La Ropa Sucia/106

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“E così Clara Gonzalez si è ritirata dal clan dei Neri e convolerà a nozze con il suddetto Miuguel Espimas… molto interessante”

La voce dell’uomo seduto sulla poltrona, girato di spalle rispetto ai suoi sgherri, riempiva minacciosa l’area buia.

“Non… non capisco perché siete alterato, mio atletico signore”

“Atletico? Perché mi definisci atletico? Non credo che tu mi abbia mai visto correre, caro il mio Lucho”

“Mi chiamo Samantha”

“Quello che è. Se vuoi vedere qualcuno correre, devi rivolgerti a Roberto, il nostro aitante runner”

Roberto fece un passo avanti.

“In ogni caso, pare che siamo di matrimonio, il che vuol dire che è giunto il momento di rilasciare Diego Sanchez e il prete che abbiamo rapito. Ho avuto molte informazioni da loro, hanno compiuto la loro parte”

I complici del boss si stavano chiedendo in che modo erano stati utili, dato che non c’era stato nessun interrogatorio, ma non osarono contraddire la voce che arrivava da dietro lo schienale.

“Un’altra cosa” aggiunse quest’ultima. “Portatemi Clara Gonzalez”

Le istruzioni vennero eseguite a puntino in pochi secondi e Diego guardò sul selciato il proprio compagno di cella. Ci era voluto un po’ per abituarsi ala luce del sole: rilasciare i propri detenuti a mezzogiorno, dopo averli tenuti al buio per così tanto tempo, non si era rivelata una mossa intelligente, ma tant’era.

“Allora dobbiamo abbandonarci…” disse Diego.

“Oh, figliolo: la messa io la celebro ogni domenica. Se vuoi…” e, voltandogli le spalle, se ne andò proseguendo sul selciato.

Diego in quel momento capì di essersi convertito al cristianesimo.

Nel frattempo Clara arrivò alla base un po’ scarmigliata.

“Stavi per rapportarti con Miguel Espimas, vero?” chiese la voce.

“Sì, signore” disse Clara.

“Ebbene, voglio chiederti se Catalina sarà ancora con noi dopo aver recuperato il tassello del puzzle che le mancava; e se tu stessa sarai con noi dopo aver chiarito tutte le questioni sulla tua nascita”

“Non lo so, signore” disse lei. “Qui ho imparato tanto, e mi dispiacerebbe lasciarvi… e anche Catalina la pensa allo stesso modo, anche perché abbiamo deciso di vedere chi siete, che faccia avete e se per caso voi non foste una voce registrata”

“Oh” disse la voce, ridacchiando. “Vedrete voi stesse il giorno in cui mi paleserò… paleserò… paleserò… paleserò…”

Clara emise un brivido freddo., che si fosse incantato il disco?

“Stavo scherzando” scherzò la voce. “Mi piacerebbe essere un essere umano… forse, un giorno”

Clara non capì. Peraltro, stare là in piedi ascoltando una voce che rideva e scherzava non era il massimo, quando c’era da affrontare un matrimonio da svolgere immediatamente.

“Puoi sposarti con Miguel Espimas” disse infine la voce. “A patto che costui indossi la nostra divisa”

“Non credo ci siano problemi, signore” disse Clara, mettendosi sull’attenti. Al che, stando ritta in piedi per un intero minuto, capì di essere stata congedata.

Corse via a perdifiato, tanto da fare invidia a Roberto, l’aitante runner, e le nozze con Miguel erano ormai prossime a venire.

“Miguel! Miguel!” esclamò Clara, trovando Migbuel vestito da sposo che stava ciarlando con un prete che stava passando di lì per caso. I tre si erano ricongiunti proprio in piena pampa, sul selciato della strada che conteneva la base segreta dei clan dei Neri.

“Clarita! Dove sei stata?” chiese Miguel. “Questo prete ha detto che non vede l’ora di sposarci!”

“Io? ma… non ho detto questo! Tu mi hai solo chiesto l’ora!”

“Oh, Clara” disse Miguel, non ascoltando il sacerdote e prendendo invece le mani della ragazza nelle sue “Sei la luce che guida i miei passi, sei la ciliegia sulla mia torta, sei, semplicemente sei”

“Sono, è vero. E tu sei mio, e io sono tua, e noi due insieme andremo a vivere lontano da Villa Nueva e le sue contraddizioni”

I due si guardarono negli occhi scavandosi nella loro anima, e sembrava che ci fossero solo loro due, e anche il sole a mezzogiorno li baciava, tanto più che era estate.

Il prete, che stava assistendo a quelle smancerie. “In questo caso, non posso che sposarvi”

E la lavatrice continuava a girare…

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