Racconta di una lezione che hai imparato nel modo più difficile
Sarebbe molto semplice, banale e scontato parlare delle lezioni imparate in classe, ma siccome dormivo e molte volte i prof mi pescavano, non parlerò di questo. Invece scenderò negli antri più bui del mio animo e parlerò di… quello.
Sì, proprio di quello per cui adesso sono qui, l’uomo che sono diventato.
Si approssimava la domenica di Carnevale, ma nella nostra famiglia c’erano ben altri pensieri: Lei stava male ed era peggiorata.
Ospedale, e poi la notte del sabato la notizia.
Da allora niente è stato più lo stesso: eravamo io, mio padre e mia sorella, ormai, a fare fronte comune e cominciare a nuotare senza salvagente.
Io ho imparato forse troppo presto a cucinare, lavare i piatti, badare alle faccende domestiche, e nel frattempo c’era la scuola da mandare avanti, e una sorella più piccola che deve affrontare l’adolescenza senza figura materna.
E mio padre che, se fino a quel momento non ci conosceva, ha dovuto conoscerci e sapere chi siamo oltre il nome.
Insomma i primi due mesi non sono stati per niente semplici. Poi, pian piano, le cose sono andate aggiustandosi, e forse è stata Lei che da lassù ci ha guidato e protetto, perché davvero, dieci anni fa in questo periodo mai avrei pensato di tenere anche solo una pagina di diario, figuriamoci un blog!
Qual è stata la lezione, mi chiedete… be’, rimanere orfani e diventare indipendenti e riuscire a badare a me stesso vi par poco? È una lezione che ho imparato, che so a memoria e che ho ricevuto nel modo più duro possibile.
Inoltre ho imparato anche a non fidarmi: se una persona viene a dire “Oh che bello il tuo libro, ora me lo leggo“, è molto probabile che non lo farà mai.
O un’altra persona che alla precisa domanda “Facciamo qualcosa questa domenica?” viene a rispondere “Ora vediamo“, è certo che non si vedrà un bel niente.
Insomma questo ed altro nel mio universo…