“Allora, la vuoi mangiare questa mela?”
La voce della mamma è così squillante che mi rimane in testa per molto tempo! Ma io la mela non voglio mangiarla, ecco.
Lo so, fa bene. E so anche che dopo il pranzo ci vuole la frutta. Ma le mele rosse non mi piacciono! Sono più aspre di quelle gialle e…
“Mamma! ce lo metti lo zucchero?” chiedo speranzoso.
“No! Mangerai la mela così com’è! Te l’ho già sbucciata!”
In effetti ci sono un sacco di fette da mangiare. Troppe!
“Mela, mela…” dico disperato. “Perché sei così amara? Non potevi essere come quelle gialle?”
“Eh certo”
Una voce estranea… viene dalla mela! Aiuto!
“Certo!” riprende la mela. “Preferite sempre quelle gialle! Mele gialle qua, là, a destra, in Groenlandia… mai che noi siamo citate! Anzi, se lo siamo è per dipingerci come mele del male!”
“Ma se siete amare!”
“E allora io che dovrei dire, che guardo te che mi minacci con la forchetta?” risponde lei, acida. “E poi, ti pare che mi piaccia stare qui spaparanzata tutta sbucciata?”
“Be’, è una giornata estiva, c’è caldo e quindi non si sta poi male” le dico.
La mela ci pensa su e mi dice “Hai ragione”
“Cosa fai, parli solo? Ricordati che una mela al giorno toglie il medico di torno!” grida la mamma dall’altra stanza.
“È vero?” chiedo alla mela.
“Dipende” risponde. “Ci sono alcune mie sorelle, che so che abitano nel portafrutta di un medico. Lì non è che si leva di torno, tutt’altro! Anzi, le ha SBUCCIATE e messe nella MACEDONIA!”
“Caspita!” esclamo mettendomi le mani in bocca.
“Già… noi siamo gelose del nostro gusto acidulo e metterci nella macedonia è un grave delitto”
Non ho capito acidulo da dove spunta, ma adesso le mele rosse mi stanno simpatiche.
“Sai, adesso quasi mi spiace mangiarti!”
Eppure lo faccio lo stesso, perché comunque, meglio un giorno da acida che cento in una macedonia.
O non era così?