La lambda balla la lambada secondo la sua conformazione fisica
E fu così che un giorno la lettera lambda disse: “basta longitudini!” e cominciò a ballare.
In effetti, tutte quelle lettere, quei gradianti, quei seni e quei coseni fanno venire la depressione. ma scusate, ormai esiste la navigazione elettronica, non serve più tracciare a mano la rotta!
Erano anni che la signorina Lambda lo pensava, per questo un bel giorno decise di andarsene dalla congregazione dell’arte della Navigazione e decise di darsi al ballo.
Si mise dunque al centro della pista e cominciò a muoversi maliziosamente, attirando su di sé gli sguardi delle altre lettere greche.
“Che ballo è, dunque?” si chiese l’Omega, impegnato a ferrare un cavallo.
“Sembra qualcosa di poco consono, invero” asserì l’Epsilon, la quale aveva una battaglia legale in corso con la Epson.
“Silenzio! devo concentrarmi”esclamò la Lambda, riscuotendo senza esserne davvero cosciente un discreto successo.
Al che arrivò un critico di danza. Un osservatore, un giudice, chiamatelo come volete. Persino elettricista, anche se non rispecchierebbe esattamente il suo mestiere.
“Sai, balli molto bene! Come ti chiami, tu?” disse.
“Io? Lambda” rispose quella.
“LAMBADA? Perfetto, allora si chiamerà così il ballo che stai ballando, in onore del tuo meraviglioso nome!”
Dichiarato quello, sparì nel nulla.
“Certo, era un po’ sordo però ti ha lanciato nel jet set mondiale! Sarai famosa in tutto il mondo quasi quanto la Mu!”
“Ma se mi conoscono solo i chimici!” si difese la Mu, simbolo del micro.
La Lambda sorrise soddisfatta. “Beh, se le cose stanno così credo che continuerò a ballare! E basta navigazione!”
E così, dall’equivoco, nacque un ballo che…
“Ma Aven tu odi ballare!”
Sì, persino la lambada.