Il sale e il sangue/23

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“Hai fatto benissimo ad accettare un nuovo membro della ciurma… più che altro per il bene di Jack, così almeno si mette la testa a posto”

Così aveva detto Josephine a Steven Blackfield, lei lo aveva sentito benissimo. Maggie non riusciva a credere di essere stata raggirata da un uomo che le ha risparmiato la vita quando non aveva motivi per farlo. A un certo punto aveva cominciato a piacergli…

Ricordava ancora con violenti sudori freddi ciò che era successo qualche giorno prima. Era felice, in viaggio verso Tutuk Naga, e tutti i problemi erano in secondo piano; finché le cannonate della Black Sheep, il vascello che aveva trasportato il Re Ammiraglio nel suo ultimo viaggio, non attaccò anche la loro barca.

Steven Blackfield non appariva da sei mesi, ma la sua ferocia era stata inarrestabile: nel giro di qualche ora avevano depredato e ucciso tutti i suoi compagni di viaggio. Lei, tuttavia, stava viaggiando da sola, perché sperava di poter trovare lavoro a Tukha, la capitale di Tutuk Naga. In un certo senso, quel viaggio le aveva cambiato la vita.

Più beveva in quella locanda, più i ricordi le tornavano vividi. Ricordava di trovarsi in un corridoio. Jack aveva già ucciso una, due, tre persone, quando infine arrivò a lei. La annusò e la toccò in più punti, mentre lei non poté fare niente per reprimere i brividi disgustati e le lacrime. Puzzava di sangue e sudore.

“Vieni con me” disse Jack, e lei non ci aveva pensato due volte, pur sapendo di andare incontro a un destino peggiore della morte. Fu assegnata come mozzo, ma aveva continuato ad avere paura. Lo aveva picchiato, urlandogli contro che era un maledetto assassino, e aveva pensato di gettarsi dal parapetto della Black Sheep, ma era stata salvata proprio da Jack, che le aveva fatto un lungo discorso sul valore della vita, proprio lui che aveva ucciso quelle persone davanti a lei, e non aveva provato a negarlo, ma aveva spiegato che i pirati uccidevano o venivano uccisi, era la legge del mare. Maggie riprese a bere, e i ricordi si accavallavano ancora. Dopo quella diffidenza iniziale aveva smesso di giudicarlo e vederlo dunque sotto una nuova luce, soprattutto da quando era stato disposto a dimezzare il suo rancio pur di nutrirla. Il tutto in pochi giorni.

In quel momento, però, tutto era stato di nuovo rimesso in discussione. Aveva ancora paura di lui, e ogni volta che si avvicinava tendeva a morderlo o a scappare, ma a un certo punto le nacque la sensazione che Jack non fosse poi tanto cattivo. Non poteva più pensarlo, ormai: Jack era un pirata senza cuore, e lei era solo un oggetto ambulante, risparmiata solo perché aveva qualcosa in mezzo alle cosce che quel bastardo non vedeva l’ora di prendersi con violenza.

Occorreva vendicarsi, così era scesa di nascosto e aveva seguito quei bastardi. Aveva anche ascoltato tutta la conversazione, anche se non aveva capito molto. Valeva comunque la pena di seguirli, con circospezione, per capire cosa avessero in mente, anche se effettivamente avevano parlato di un cimitero da visitare. Nei giorni di navigazione, aveva chiaramente sentito Blackfield parlare di un certo Cacciatore, un uomo che, in base agli epiteti a lui dedicati, odiava e desiderava uccidere nei modi più brutali. Maggie ne dedusse che costui lo stava cercando, quindi prima o poi il Cacciatore sarebbe arrivato in quel paesino, dove c’era Ursus, il signore corrotto scelto da Blackfield in persona per governare in sua vece.

Maggie era dunque a un bivio: seguire quei malnati o aspettare che arrivi il Cacciatore per raccontare tutto quanto? Mentre finiva il suo pasto, sentì alle sue orecchie una frase detta da qualcuno nel tavolo vicino.

“Sai Roger, a volte bisogna ignorare le cose per poterle realizzare”

Così sentì, e si disse che, applicandola alla sua vita in quel momento, ignorare Blackfield e i suoi magheggi con quei due strani tipi giallastri era una scelta saggia in quel momento.

Non sarebbe più salita sulla Black Sheep.

Maggie diede un ultimo boccone e un ultimo sguardo a Steven Blackfield e la sua figura longilinea quanto allegra a causa delle tante giornate in mare, e sospirò.

La vita dei pirati era dura e tormentata. Solo un pazzo avrebbe potuto decidere di unirsi a loro.

Nel frattempo, il pirata assieme a Ling e Hiroshi si diressero verso il cimitero, dopo aver noleggiato un carretto.

Occorreva fare una strada in salita, allontanandosi dalla città, sempre diretti verso ovest, dove il carretto avrebbe svoltato leggermente verso sud in direzione di un parco delimitato da delle alte sbarre in ferro.

L’ingresso del cimitero era aperto a quell’ora, e il custode non ebbe nulla da obiettare nel farli entrare. Il silenzio di quel luogo era surreale, non cantavano nemmeno gli uccelli, eppure era una bellissima giornata. Si sentiva solo il suono delle suole degli stivali che calpestavano l’immenso prato verde che colorava il terreno.

Man mano che percorrevano il sentiero principale, tombe e tombe affioravano. C’erano persino piccoli templi che recavano un cognome più o meno importante, ma che Blackfield non riconobbe. Era più interessato alle forme degli alberi, i quali rami sembravano cadere verso terra.

Lin e Hiroshi girarono a destra, mentre Snejder rimase ad osservare una tomba in particolare.

“Snejder! Vuoi venire o no? Non possiamo perdere tempo… c’è il Cacciatore da sgozzare anche, sai?”

“Sì… certo” disse Snejder, grattandosi un occhio con la base della mano. Nella tomba che aveva visto, c’era scritto Rachel Snejder, 2208-2237.

Era sua sorella, morta cinque anni prima. Ma il Cacciatore non poteva immaginare cosa dovesse provare: lui aveva avuto tutto dalla vita e mai subito un lutto.

Snejder covò un improvviso moto di gelosia e invidia verso il suo capitano, amico da sempre. Se fosse morto, Blackfield lo avrebbe pianto?

Infine, raggiunsero il luogo. Sembrava uguale al resto del cimitero, ma quella era l’unica tomba a forma di parallelepipedo, il che suggeriva la volontà di avere la bara esposta e coperta solamente dal marmo.

Blackfield, mentre toccava la fredda pietra, vide che era come se fosse protetta da uno di quegli alberi che lo incuriosivano. Non un alito di vento, non un canto di uccelli. Era come se tutto il paesaggio stesse rispettando il silenzio, amico e amante della Dea Nera, signora della morte armata di falce.

“Non riesco a leggere queste scritte” dichiarò mal celando un po’ di stizza, nel vedere quegli strani caratteri spigolosi. “Potete tradurre tutte le parole che riuscite a leggere, al di là del fatto che possano essere sconnesse?”

Lin e Hiroshi si scambiarono un’occhiata fugace, e cominciarono il loro lavoro. Nel frattempo una quinta persona cercò di approcciarsi al gruppetto.

Era una persona comune, forse, ma ad un occhio attento l’aspetto lievemente abbronzato comunicava tanti anni all’aria aperta.

Era sicuramente un marinaio.

“Salute a voi” esordì, mostrando una voce potente. “Perdonate l’intrusione, ma non ho potuto fare a meno di sentire… per caso avete detto Cacciatore?”

“Sì, lo abbiamo detto” disse Blackfield, posando il suo sguardo sul nuovo arrivato e sui due fratelli occidentali allo stesso tempo. “Perché?”

“Be’, perché non pensavo che qualcuno lo conoscesse! Che tempi… ormai non navigo più perché vivo ritirato in quest’isola, ma ricordo benissimo di aver trasportato il Cacciatore sulla mia nave per il suo viaggio di nozze!” rise. “E non mi è mai riuscito di sapere il suo nome!”

Blackfield ebbe un tuffo al cuore. Era vicino a una svolta, evidentemente la Dea Nera non lo stava solo baciando, anzi forse stava proprio abusando di lui.

“Viaggio di nozze? Parlatemene un po’” incalzò Blackfield.

“Oh no, voi volete sgozzarlo, quel poveraccio. O forse lo dite solamente perché siete in rotta con lui perché non si fa sentire e siete suoi amici… sapete, quel tratto di mare non lo scorderò mai perché ho affrontato il peggior fortunale di tutta la mia carriera. Ho anche avuto una vittima… sua moglie, la moglie del Cacciatore, capite? Per la miseria, e dire che erano in viaggio di nozze”

Blackfield si sentì mancare. Troppe informazioni, un senso di euforia e la consapevolezza di trovarsi ad un bivio.

Cercare il Nonmondo e arrovellarsi su quelle scritte dimenticate dal tempo oppure percorrere la pista verso il Cacciatore? Che fare?

“Va bene, va bene… ci siete stato di grande aiuto!” disse distratto, mentre la mente lavorava frenetica.

“Portategli i miei saluti, eh!” e il tizio si allontanò, ignaro del fatto che loro parlavano sul serio, quando progettavano di sgozzarlo.

“Sarà la moneta a decidere” dichiarò infine Blackfield, che non smetteva di far schioccare le dita, come tutte le volte che ragionava.

“Di cosa stai parlando?” chiese freddo Snejder, ancora risentito per il poco tempo concessogli per salutare la sorella.

Steven non lo ascoltò ed estrasse una moneta dai pantaloni. Scelse Testa e lanciò in aria, trepidante.

Furono i due secondi più lunghi della sua vita. Qualcuno, come Snejder, avrebbe detto che affidare il suo destino a una monetina era da sciocchi, ma il vice capitano sapeva che se lo avesse detto il suo capo lo avrebbe ucciso: in fondo, lui era il prescelto dagli dei, ciò che era successo quella mattina ne era la prova. Era l’amante, l’amico fraterno della Dea Nera, del Dio Azzurro e anche del Dio Celeste… tutti gli dei lo adoravano e gli facevano avere tutto quello che desiderava. Era così e nessuno lo poteva negare.

La moneta cadde fra i ciuffi d’erba. Uscì Croce. Blackfield se l’aspettava, perché era la scelta che gli aveva dettato il cuore.

Fece un respiro profondo e urlò: “Aspettate! Un momento, signore!”

Corse addirittura verso di lui, davanti agli occhi di uno sbigottito Snejder.

“Cosa c’è?” chiese l’ex capitano, incuriosito da quell’affanno.

“Potete farmi avere la lista dei passeggeri di quel giorno? C’è il nome del Cacciatore!”

“Oh” disse lui. “Ma certo”

Blackfield ghignò. Gli Dei lo amavano e lui avrebbe reso onore a loro infilzando un’altra testa su una seconda picca.

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2 pensieri su “Il sale e il sangue/23

  1. In effetti Blackfield ha una fortuna sfacciata!
    Segue gli indizi per ciò che sta cercando da tempo e non solo li trova, ma trova anche chi può dargli altri indizi per il suo nuovo interesse!
    Io continuo a trovarlo un personaggio accattivante, ha dalla sua molte qualità che vengono bilanciate dalla sua indole e dalle sue azioni tutt’altro che positive! Lo descrivi sempre in maniera accurata ed è come essere nella sua testa, sempre pronti a scoprire qualcosa di nuovo sul suo passato o sulla direzione in cui andrà in futuro!
    Che dire poi di Maggie? Ecco un altro personaggio da tenere d’occhio! Vedremo quando questa sua determinazione diventerà un problema, ma soprattutto per chi!

    Piace a 1 persona

    1. Questa ode a Blackfield non me l’aspettavo, e dire che è il villain 😀 devo dire che mi incuriosisce, quindi grazie per continuare a lusingarlo… a lui non può che fare piacere!

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