“Catalina” sospirò il padre di lei “Guarda che la stella polare non si trova esattamente al centro del sistema solare. Quella che tu cerchi è un’altra stella”
Catalina sbuffò. “Padre… non ha importanza, dato che manca, da adesso in poi il punto che manca in questo puzzle sarà la stella polare”
Nel frattempo i Gutierrez complottavano.
“Sei sicuro che non risulterò di troppo?” chiese impaurita la madre di Roberto, l’aitante runner. Era da un po’ di giorni che lei e lui non si vedevano, ma lei era abituata. Una volta Roberto era mancato da casa per trentacinque giorni, e semplicemente perché correva.
Stavolta, Cecilia Mendosa si era rivolta al suo amante, el pipa, il quale aveva deciso di confondere un po’ le acque presentando la sua nuova compagna al fratello e all’ex moglie, adesso divenuta cognata.
“No, ma cosa vai a pensare” rispose dunque Jorge Gutierrez, detto el pipa per via del suo naso pronunciato. In realtà, nessuno dei suoi due figli aveva ereditato quel naso…
“I Gutierrez sono famosi per essere una famiglia unita, felice e serena”
Cecilia sorrise e baciò il proprio uomo, svincolandosi da quel naso enorme.
Una volta entrati in villa, la prima cosa che Cecilia vide era un cumulo di terra smosso, che differenziava dal resto del giardino altrimenti curatissimo.
“Amore, che cos’è quel cumulo di terra?”
La domanda era legittima. El pipa disse “Stiamo facendo lavori”
In realtà quel cumulo era del muratore morto qualche settimana prima. Sotto, di conseguenza, c’era il suo cadavere.
Varcato l’ingresso, furono accolti da grida, rumori molesti e persino el tiburòn che urlava come se non lo avesse fatto mai in vita sua.
“La colpa è tua che non siamo riusciti a prendere l’anello!” stava esclamando.
All’angolo del salotto, due persone stavano bellamente pomiciando
Cecilia si chiese dove fosse finita in realtà, e ne aveva ben donde.
“Ehm… volevo presentarvi la mia fidanzata, Cecilia Mendosa” disse el pipa.
Improvvisamente el muerto si alzò dal divano dov’era sdraiato assieme alla sua nuova fiamma e tutto si placò come se non vi fosse mai stato rumore.
“Oh, buenas dias” disse lui, allargando le braccia e poi tenendo una mano alla nuova arrivata. Sorrise. “Io sono el muerto, ma per te posso essere Matìas”
Cecilia sentì alcune farfalle spiccare il volo nel suo stomaco mentre strinse quelle mani callose e forti, così diverse dal velluto che ricopriva la pelle di Jorge.
“Piacere” Cecilia arrossì imbarazzata.
El Pipa non si accorse di niente, piuttosto il suo sguardo si posò sulla sua ex moglie.
“Visto? Mi sono rifatto una vita” le disse. Lei, per tutta risposta, si versò un liquore in un bicchiere di cristallo.
“Beh” esordì in un secondo momento “se solo tu sapessi con chi ti sei messo, forse faresti meno il galletto”
Cecilia si incuriosì, vedendo che anche el muerto aveva sogghignato “… perché? Che cosa sapete sulla mia nascita?”
“Ecco, vedi?” strepitò isterico el loco, indicando la nuova arrivata al fratello, incurante che c’erano almeno tre o quattro tizi della servitù che stavano osservando tutto, e aumentavano. “Nemmeno lei sa niente! Ci serve l’anello del viejo! È fondamentale!”
“L’anello del viejo ci servirà come prova per far tornare la nostra famiglia com’era un tempo” spiegò brevemente el muerto, dando voce ai sussurri del tiburòn, che si ostinava a mantenere sempre quello stesso tono.
“Serena?” chiese la donna.
“Serena chi?” chiese perplesso el loco. Anche el pipa guardò la compagna imbarazzato e a casa Gutierrez scese il gelo.
E la lavatrice continuava a girare…
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