C’era una volta…

C’era una volta un Re che ad un certo punto decise di sposarsi.

Allora convocò tutte le donne nobili del circondario per un ballo, come si fa nelle favole.

“Beh, non esiste facebook, quindi in qualche modo mi devo pure arrangiare” aveva detto il re in un’intervista.

Al che, la sera del ballo, vide soprattutto duchesse, baronesse, e altre donne nobili che in età da marito erano accorse numerose per poter diventare regine, e credetemi che è ancora oggi un titolo molto ambito.

Però il re in questione vide una cuoca. Una di quelle che stavano dietro al bancone del buffet, pronta a servire le prelibatezze che aveva cucinato lei stessa.

E anche lei vide il re, splendido nel suo abito.

“Maestà” disse timida “volete prendere qualcosa dal buffet su cui voi stesso avete investito?”

“Oh, sì” disse il Re, guardando malizioso la cuoca. “Quanto cibo… e dire che questo è un ballo reale, non la sagra della porchetta”

“Alla quale voi NON avete presenziato” fece notare polemica la cuoca, ché lei aveva invece partecipato e anche vinto.

“Avevo doveri da Re da sbrigare” si giustificò sbrigativo il Sovrano. Per inciso, quei doveri erano la scelta sul colore delle tende nuove del salone.

“Sarà” rispose infine la cuoca rischiando un po’ troppo con quel tono confidenziale. Alla fine, il Re annuì.

“Ebbene, mia cara cuoca, tutto il regno deve sapere che il tuo talento verrà finalmente riconosciuto oggi, qui ed ora!”

Tutti si spalancarono la bocca, persino il vagabondo muto che sostava sempre sotto i portici del castello.

“Non avrete mica intenzione di sposare la cuoca?” chiese uno scandalizzato Primo Ministro.

Il re non capì sulle prime, poi rispose “Guardate, piuttosto che dare aria alla vostra bocca: guardate la perfezione di questa cassata! Non è magnifica?”

In effetti, quella cassata era magnifica: Perfettamente tonda, intervallata da spicchi bianchi e verdi perfettamente simmetrici e decorata in maniera sublime da quelli che erano chiamati frutti canditi ma che ricordavano da vicino le “Lacrime d’angelo”, ossia… la frutta candita stessa.

“Non avrete intenzione di sposare una cassata?” Chiese ancora il Primo Ministro, il quale più parlava meno si capiva come mai stesse ricoprendo quella carica.

Il Re, mentre tutti gli invitati lo guardavano, si servì di quel dolce ed ecco: il pan di spagna era perfetto, la ricotta era freschissima e dentro gli spicchi di cioccolato si sposavano alla perfezione, nascosti ed inaspettati eppure attesi.

“Fantastico” descrisse il re quella sua esperienza gustativa. “C’è qui qualche dama che apprezza la buona tavola?”

Nessuno però rispose, perché erano tutti troppo scandalizzati. Allora il Re gustò la sua cassata felice e contento.

Beh, un po’ meno contenta era la cassata, che aperta in quel modo con un coltello d’argento si era sentita un po’ in imbarazzo, davanti a tutte quelle persone.

Ma d’altra parte, come diceva il poeta, “Le cassate si mangiano, non si ammirano“.

 

10 pensieri su “C’era una volta…

  1. Bellissima storia con una protagonista unica e d’eccezione! Tutti si aspettano che guardi la cuoca, come in tutte le fiabe e invece… invece il Re ha occhi solo per la cassatina. L’hai descritta talmente bene che, nonostante il caldo ti faccia passare la voglia di mangiare, mi ha fatto venire fame!

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