La goletta del Cacciatore era ormai arrivata vicino il carico. Eric e il suo equipaggio erano lieti di vedere come quell’imbarcazione sembrava non aver riportato danni, dunque la perfida mannaia di Blackfield non era arrivata fino a quelle coordinate.
Tuttavia, occorreva controllare, dunque l’uomo scelto dal Re per sconfiggere la piaga della pirateria pensò di ricorrere a tutta la diplomazia possibile per parlare con il capitano dell’altra imbarcazione e lasciare che fosse lui stesso a scortarli verso il porto.
“Cacciatore?”
La voce di Mary arrivò alle sue orecchie, mentre lui stava accanto al bompresso, pensando a molte cose, una delle quali era il dubbio se non fosse stato meglio a vedere che fine avesse fatto il carico di spezie. Era stato colto dalla tempesta oppure…?
“Che succede, Mary?” disse lui, senza guardarla, osservando piuttosto il mare scuotersi e trasformarsi in spuma bianca al passaggio della prua.
“È da qualche giorno che ogni volta che passo, questi uomini mi fischiano dietro. Nick, poco fa, ha provato ad attaccare bottone con me buttandola sulla filosofia. Non dico di non esserci abituata, ma…”
Eric guardò gli occhi verdi della ragazza. Sembrava davvero seccata, ed era venuta giustappunto a lamentarsi di qualcosa di tipico e all’ordine del giorno in una barca piena di uomini. Tuttavia, egli aveva la risposta giusta.
“Be’, se ti dà fastidio, perché non mozzi loro la lingua? Tanto, in ogni caso, di questa gente mi necessitano solo gli arti. La lingua se è possibile posso anche farne a meno, anzi forse è anche meglio, visto che complottano contro di me”
“Ah!” esclamò stupita Mary. “Allora lo sapevi?”
“Mary” disse lui, sorridendole “io sono il Cacciatore. Ho avuto modo, ancora prima che tu te ne accorgessi, degli strani movimenti dei marinai scelti dal Re. La Battaglia dell’Aurora si è consumata solo sei mesi fa e il discorso di Steven Blackfield ancora risuona nelle orecchie di molti, pertanto il pensiero stesso che i Ravenwood possano essere tutti traditori sta sfiorando la mente delle persone. Inoltre, chi, da sconosciuto, si ritrova a collaborare in maniera forzata, non è predisposto naturalmente a dare fiducia. Ci sarà sempre, da entrambe le parti, la volontà di scoprire qualcosa dell’altro, e bada, qualcosa di negativo. Questi marinai vogliono scoprire quantomeno il mio nome, ed io voglio scoprire se sono talpe del maledetto a cui stiamo dando la caccia. Ora, so anche che sono capitanati dal Nostromo, di cui non posso liberarmi. Tuttavia, io ho uomini – e una donna – scelti da me che possono gestire la situazione”
Mary ebbe un luccichio agli occhi. Il Cacciatore contava su di lei.
“Sì, lo farò, Capitano!”
“Sta’ attenta e se qualcuno ti infastidisce, buttalo a mare. Hai il mio permesso”
Eric con quelle parole congedò la ragazza, tornando a concentrarsi sul vascello davanti a lui.
“Cominciate con la segnalazione!” ordinò ai suoi uomini, che tanto suoi non erano, visto che gli stavano dando le spalle.
Eric seppe che la comunicazione, che consisteva nel cambio bandiera e fare qualche folgorio con una lampada in pieno giorno, funzionò perché l’altro vascello si fermò, aspettando che la goletta le si avvicinasse. Infine, toccava a lui parlare a voce col capitano, che in persona gli si presentò in attesa del motivo dell’interruzione della rotta.
“Salute a voi, Capitano” esordì tendendo la mano. L’altro la strinse, e il Cacciatore sentì molti calli.
“Sono il Cacciatore” proseguì “l’uomo incaricato dal Re per fermare la minaccia dei pirati. Secondo le mie indagini, siamo arrivati alla conclusione che Steven Blackfield ha perlomeno un covo nei pressi di Tukha e inoltre abbia ripreso la sua attività. In base alle rotte commerciali di questa settimana, voi siete un obiettivo sensibile, pertanto il mio dovere vi obbliga a scortarvi lungo il resto della traversata”
Il capitano aveva ascoltato attentamente il monologo del Cacciatore. Aveva sentito parlare di lui, di come aveva avuto credito presso molti capi di stato e sarebbe stato solo questione di tempo prima che Taddeus l’avrebbe ingaggiato. Così eccolo lì, in carne ed ossa, con la barba non curata, le occhiaie e un mantello lercio.
“Così sia” disse il Capitano. “Come potete vedere, non abbiamo ricevuto danni e saremo felici di avere il famoso Cacciatore a scortarci in tutta sicurezza”
Eric non poteva scorgere dal tono di voce se le parole del suo interlocutore corrispondessero con quello che pensava, ma non ribatté oltre e pose la sua goletta dietro il bastimento, in modo da poterla osservare lungo il tragitto.
Neanche in quel caso Eric era convinto di aver fatto la scelta giusta e qualcosa gli diceva che avrebbe dovuto prendere la rotta nord, in modo da verificare le condizioni della nave carica di spezie. Ancora prima, avrebbe dovuto indagare assieme agli uomini sbarcati alla Spiaggia delle Promesse, invece non aveva fatto nulla di tutto quello.
“Cacciatore?”
Eric si voltò, dando le spalle al parapetto sul lato destro della nave, che era proprio il lato dov’era caduta Jane, sua moglie. Aveva preso l’abitudine di guardare sulla superficie azzurra sempre uguale, perché, forse, Jane sarebbe ricomparsa fra i flutti.
Una volta aveva giurato di aver intravisto qualcosa, ma forse erano solo delfini.
“Sì, dimmi… Francis Norald” disse Eric. Norald era davanti a lui, tenendo le mani in tasca e limitandosi solo a squadrare quello che ormai era il suo nemico giurato. Il vento che spingeva la nave era l’unica cosa che si poneva fra loro.
“Siamo venuti alla conclusione che non possiamo fidarci di voi” disse Norald. “Da questo momento in poi non saremo più alle vostre dipendenze”
“Strano” rispose il Cacciatore “mi era parso di capire che io facessi le veci del Re, fintantoché siamo in mare aperto. E, in nome del Re, perché volete ammutinare?”
“Ringraziate che io stia provando con le buone a dissuadervi nella vostra missione e non vi abbia già fatto uccidere nel sonno” ribatté piccato Norald “tutti i marinai hanno firmato dichiarazione di presa coscienza e non vi riconosciamo più nel sovrano”
Eric si ritrovò fra le mani una pergamena con tutte le firme dei marinai, tranne le tre degli uomini che invece erano sbarcati a Tukha . Per tutta risposta, prese la pergamena e la stracciò in diversi pezzi, che poi gettò nel mare dietro di lui.
Norald socchiuse gli occhi, senza però reagire in altro modo. “Vi credete furbo, vero? Immune alla legge del mare, con quei quattro tirapiedi che vi portate appresso… che poi, perdonatemi, ma una donna? E inoltre un medico che è anche un ladro? E ancora, un pescatore ignorante che ha visto la propria moglie suicidarsi? Per non parlare del ragazzino depresso che è sempre attaccato al medico… insomma, avreste potuto scegliere meglio i vostri collaboratori”
“Be’” rispose il Cacciatore “almeno loro mi hanno seguito di loro spontanea volontà. Alcuni mi hanno anche implorato. E voi, invece, potete dire altrettanto? Oppure avete convinto gli altri con la coercizione e diffondendo false notizie?”
Non attese risposta, perché avanzò arrampicandosi su uno degli alberi utilizzando le funi e urlò a squarciagola, tenendosi aggrappato in modo da far sembrare che stesse volando.
“Gente di mare!” esclamò per prima cosa, e tutti i presenti gli rivolsero uno sguardo. “So bene che questa missione non è cominciata col piede giusto, ma cospirare contro di me non vi porterà da nessuna parte, né tantomeno il plauso dell’uomo che tanto ammirate, che, lo ricordo, è un assassino, un ladro, e non si farebbe tante remore nello stuprare le vostre donne. Ha minacciato un Regno, umiliato un uomo, e sta impedendo la crescita del vostro popolo, saccheggiando ciò che potrebbe essere utile alle vostre famiglie, alle vostre case. E, ciò nonostante, volete comunque dargli corda? Forse i Ravenwood non hanno un passato pulito, il che è ancora da dimostrare, ma siete davvero sicuri che il maledetto a cui stiamo dando la caccia sia uno stincodisanto? Qualcuno di voi può davvero raccontare ciò che successe durante la Battaglia dell’Aurora?”
Nessuno rispose. Nessuno di loro era fra i militari che diedero la vita in quelle acque.
“Nessuno risponde?” incalzò Eric. “Allora, convenite con me che ho ragione a dare la caccia a un pazzo egocentrico che crede di essere un illuminato emissario degli dei, che considera gli altri come feccia e che non esiterebbe a gettarvi fra i flutti se convenisse alla sua causa?”
Non ricevette nessun’altra risposta.
“Dunque, che volete per i vostri cari? La morte e la disperazione oppure il perseguire dei valori di ricchezza, forza, e fratellanza?”
“Io sto col Cacciatore!” esclamò improvvisamente uno dei marinai più giovani, alzando un pugno.
“Anche io” fece eco un altro. Di lì a poco, tutti alzarono il pugno acclamandolo, persino il timoniere, che pure aveva dei dubbi.
La gente era facilmente volubile, e Eric si convinse di aver risolto il problema di fiducia, almeno temporaneamente. Adesso occorreva agire anche nei fatti concreti, in modo da isolare Norald. Gli venne un’idea.
Il Cacciatore scese verso le cabine interne e andò a controllare dove fosse Patrick. La prima cosa che gli venne in mente fu chiederlo a Nick, così aprì la porta del suo studio, poiché sapeva che si chiudeva per studiare.
“Hai per caso visto… eh?”
Quello che Eric vide non fu piacevole. Nick era in ginocchio con le mani dietro la testa, mentre Mary gli stava puntando una pistola.
“Mary! Posa subito quella pistola!” esclamò scandalizzato l’uomo, ma Mary sputò per terra.
“Questo maniaco pervertito mi ha palpata! Hai detto tu stesso di ucciderlo!”
“Non ho detto questo” rispose lui cercando di rimanere ragionevole. “È il nostro dottore, e non possiamo eliminarlo così, non dopo che ho ottenuto la fiducia degli altri marinai”
“Ma… mi ha palpata” protestò la ragazza. “Non può passarla liscia”
Eric sospirò. Stava per dire qualcosa, ma colpì con pugno Nick il medico, facendogli perdere sangue dal naso.
“Ci voleva tanto?” chiese retorico ad entrambi, per poi risalire a comandare la goletta.
Da quel momento, Eric non poté fare a meno di pensare che Mary fosse attraente, soprattutto quando era concentrata per qualcosa.
Almeno un po’.
Un capitolo pieno di emozioni per il nostro Cacciatore, questo! Tra lo sventato ammutinamento, l’incoraggiare Mary al commettere omicidio se necessario e la chiacchierata col capitano dell’altra nave di certo non ha come annoiarsi! Vedremo ora per quanto i problemi lo eviteranno (se lo faranno).
Sono una brutta persona, ma sapendo già cosa è successo al carico di spezie tutte le volte che lui ci pensa mi viene un po’ da ridere. In realtà non ho ancora deciso se sono #TeamCacciatore o #TeamBlackfield, staremo a vedere come la storia prosegue ^^
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psss #teamBlackfield
io non ti ho detto niente.
By,
un amico.
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