Un vuoto da colmare.

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“Se ti riempissi di me?”

No, grazie acqua. Credo che me ne starò ancora un po’ da solo. Vuoto. Senza niente.

Il fatto è che sono un bicchiere molto capriccioso. Nel senso, vorrei essere riempito, ma non di acqua.

“Bicchiere, per te c’è la Coca Cola”

Una bottiglia panciuta colma di un liquido nero che riesce a detergere anche i tubi del lavandino si avvicina e comincia a guardarmi ammiccante.

“Ehi, lo so che sei…”

“Lasciami perdere” dico. Vi prego, non la Coca! Nel frattempo, guardo un cucchiaio. Bello, snello, con l’estremità un po’ ricurva che ricorda vagamente l’incisivo di un Vampiro… sì, vorrei essere riempito di cucchiai. Peccato che non sono liquidi, ma io non sono schizzinoso.

Mi volto, perché qualcuno mi bussa alle spalle, sempre che io abbia delle spalle.

“Un po’ di tè freddo alla pesca?” dice quello.

“Peccato, lo preferisco al limone”

Il tè toglie l’etichetta e rivela “Ah-ha! Sono al limone!”

“Ho detto limone? Preferisco quello alla pesca!”

Alla fine anche il tè freddo esplode e arriva la gazzosa, la fanta, la spremuta, il rum, la vodka il gin e anche la sangria.

Io, però, continuo a guardare il cucchiaio, che sta socializzando con tutte le altre posate. C’è anche un po’ di luce del sole che gioca col metallo di cui sono fatte… come sono belle, non avrei mai pensato di potermi innamorare della sinuosità dei cucchiai, della lingua biforcuta della forchetta, del passo tagliente del coltello…

Sospiro. Magari, se mi faccio avanti posso risultare interessante anche ai loro occhi, o perlomeno ai loro manici!

“Scusate, ragazzi!” esordisco, sperando di essere cordiale. “Di cosa parlate?”

“Di fisica quantistica!” esclama il coltello. “Di cosa dovremmo parlare? Siamo posate, no? Di cucina!”

Il coltello è un po’ antipatico.

“Forchetta, tu perlomeno sembri simpatica e…” tento di raddrizzare la barca, ma la forchetta dice “Ehi ehi! Perlomeno? Guarda che il coltello è simpaticissimo, anche se io sto col Cucchiaio! Cosa c’è, volevi provarci con me,e h?”

Rimango un po’ deluso. La gang delle posate non ha posto per i bicchieri. Alla fine, vado dal rum.

“Riempimi tutto” dico sconsolato.

“Con piacere!”

 

 

 

 

 

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