“Un momento”
Il cucciolo di cane si svegliò dal torpore, inquietato da una folle domanda. Doveva chiedere a qualcuno, ma non c’erano altri animali in casa. Così chiese al tavolo del soggiorno, l’essere più vicino di cui si fidava. Non era neanche il suo lettino, perché certe volte gli lasciava le pieghe sulla pelle ancora liscia.
“Tavolo? Tavolo, devo proprio parlarti!”
Il tavolo non disse nulla, ma il cane seppe di avere la sua attenzione.
“Io sono un cucciolo o un cucciolone?”
“le domande degli esseri viventi” dice il Tavolo, sospirando. “Una volta anche io lo ero. Ero un bell’albero, tutto di legno e con le radici mi nutrivo, inoltre con la fotosintesi clorofilliana facevo diventare le mie foglie verdi e rigogliose”
“Sì ma cosa c’entra con…”
“Gli alberi sono esseri viventi” proseguì imperterrito il Tavolo. “Ero veramente potente, riuscivo persino a sostenere molti nidi. Una volta alcune api hanno costruito il loro alveare, dentro di me. Ero diventato un vero autogrill per quelli che volevano un po’ di miele. E anche gli umani ne prendevano, fino a quel tragico giorno”
“Non m’interessa se sei stato sradicato per farci poi un tavolo. Ringrazia che non sei diventato carta igienica o un libro dozzinale! Devi rispondere se sono un cucciolo o un cucciolone!”
“Le carte lo dicevano” rispose il Tavolo “avrebbero voluto fare un parcheggio proprio lì mentre sorgevo, ma gli ambientalisti mi hanno difeso. Sono rimasto lì, anche bendato, anche coperto di striscioni, e la guerra la stavano vincendo. Poi arrivò un fulmine e mi ha abbattuto”
“Va bene, ma ora rispondi, perdinci!”
“Fido, non abbaiare!”
“È stato bello” disse il Tavolo. “Ma tu, cos’è che volevi chiedere? Di fronte alla mia testimonianza, vuoi ancora chiedere qualcosa a questa vita?”
“No… in effetti no” rispose il cane Fido. “Sono un cucciolone, allora”
Fido improvvisamente si trasformò in un biscotto gelato con una vignetta non divertente disegnata su.