Le avventure delle nuvole.

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“E quindi questo sarebbe un Cumulonembo… interessante”

Il Cirrostrato, dall’alto della sua saccenza, prese un bloc notes da dentro di sé e se lo segnò.

“Guarda come sono grosso!” Non hai un minimo paura di me?” chiese il Cumulonenbo, muovendosi con un leggero tremore.

“No, perché dovrei?” chiese dunque l’altro. “E poi, per quanto tu possa essere grande e grosso, hai sempre paura di tutto! Infatti te la fai addosso, ahahah! Addosso!”

Il Cumulonembo arrossì e scatenò un tuono, al che la gente al di sotto cominciò a correre ai ripari. Persino gli uccelli, che di solito erano comprensivi, cominciarono a cercare ripari fra gli alberi o sui lampioni in modo da andare di corpo sulle macchine parcheggiate.

“Non me la faccio… addosso” disse il Cumulonembo per difendersi. “Anzi, adesso che mi hai offeso tirerò fuori il mio spadone!”

Il cirrostrato cominciò a temere il peggio, ma l’altro estrasse davvero una spada, che sembrava forgiata da uno che non sapeva assolutamente cosa fossero le armi. Era tutta etera, incorporea e zigzagata. Sembrava proprio una nuvola.

“Ma questo è un Altostrato, mica una spada” fece notare il Cirrostrato. “No, perché se mi dici che dobbiamo sfidarci a duello chiamo anche io un alleato. Vieni Cirro!”

Uno squadrone di piccoli sbuffi bianchi arrivò fiero e impettito. Ciò che non si apprezzava dei Cirri era la loro parlantina come se avessero mangiato elio a colazione e a pranzo.

“Che cosa dobbiamo fare?” chiesero tutti contenti.

“Non è ovvio?” disse retorico il Cirrostrato. “Dovete andare al Cumulonembo e fargli smettere di fare pioggia, ché la gente lo sta odiando!”

“Che poi, grande e grosso e ha paura pure delle mosche che entrano dentro di lui…” interloquì totalmente a caso un Nembostrato, che passava di là.

Il Cumulonembo si spaventò non poco. “HO UNA MOSCA DENTRO DI ME? ODDIO!” e ciò non fece che aumentare i tuoni e i fulmini.

“In ogni caso” tornò a dire, una volta ricompostosi. “Ho qui lo spadone e non ho paura dei tuoi Cirri!”

“Peccato che siano svaniti” disse il Cirrostrato. “Avrei dovuto chiamare i Cirrocumuli, ma loro da quando gli ho detto che somigliano a bambagia, non fanno che curare le ferite del cielo”

In effetti, i Cirrocumuli stavano soccorrendo il cielo, che urlava a causa dello spirito che gli lanciavano. “Eh ma dobbiamo curarti o no?”

Il Cumulonembo, vedendo quella tortura e vedendo che effettivamente una lunga linea bianca percorreva quel manto altrimenti azzurro, si grattò la testa e chiese “In effetti, non sono scie chimiche quelle?”£

“SCIE CHIMICHE? CI SONO GLI SCIENZIATI NEL CIELO?”

Il Cirrostrato esplose. Anche quella volta, l’ebbe vinta il Cumulonembo, che continuò a piovere indisturbato.

 

 

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