Il sale e il sangue/06

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“Così non volete davvero accompagnarmi…” concluse il Cacciatore, sconfitto dall’irremovibilità del padre di Mary, il quale aveva rifiutato ancora una volta la prospettiva di partire con loro due alla volta di Blackfield.

“No, decisamente” rispose lui. “Sarà molto triste separarmi da mia figlia, ma devo fino in fondo rispettare la sua volontà. Vi cedo volentieri anche la goletta, sarà il mio piccolo contributo a rendere migliore questa nazione. Tuttavia preferisco rimanere a terra, perché mi sembra una missione molto pericolosa e preferisco vivere, se l’altra opzione è morire”

“Avete decisamente ragione. Sarà una missione estremamente pericolosa e non vi biasimo di certo. Tuttavia, dove posso trovare qualcuno che ha le stesse vostre conoscenze del mare e di questa costa?” chiese il Cacciatore, fissando John dritto negli occhi. Ciò che era successo appena il giorno prima gli faceva ancora male. Blackfield era in città e non poteva essersi allontanato di molto. Tuttavia, non sapeva di quanto, perché non conosceva la direzione del vento né aveva seguito la luce sull’orizzonte che aveva visto la sera prima. A ripensarci, forse non era neanche Blackfield e si nascondeva ancora nelle vicinanze…

“Mia figlia” indicò John. “Se si tratta della costa, mia figlia ne conosce tutti gli anfratti. Ma per il mare aperto c’è solo una persona che può aiutarvi”

Il Cacciatore aveva guardato Mary quando John la indicò e trattenne un riso; poi guardò John e attese il nome.

“Questa persona si chiama Frank Copperfield” rivelò John. “Ingaggiate lui. È anche più bravo di me a sparare, e sicuramente più bravo di mia figlia”

“Padre…” sospirò Mary, sentendosi in imbarazzo.

“In realtà cercavo più un dottore, che un cecchino. Ecco, se ci fosse un navigatore con ottime conoscenze mediche, sarei a cavallo” disse Eric.

“Purtroppo Copperfield è un navigatore, per la medicina non so cosa suggerirti” disse John. “ma vi verrò a trovare quando salperete!”

Già. Quando salperanno? Si chiese Eric, il quale aveva la sensazione di stare perdendo tempo.

“Un’ultima cosa” chiese infine. “Voi cosa sapete del posto in cui le nuvole incontrano il mare?”

Mary rimase perplessa nel sentire al Cacciatore quella domanda, non dopo che egli stesso aveva liquidato quella frase come troppo criptica e quindi non degna di attenzione.

John non rispose subito, pensando forse a tutte le coste che aveva toccato, tutti i giorni in cui aveva sentito le onde sbattergli sulle spalle, e le sere in cui c’erano solo lui e quella stessa goletta, mentre tutto attorno era nero.

“No, mai. Le nuvole incontrano il mare? Sei sicuro che non faccia parte di una poesia?”

Eric non ci aveva pensato, quindi ebbe un sussulto.

“Va bene, capisco che questa storia delle nuvole che incontrano il mare mi porterà da tutt’altra parte rispetto al piano che ho in mente. Vi ringrazio, siete stato di grandissimo aiuto. Partiremo fra qualche giorno, il tempo di armare questa goletta e nel frattempo radunare la ciurma”

“Già” disse John, guardando Mary. “Nel frattempo allenerò mia figlia a sparare sempre meglio”

“Ottima idea” disse Eric, salutando John con una stretta di mano e andandosene della goletta. Era convinto che il pescatore volesse stare con la figlia il più possibile, prima della partenza, la quale probabilmente sarebbe stata funesta.

Eric camminò lungo il porto, facendo appena caso a dove stesse mettendo i piedi, lasciandosi cullare dalla brezza e dal verso dei gabbiani. Era un porto molto ampio, costruito negli anni e simbolo della potenza di Tutuk Naga, la quale aveva in quella città il punto nevralgico, l’unico avamposto non toccato dalle avvisaglie della guerra. Le voci, però, si susseguivano e probabilmente sempre più persone imbracciavano le armi oppure ingrossavano le file di Steven Blackfield, in quanto la bugia che aveva raccontato aveva fatto breccia e scalpore nei cuori di tutti quelli che non conoscevano Re Taddeus.

Anche lui, Eric, non sapeva cosa pensare. Aiutare i discendenti di un traditore non rientrava nel suo codice morale, tuttavia era per quello che viveva, per riportare la giustizia in quel mondo devastato da guerre, giorno dopo giorno. Il regno di Tutuk Naga era l’unica eccezione, e se anche l’eccezione si preparava alle armi forse non c’era più speranza.

E il pensiero verso Blackfield si fece più forte. Da dove cominciare? Valeva la pena perquisire l’intero Regno per trovare un covo nascosto? In ogni caso, mentre pensava a un nuovo colloquio con Re Taddeus riguardo il posto dove le nuvole incontravano il mare e il motivo per cui un gruppo di sconosciuti girava liberamente per la capitale, andò dritto verso una casetta vicino i cantieri navali, che John gli aveva indicato come abitazione del signor Copperfield, pescatore come lui.

Bussò senza indugio, e ad aprire fu una donna. La donna, dai capelli rossi e gli occhi verdi, gli stava puntando contro una pistola.

“Fuori da casa mia” scandì molto lentamente. Eric alzò le mani in segno di resa. “Sono il Cacciatore, sicuramente avete sentito parlare di me. Ho tenuto un comizio due giorni fa in piazza, e sono stato colpito alla spalla. Ho assolutamente bisogno di parlare con Frank Copperfield”

“Mio marito non è in casa, e anche se lo fosse vi chiederebbe di sparire! Avete fatto anche troppo alla mia famiglia!”

La donna chiuse la porta con violenza. Che stava succedendo? Eric era allibito e stava per andarsene, quando un uomo robusto gli bloccò la strada.

“Frank Copperfield, suppongo” esordì Eric, dimostrando una buona prontezza di riflessi.

“Il Cacciatore, suppongo” fece eco Copperfield, e posando due enormi secchi d’acqua gli porse la mano. “Mi cercavate?”

“Sì, ma vostra moglie…”

“Lasciate perdere mia moglie, è diventata pazza quando ha perso nostra figlia… ma non parliamo di questo! Venite, venite!”

Eric capì subito dove lo stava portando Copperfield, era la strada che portava alla locanda dove la sera prima aveva preso una birra. Anche quel pescatore stava lottando coi suoi demoni personali, nello specifico un grave lutto, forse anche più grave di perdere una moglie durante il viaggio di nozze.

Eric studiò la schiena di quell’uomo. Era molto ampia, segno di grandi esperienze, era anche più muscoloso di John, il padre di Mary e sulla nuca, lasciata scoperta dalla canottiera, recava un tatuaggio con su scritto Anne 14 Aprile 2242. Qualcosa gli diceva che non fosse il nome della moglie, quello.

Entrati all’ostello, che era molto più vuoto di persone rispetto alla sera precedente, Copperfield ordinò subito del rum, e anche Eric ordinò lo stesso. Aspettò che fosse lui a parlare per primo.

“Qualunque cosa tu mi voglia chiedere, mio caro Cacciatore” esordì Frank, dopo aver bevuto “sappi che non voglio parlare del tatuaggio, né di quello che possa essere successo con mia moglie. Chiaro? Spero dunque che tu voglia parlare di qualsiasi altro argomento con me”

“È corretto” rispose semplicemente Eric. “Voglio assumerti come navigatore, per catturare Blackfield”

“Oh sì, ho sentito il tuo discorso in piazza. Ne hanno parlato tutti, sai? Un altro bicchiere, grazie” disse  Frank, ridacchiando. “Sei veramente un tipo tosto, no? Beccarti una pallottola senza neanche aver dichiarato guerra a qualcuno… Blackfield ha paura di te”

Eric non avrebbe mai posto la questione in quei termini. Blackfield avere paura di lui? In effetti, rivelare che fosse lì non era stata una mossa soppesata, di sicuro. Allora aveva paura?

“Dunque vuoi un navigatore, eh?” riprese Copperfield, senza che Eric avesse parlato. “Perché non assumere John Modig?”

“C’è molta stima fra voi pescatori” osservò Eric. “Anche John Modig mi ha detto di venire da voi. Voi mi sembrate un tipo in gamba, che ha bisogno di scappare da una realtà che lo sta opprimendo. Quale occasione migliore, dunque, per partire con me, direste? Tuttavia, voglio essere sicuro che questa non sia una decisione avventata dettata dal lutto che avete subito voi e vostra moglie. Vedete, la donna che voleva spararmi a casa vostra ha bisogno di un enorme aiuto, e prendere il mare con me non mi sembra il modo migliore per ottemperare ai giuramenti matrimoniali”

Eric si chiese istintivamente che cosa sarebbe successo se Jane fosse stata viva, se avesse approvato quella sua lotta con Blackfied, mentre attendeva una risposta da parte di Frank.

Quest’ultimo si concesse un terzo bicchiere e disse “Avevamo detto di non toccare quel tipo di argomento. Ciò che è successo alla mia famiglia non è argomento di discussione. Tu vuoi un navigatore, ebbene, eccomi ai tuoi servigi, pronto a rischiare il collo. A te non deve importare il motivo per cui lo faccio, e penso proprio che non ti interessi nemmeno”

“Mi interessa, eccome” ribatté Eric. Sorseggiò il rum anche lui. “Mi interessa perché so per esperienza che la gente motivata e priva di pensieri inconsci, ovvero di manie suicide, è molto più funzionale rispetto a chicchessia”

“Hai ragione anche tu” concesse Frank “ma io non ho manie suicide”

“Va bene, allora” tagliò corto Eric. Preferiva John, decisamente. “Fammi pensare ancora un po’. Ho ancora bisogno di un medico e almeno un altro uomo forte e pronto alla battaglia”

“Beh” sbuffò Frank “Per il medico, puoi sempre chiedere al Regio Medico del Re Taddeus, no? Sei stato incaricato da lui per risolvere la questione dei pirati. Quel dottore saprà indirizzarti sui nuovi giovani di belle speranze nel campo della medicina”

Eric ci aveva pensato, ma in realtà voleva proprio il Regio Medico, non un allievo.

“Ci penserò” ripeté Eric. Si sentiva nervoso, e forse sapeva perché. Voleva parlare di Anne e del tatuaggio, ma non poteva. Si alzò, pagò i soliti due soldi e uscì fuori dalla locanda, rientrando in città.

Eric si sentì molto solo, in quel momento, pur essendo la via che aveva preso molto trafficata. La storia che aveva intuito dietro Frank lo aveva scosso, inoltre stava separando un padre da una figlia, e non serviva a nulla ripetersi che era proprio la volontà di Mary a prevalere in quella vicenda.

Inoltre c’era Blackfield che era tornato nell’ombra. Chi poteva essere? Aveva una famiglia, degli amici? Aveva dei complici a terra? Erano tutti bravi con le mani come lo era quell’uomo di colore che si era tagliato i polsi durante l’interrogatorio? E ancora, che cosa aveva spinto il pirata a entrare nella capitale, dato che non poteva sapere del comizio?

Eric pensò, arrivando in un parco quasi per caso senza che lui potesse accorgersene, che la mossa migliore fosse quella di anticipare le mosse dell’altro, evitando di giocare al gatto col topo e interpretare invece la parte del leone, dirigendo tutta la vicenda. Mentre vedeva alcuni bambini giocare con gli aquiloni o sull’altalena, pensò che fosse il momento di parlare col Re, Taddeus, e farsi comunicare tutte le rotte commerciali della prossima settimana. Prima di quel tempo, avrebbe dovuto avere una ciurma e la goletta pronta.

Improvvisamente, però, vide un uomo incappucciato che stava dileguandosi, diretto verso il porto. Seccato per dover rinviare il colloquio con Taddeus, Eric decise di tornare sui suoi passi e seguire quell’uomo molto sospetto. In quella giornata così calda, neanche il Cacciatore aveva il mantello, quindi, una via dopo l’altra, i due attraversarono tutta la città fino a giungere al mare, nei pressi di casa Copperfield.

Eric era pronto a puntare la pistola senza essere visto da troppe persone. Puntò la pistola contro la sua schiena e ordinò l’alt.

“Fermo, o sparo!” esclamò. “Come mai mi hai seguito?”

L’uomo non rispose subito, tuttavia tolse lentamente il cappuccio e rivelò la sua faccia. Eric non aveva mai visto nessun uomo con la pelle giallastra e gli occhi molto stretti, dal taglio orizzontale.

L’uomo sorrise, in un sorriso molto forzato, come se volesse trarlo in inganno.

“Il Nonmondo è così difficile da trovare?” chiese, prima di correre a perdifiato.

Eric prese a correre anche lui, in modo da catturarlo e interrogarlo, quando si sentì uno sparo alle sue spalle. Proveniva dall’abitazione di Frank.

Maledicendo tutti i tipi di dei che conosceva, Eric sfondò la porta con un calcio e ciò che vide gli provocò un attacco di nausea.

La donna dai capelli rossi, moglie di Frank, giaceva a terra con la testa spappolata e rivoli di sangue ovunque. Con la mano destra, teneva una pistola ancora fumante.

Eric ebbe appena il tempo di capire ciò che stava vedendo quando dietro di lui qualcuno urlò a pieni polmoni.

Non lo vedeva, ma Eric era sicuro che Frank si era inginocchiato e si stava strappando i capelli.

“Frank” sussurrò infine, sempre senza guardarlo. “Ti porterò con me a uccidere Blackfield.”

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2 pensieri su “Il sale e il sangue/06

  1. Stavo già dando per scontato che il padre di Mary avrebbe aiutato con la spedizione, ma non mi lamento del cambio di rotta! Copperfield sembra un personaggio molto più interessante e pieno di conflitti, per usare un eufemismo!
    Se il Cacciatore non vuole giocare al gatto col topo pare proprio che invece Blackfield voglia fare proprio quello!
    Mi è molto piaciuta la descrizione del porto, l’ho sentita molto vivida e chiara (insomma, sono tornata a rileggerla due volte!), e sebbene ancora sia strano pensare che una cosa così poco nonsense sia stata scritta da te mi ci sto abituando! Insomma, sei capitoli senza raggi laser sono un record!

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