Nenèss, dunque! Cliccate sul link e compratelo, su!
In questa domenica che volge al termine voglio dare spazio a una cara collega, Laura Pacchioni, che con questo romanzo presente ha voluto raccontare una bella storia in quel di Londra! La ragazza, omonima del titolo, si ritroverà ad affrontare tutta una serie di vicende che, ne sono sicuro, vi terrà incollati fino alla fine del romanzo.
Ed è quello che ho voluto approfondire con Laura. Perché, effettivamente, ci terrà incollati al romanzo? Perché scrivere su delle pagine? Zuppiera?
Così l’ho invitata su questo blog e lei, accettando l’invito, si è sottoposta alle mie domande.
- Ciao, Laura! “Nenèss”, quindi. Perché questo nome?
Ciao Andrea, quante belle domande! Nenèss è il soprannome di una mia coinquilina a Londra, una ragazza francese il cui nome non svelo. In caso di un seguito, lo farò! Le avevo promesso che avrei aperto un bar un giorno, e che l’avrei chiamato Neness. Un giorno l’ho chiamata e le ho detto: “Il bar non l’ho aperto, ma sto scrivendo un libro, e la protagonista ha il tuo nome!” Ne è stata onorata e ovviamente il libro le è piaciuto molto! C’è un po’ di tutti noi nel libro e un po’ dei nostri pazzi anni a Londra.
- Secondo punto, Londra. La fantastica capitale inglese compare spesso nei libri. Ma tu, che ruolo le hai dato?
Londra è stata la mia prima vera casa, il primo posto dove mi sono davvero sentita bene. Mi ci sono trasferita a 20 anni e sono rimasta fino ai 24. La conosco meglio di ogni altra città. Per me è importante visualizzare per poter raccontare: il setting ideale non poteva che essere Londra, non ho avuto scelta!
- Com’è nata questa idea? L’hai sempre avuta?
Ho sempre voluto scrivere qualcosa, non sapevo bene cosa. A un certo punto ho messo insieme le mie passioni, tra cui Londra, i vini, le amicizie, le chiacchierate con le amiche, l’amore, ed è nata Neness.
- In quanto tempo hai scritto questo romanzo?
Un anno e mezzo, ritagliando momenti come potevo, districandomi tra lavoro, due cani, la vita quotidiana. Sono cresciuta anch’io scrivendo questo libro, tanto che volevo riscrivere i primi capitoli, ma poi ho deciso di lasciarlo così: Neness cambia con il susseguirsi dei capitoli e così ho fatto io.
- La copertina ritrae una ragazza adombrata che guarda fuori una serie di case. Come nasce questa idea?
Le casette fuori dalla finestra sono prese da google maps e sono proprio le casette che guardavo dalla finestra di casa mia a Vauxhall. C’è anche una tazza di tè, non un bicchiere di vino, scelta apposta per dare un’idea di tranquillità. Earl grey ovviamente, con un goccio di latte!
- Hai ascoltato musica mentre scrivevi?
C’è tanta musica nel mio libro con le “song of the day”, prima inglesi poi americane, leggendo il libro si capisce il perché. Se devo leggere o scrivere però non riesco a tenere musica di sottofondo, non riesco a concentrarmi, ma c’è sempre in qualsiasi altro momento, ogni momento della mia vita ha la sua colonna sonora!
- Dal libro viene fuori una certa passione per il vino. Che cos’è per te? E qual è il tuo preferito?
Per me il vino è qualcosa che rende una cena un evento, un incontro normale in un incontro speciale, perché, come dice Neness, succede sempre qualcosa di bello intorno a una bottiglia di vino! È anche il mio lavoro, sono sommelier e curo le vendite e le visite in una cantina in Lugana. Il vino preferito? Se è di buona qualità, mi piacciono tutti, dipende dalla stagione, dal momento, dal cibo che c’è in tavola. In generale, prediligo i bianchi freschi e fragranti, i rossi invece di corpo e vellutati.
- In quanto blog comico, non può non comparire un bell’aneddoto divertente che riguardi il libro!
Quando ho deciso di scrivere seriamente un romanzo, avevo alcune tracce nella mia mente. Un giorno sono andata a casa di un amico e gliene ho parlato. È stata la prima persona a cui ho parlato di questo progetto e lui ha preso la cosa molto seriamente. Ha aperto una bottiglia di prosecco, abbiamo analizzato le tracce, siamo rimasti con quella di Neness. Ha aperto la seconda bottiglia di prosecco e come per magia il corpo centrale del libro si è delineato davanti a noi. Lui ha sempre letto per primo i capitoli del libro, sempre lì, a incoraggiarmi e a fare il tifo per me. Ho creato un personaggio apposta per lui, per ringraziarlo. Non so se sia divertente, ma ti assicuro che alla fine della seconda bottiglia eravamo decisamente euforici, pronti a spaccare il mondo! E quante risate…
- Parliamo adesso del fidanzato di lei. Quanto può essere “protagonista” un pantofolaio?
In effetti Paul non è un protagonista. Serviva però per dare equilibrio all’inizio e per dar modo a Neness di spiccare il volo.
- In sostanza, “perché” scrivere Nenèss? Hai un messaggio che vorresti mandare?
Volevo scrivere un romanzo d’amore diverso dal solito: sono stufa di leggere libri rosa dove la donna viene sopraffatta da un uomo bello e ricco, un paio di vicissitudini, e poi vissero felici e contenti. Volevo creare qualcosa di alternativo, con una protagonista forte, che sapesse cosa vuole dalla vita, non dipendente da un uomo. Spero di avercela fatta.
- Il tuo romanzo è un self, quindi in qualche modo posso definirti “collega”. Qual è il tuo rapporto con questo mondo?
Cerco di non pensarci troppo e di non crucciarmi più del necessario. I social e collaborazioni come questa sono praticamente il nostro unico modo per farci conoscere, credo fortemente nella solidarietà tra noi autori self, anche se a volte mi sento un po’ demotivata: tutti scrivono, tutti vogliono essere letti. Io credo nel mio libro, tantissimo, e vado avanti per la mia strada, nonostante tutto.
- “Storie spumeggianti e appassionanti, così hai scritto”. Come un buon bicchiere, no?
La passione è il motore trainante, che sia per l’amore, per il lavoro, per la città, per un tipo di vino. Spumeggianti perché i personaggi a volte sono un po’ sopra le righe, ma vi chiedo di leggere tra queste righe, senza giudicare, col cuore aperto. Sono personaggi veri, con i loro difetti, si mettono quasi a nudo e li adorerete!
- Bene, l’intervista è conclusa! Il libro è molto interessante e, personalmente, ti ringrazio per le collaborazioni che abbiamo fatto e per il tuo tempo!
Grazie a te Andrea, l’unione fa la forza e secondo me, noi possiamo davvero cambiare il mondo dell’editoria. Siamo tanti, siamo forti, capaci, pieni di idee originali, insieme possiamo farcela!