“E così i Gutierrez sono una famiglia che evoca i fantasmi?”
Il barista del torbido locale di Villa Nueva non poteva credere alle proprie orecchie, mentre rifilava il quinto scotch offerto dalla casa al muratore del quartiere.
“Ti dico di sì” rispose lui, posando il bicchiere appena vuotato con un gesto teatrale. “Li ho sentiti io stesso, quando ho operato nella loro villa, parlare di spettri, passaggi segreti e sacrifici”
“Ma figurati! Mi sembra la stessa panzana di quando dicevi che una sgnacchera come Pepa Gutierrez avesse scelto proprio TE come uomo della sua vita! Ma andiamo, i nobili non ci vivono nei bassifondi, mai” disse sbrigativo il vecchio Alfonso, che era sempre il più ubriaco del bar. Sembrava non avesse una famiglia né una casa.
“Pensa quello che vuoi” disse il muratore, punto sul vivo “ma è così. Inoltre quella megera aveva anche detto che sarebbe vissuta con me, invece…”
Nel frattempo, Pepa e Matìas Gutierrez caddero sfiniti su un letto tutto sfatto, entrambi fiatoni.
“Caspita…” commentò lei, fissando il ben noto soffitto di casa. “Quattro volte di fila! Farlo con un morto ha le sue soddisfazioni!”
Matìas ridacchiò. “Eh, chica… hai fatto benissimo a rimanere qui, nella casa della passione”
“Già…” rispose lei, facendo passeggiare due dita sul fisico scultoreo dell’ex cognato. Ogni volta che lo guardava le partiva l’ormone e non aveva capito perché. Inoltre, nelle quattro sess… ioni, oltre alle forti grida di piacere aveva avuto la sgradevole sensazione che dovesse fare qualcosa, qualcosa che aveva promesso, ma che la goduria che stava provando le stava impedendo di ricordare, e che nel frattempo le stava impedendo di godere appieno.
Improvvisamente, si aprì la porta e istintivamente i due nudi si coprirono a vicenda.
“Mamma, ma allora… AH”
El Tiburòn, il figlio di Jorge el pipa, sgranò gli occhi nel vedere madre e zio redivivo nudi su un letto tutto sfatto.
Nel frattempo Adele Sanchez cercava ancora il modo di mettersi in contatto con Jorge, e decise di andare direttamente a casa loro, anche solo per vederlo sgobbare, visto che sul giornale era uscita un’altra foto in cui lui era intento a lavare i panni a mano, cosa sconosciuta per chi come loro aveva una lavatrice in casa.
Aveva studiato tutto: aveva convinto l’amica del cuore, Patty, a prenderla sulla schiena, ché lei era più alta, e lei, una volta a cavalcioni sull’amica, avrebbe visto quel bellimbusto fare i panni al di là del muretto.
“E dire che dovevo essere a Buenos Aires col mio ragazzo…” disse Patty, sospirando triste.
“Hai fatto benissimo a dirgli di no per aiutare me” disse lei. “Solo, la prossima volta non farmi uscire centomila pesos, ché c’è l’inflazione”
“Silenzio” disse Patty. “Allora? Lo hai visto?”
C’era da dire che Adele aveva pescato anche una polaroid. “Devi stare ferma, altrimenti non riesco a fotografarlo”
Patty sospirò. Non era da lei fare ciò che stava facendo, decisamente. Non era nemmeno andata alla festa dei Gutierrez, perché la sua famiglia non era stata invitata, essendo che non erano così ricchi come volevano far sembrare. Eppure, sapeva che era successo di tutto. Tutto il paese lo sapeva.
“Ehi, ma che ci fate voi due qua?” disse sconcertato un ragazzo che passava di là.
Era bellissimo, il ragazzo più bello dall’Argentina. Patty sgranò gli occhi, chiedendosi chi fosse e cedette, facendo cadere Adele che non ottenne la foto di José, ma una polaroid mossa fra muro e cielo.
Anche Adele vide il ragazzo e non si ricordò più il suo stesso nome.
E la lavatrice continuava a girare…
L’ha ribloggato su Alessandria today.
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