Ogni riferimento nel titolo a un a nota marca di merendine è puramente casuale e comunque non teso a prendere un euro per i prodotti piazzamento.
Sapete, in paradiso ci stanno tutti i bravi ragazzi.
“Ci stanno a far cosa?” chiede Wendy.
Oh.
“Beh.,. ci stanno, ci stanno” rispondo.
“Casomai vi abitano, non ci stanno. Davvero, dovresti prendere un dizionario e non dire solamente ciao oppure ho sonno”
Non so se offendermi o prenderlo come complimento. Dormire e salutare sono i primi due comandi del Gioca Jouer. In ogni caso stavo parlando del paradiso. È un bel posto, mi è stato detto. Guardo il cielo terso. Solo una nuvola passeggera impedisce che la tela sia colorata di un solo colore.
“Beh” continua Wendy “il paradiso non puoi guardarlo da lassù. Si dice anzi che non esista proprio. E anche se esistesse, sarebbe comunque troppo lontano”
Guardo Wendy. Ci fermiamo di botto mentre camminiamo e i passanti, o almeno alcuni di loro, sbattono su di noi talmente siamo stati improvvisi.
“Senti” esordisco io “la finisci di essere pignola? Stavo parlando del paradiso”
Wendy risponde “Il paradiso è un luogo che per essere visitato richiede solamente una condizione. La morte.”
A un certo punto, sento un’aura molto buia e negativa sulla ragazza.
“In ogni caso” prosegue lei “c’è anche da dire che è un luogo di felicità. Ad esempio ho sentito dire che ci siano enormi campi di basket”
Non a caso, mentre stiamo passando c’è un campetto dove alcuni ragazzini giocano proprio a pallacanestro. Uno di loro ha appena preso il ferro.
“Poi, comunque, bisogna vestirsi tutti di bianco”
Le parole di lei mi fanno venire in mente di quando una volta sono andato in questo posto pieno di torte. Una di queste era completamente nera. Allora Bob, il commesso, mi ha detto “La vuoi?” Ma non la volli, perché appunto era nera e noi stiamo parlando di bianco.
“Tutto luce e cori gospel” mi ritrovo a dire. Wendy mi guarda perplessa. “Ancora stai a pensare al paradiso?”
“Sì” dico io. “Anche solo per le aureole al neon”