“Eureka! Ho trovato! Si può fare!”
Nella solitudine del suo studio, lo scienziato aveva scoperto una cosa sensazionale, un’invenzione che avrebbe cambiato per sempre il modo stesso di concepire la vita, l’universo e tutto quanto.
Poi, però, la porta alla sua destra si aprì e ne entrò una bambina bionda con in mano il suo orsacchiotto, che lo scienziato sapeva chiamarsi Ologson.
Che poi la bambina non era altro che sua figlia.
“Papà, non riesco a dormire” disse.
Lo scienziato guardò Ortensia con tanto di occhi e ricordò che probabilmente l’insonnia era una cosa comune. “Figlia, visto che sei sveglia ti comunicherò una cosa importantissima! Ho inventato e scoperto una cosa strabiliante che cambierà per sempre il modo di vivere! Da adesso l’essere umano sarà in grado di controllare il tempo a suo piacimento!”
La bambina, che aveva più o meno cinque anni, non capì e si preoccupò non poco per suo padre. “Cosa significa controllare il tempo?”
“Per esempio col mio marchingegno, se piove, dopo non pioverà più”
La bambina sorrise “Quindi posso andare a giocare con le mie amichette Brenda, Brefasta e Spigolosina?”
Il genio si stupì che potessero esistere certi nomi. “Certo, tesoro, tutto quello che vuoi”
Ortensia disse “E come mai hai creato questo oggetto che sembra un telecomando?”
“No, piccola, quello è il telecomando, ho guardato un po’ di TV”
“E poi posso fare le palle di neve ad agosto?”
“Certo che puoi, perbacco!”
Ortensia era raggiante di felicità. “Ma come funziona, babbo?”
Lo scienziato prese tempo. Anni a lavorarci e non sapeva bene come far funzionare quel trabiccolo.
“Be’, ehm… guarda, si preme questo bottone e ad esempio dovrebbe piovere.”
“E perché dovrebbe piovere?”
“Perché le onde generate dal mio telec…”
“Onde? Non stavamo parlando di pioggia? Che c’entra il mare?”
Il genio si confuse un attimo. “No, un momento, se io premo questo bottone pioverà, come ti ho detto”
“Qui a casa? Oddio, ho dimenticato l’ombrello!”
“Non qui a casa! Là fuori in città!”
“Ma se uno sta camminando fuori si bagnerà tutto! Perché vuoi far venire il raffreddore alle persone?”
“AAAH! Allora facciamo che premendo quest’altro bottone farà vento”
“E perché? Il vento non mi piace, babbo”
“E che ne dici allora della neve? Non volevi fare le palle di neve ad agosto?”
“Siamo a novembre, babbo. Fra poco sarà Natale!”
Momento di silenzio sconfortante.
“Secondo me non hai fatto una bella invenzione. Mi racconti una stria?”
Il genio sospirò, prese in braccio ortensia e disse “C’era una volta uno scienziato, che non venne capito dalla figlioletta…”