre là fuori chissà che succede!
——
The man creates a wall
He arms, defends them all
This fear becomes his fall
Il rumore degli stivali è attutito dalla neve che scende copiosa. Tutti sono dentro le loro case, a parte coloro i quali che come me devono difendere le loro famiglie, generando così in paese una calma irreale.
Ho le mie frecce: è sempre meglio avere a che fare coi lupi da lontano, piuttosto che affrontarli a viso aperto.
Penso a Kaspar, ad Alexander, alla piccola Tarja.
A mia moglie.
Li difenderò tutti, ad ogni costo: capito, tu che stai ululando in questo momento?
Quando sono a caccia ho sempre paura, ma misto a questa provo un pizzico di euforia; perché l’adrenalina del rischio non te la regala nessun’altra situazione.
Continuo a camminare, spingendomi oltre le case e infine ecco un branco.
Non si distinguono bene, nemmeno con la luce della torcia, ma devono essere almeno più di due, perché è sempre così che è stato.
The color of life an arrow of fear made flow,
Auburn rivers in the snow dance the death
Of fading peace of mind
Devo in qualche modo riporre la torcia da qualche parte per poter usare il mio arco, ma col buio non si prende bene la mira. Dovrò avvicinarmi.
Avvicinarsi… a loro, che sono sempre guardinghi come se quasi si aspettino un attacco.
Queste creature così fiere e letali… impossibile non averne rispetto nonostante siamo da sempre nemici, e non parlo solo di me ma dell’intero villaggio.
Questa danza della morte che ci ha coinvolti entrambi non avrà mai una fine. Loro ne hanno portati via a decine, i loro corpi sbranati da quelle fauci fameliche.
Kept awake by the night
Of the twilights cold, sad weeps
What the child of Orion
Has sown his cubs will reap
The fire is out,
And there’s an ominous silence
But he can see them in the dark
Under the moon, the shadows find them
Wolf – stares in your eyes
Blink first and die
Beauty and fear, of wolves and of people
Occhi contro occhi, arco contro zanne. Fame contro fame.
La mia vita contro la loro. C’è solo la luce della mia torcia, attorno a me il gelo e la luna piena che veglia sull’una e sull’altra parte.
Non sento più nemmeno freddo, visto che il sangue sta pompando più velocemente.
Adesso è solo una questione fra me e loro.
Devono avermi fiutato perché sento i loro passi. Questo significa che devo tendere l’arco.
C’è una brezza fastidiosa che mi taglia la faccia, ma non mi lascerò impressionare.
Sarà una notte di sangue, sì… ma per loro, non certo per noi.
——
Dopo quelle che sono sembrate settimane, sento bussare alla porta. Né Kaspar né Alexander sono riusciti a dormire, nonostante le mie insistenze.
In fondo li capisco: l’ansia, il terrore, gli spettri “pelosi” che ci minacciano… e chi sarebbe riuscito a dormire?
Alla fine, l’incantesimo che ci sta tenendo svegli viene infranto da tre tocchi decisi.
Apro e vedo di fronte il mio amato Petri con alle spalle la carcassa di quello che deve essere il capobranco.
Tuttavia è molto pallido.
“Petri…” lo chiamo esitante.
“Non dire niente, Katja: una gamba è un prezzo ragionevole” risponde ansimante.
Non capisco cosa vuol dire, poi i miei occhi scendono riluttanti verso il basso e scopro con orrore che la gamba destra è ridotta a poltiglia.
Quando finirà mai questa spirale di violenza?
Ready or not, there will be blood!
Life is a gift you have no lease for anymore.
There will blood!
You will buy our blood with your own blood
You will buy our blood with your own blood
Wow….. credo sia il primo pezzo non comico tuo che leggo su questo blog! O.o E mi è piaciuto molto ^^
Dovresti scrivere spesso storie simili, non necessariamente legate ad un contest o a un circolo di scrittura creativa.
V.
P.s. “come se quasi si aspettino” —> come se si aspettassero/quasi si aspettassero
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c’era anche quella sul fantasma ^^
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Gnaaaa Sonata ❤
Bello bello, appropriato al testo dei Sonata e a tutto il cd ^_^
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grazie ^_^
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il lupo e l’uomo, due cacciatori. l’atmosfera sanguigna, direi darwinianamente “animale” dà il giusto corpo alle parole dei protagonisti impegnati nella lotta per la sopravvivenza. Petri, abile arciere nonché cacciatore in gamba, ora lo sarà ancora?
: ))
non conosco i Sonata Arctica, ma l’idea di intercalare racconto e liriche mi sembra riuscito.
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Cacciatore in… gamba mi sembra il termine giusto :DDD ok, la smetto 😀
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Accompagnare il racconto ai versi della canzone è stato veramente geniale. Semplice e particolare allo stesso tempo.
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E poi “Blood” di per sé è bellissima. Grazie per il commento!
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