Coralli brutti

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Questa storia partecipa alla XXX challenge del Raynor’s Hall. Il tema era “Corallo”. Spero vi piaccia!

 

Sapete una cosa?

I coralli sono brutti.

E non lo dice uno che li odia, eh. Ma uno che li ama da morire.

“Ma fa’ silenzio, che hai appena fatto una pessima figura! E poi, perché i coralli dovrebbero essere brutti?” mi chiede giustamente una stella marina.

“Be’, perché sono… come posso dire”

“Appunto, non sai dire! Per essere un pesce pagliaccio…”

“D’accordo, basta con questa storia!” esclamo furibondo. “Adesso vi faccio vedere io chi è il pagliaccio in questo mare!”

Il problema è che il mare è molto grande. Il corallo dietro di me ridacchia.

“Che hai da ridere?”

“In questi giorni sei un po’ nervoso. Ho fatto qualcosa di male?”

“No, qualcosa di mare!”

Una piccola corrente marina aleggia sui due interlocutori, cioè su me e la stella marina. Persino uno squalo sente freddo e si allontana gradualmente.

“Pessimo, pagliaccio” dice la stella marina. “Quindi vuoi dimostrare che sono brutto? In bocca al lupo”

Voglio dire, nell’oceano so benissimo di non poter trovare lupi, ma in ogni caso una cosa posso farla: chiedere alla plastica.

“Scusa, plastica”

Il sacchettino che svolazza si sente disturbato: “Ci sono ancora pesci? Cos’hai da chiedere all’invincibile sacchetto?”

“Un parere sui coralli, alla svelta!”

“I coralli sono rossi” risponde il sacchetto. “E adesso lasciami in pace, che devo fare il cosplay di una medusa”

Ecco. Lo sapevo. Mi avevano pur detto di non chiedere mai niente ai sacchetti che infatti sono Abbastanza scocciatori e corpi estranei al mare, allora vado a chiederlo a un relitto. Il relitto più vicino è quello di un sottomarino affondato per qualche motivo. So anche che è abitato da moltissimi pesci di ogni forma e dimensione.

“Scusate? C’è qualcuno?” grido. Arriva un cavalluccio marino che dice “Ihihihi” e, scuotendo il fondale, mi lascia davanti un sacco di sabbia prima di cavalcare verso ovest.

“Sempre spiritoso, l’equino” affermo, ma non demordo e cerco di entrare, ma dal fondale arriva un pesce molto piatto che, infastidito, mi funge da muro.

“Ehi, ehi! Non vedi che è proprietà abbastanza privata?” chiede appunto la sogliola.

“Eh? E poi… che vuol dire, abbastanza? Non del tutto?”

Non riesco a decifrare la lingua delle sogliole, e lo capisce anche lei, così mi indica un cartello che non avevo notato, in cui c’è scritto “Proprietà abbastanza privata. Percentuale: ottantasette percento”

“Non male” commento.

“Già. Mi mancano pochi punti e i bollini saranno tutti compl… un momento!” si interrompe. “Sei comunque nella mia proprietà! Vattene, o ti scarico una serie di granelli di sabbia che, dopo, non sartia più così tanto spiritoso!”

“Voglio vedere se ci riesci!” esclamo, rischiando grosso ma determinato a entrare nel sottomarino. La sogliola, attivando su di sé la funzione paletta, prende un po’ della sabbia e me la lancia. Non accade che una piccola nuvola di fumo che si dissolve senza neanche avermi sfiorato.

“Ti aspettavi una mitragliata?”

La sogliola è abbastanza imbarazzata. “Be’, un pochino” ammette. “Ma non è finita”

“Non è finita lo dico io!” ribatto infuriato.

“Lo dico io!” dice la sogliola.

“No, io!” esclamo ancora più forte. Magari qualche inquilino del sottomarino potrebbe anche gettarci addosso un po’ di mobilia per farci stare zitti.

“Non è finita finché non sei sottoterra” dice un granchio, che non potrebbe stare così a fondo nell’oceano.

“Granchio! Che ci fai su questi fondali?” chiede la sogliola. A lui non lo dice che è entrato nella proprietà abbastanza privata.

“Sono morto…”

Il granchio sparisce. Torniamo a noi.

“Allora! Mi fai passare o no?” chiedo, sapendo che il tempo stringe.

La sogliola ci pensa su. La sua tecnica della mitragliatrice non ha sortito alcun effetto, quindi può anche dichiarare bandiera bianca. Improvvisamente arriva un corallo.

Bisbiglia qualcosa che non posso sentire, anche se ho il sentore di aver capito di cosa possa trattarsi.

“Da dove è venuto quel corallo…?” mi chiedo a un certo punto, ma la sogliola mi fa tornare alla realtà.

“Prima devi dire che i coralli sono belli” mi esorta.

“È proprio per questo che volevo entrare nel sottomarino” spiego. “Volevo chiedere ai pesci di ogni forma e dimensione se i coralli sono belli o brutti”

“Siamo belli!” esclamano i coralli. Cinge l’inesistente collo della sogliola trasformandosi in una bellissima collana.

Con un po’ di difficoltà riesce  completare il giro. Ci è voluto un po’ e tanti “Forza” bisbigliati a mezza voce.

“Siete bellissimi” ammetto. “E molto coraggiosi”

Ed è così che il mio viaggio termina. È stato breve, devo ammetterlo, ma una collana mi ha convinto della bellezza del corallo, soprattutto quello rosso. Mi ritrova la stella marina.

“Allora? Sono brutti i coralli?” mi chiede. “L’altro giorno mi ha fermato uno squalo martello e mi ha urlato in faccia che fremeva dalla voglia di piantare un chiodo, di corallo ovviamente! Quando dici tu…”

“No” lo interrompo subito. “Adesso ce l’ho con le conchiglie”

Le conchiglie tremano. Chissà cosa avrò in serbo per loro?

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