“Minchia oh t’aviss’ a carir’ una mela in tìesta!“
Questa frase è come suonerebbe in qualche quartiere palermitano, se dovesse essere usata come insulto.
L’augurio qui detto corrisponde all’italico: “Mi auguro che possa caderti una mela sul cranio” e quel giorno di domenica Newton l’ha preso alla lettera.
Stava leggendo, Newton, la guida di salvatore Aranzulla su come trovare la gravità. In quel tempo, però, non c’era internet, e quindi stava leggendo un libro.
La mela poi cadde.
Newton, dopo aver imprecato non poco per il dolore, capì una cosa.
La Terra è sottoposta alla forza di gravità, che attira tutte le cose verso il centro della Terra e per inciso il valore numerico di questa forza è 9,81.
Quindi è per questo che cadiamo, è per questo che il tramezzino cade sempre sulla parte spalmata, ed è per questo che è impossibile volare.
Ma allora, perché esiste la gravità? C’è un motivo per cui la Terra non vuole farci scappare?
La Terra è una tipa possessiva, forse, e noi tendiamo a distaccarci da lei perché ci sentiamo soffocati?
Non saprei, e ho aperto questo dibattito per scoprirlo.
Partiamo dalla gravità in sé. Lei è la forza che fa cadere le cose a terra, a partire dalle gomme fino ai grattacieli che crollano.
Quindi incolpiamo lei se i palloni da basket cadono dopo i canestri e se i capelli cadono a terra.
Al che, mi viene da farle una domanda:
Scusa, Gravità: sei per caso imparentata con la gravità dei momenti?
Forse sì, forse no. Dipende, cosa vinco?
La caduta dell’Impero Romano è dovuta alla gravità?
Dalla gravità della situazione, sì.
Allora SEI imparentata con la gravità.
O è la gravità a essere imparentata con me? uhuhuhu! Plot twist!
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Non si riesce a scoprire molto parlando con lei, quindi rimarrò sempre con questo dubbio…
NO! ANZI!
La gravità esiste perché altrimenti le cose non cadrebbero! E a noi piacerebbe che la cacca non cada esattamente dentro il cesso, rimanendo di conseguenza fluttuante nell’etere?