Buonasera e benvenuti nel secondo episodio dedicato ad Alessia Novello e ai suoi romanzi! È giusto dare spazio a tutte le voci che lo chiedono, quindi adesso è il momento di “Il fuoco che ci unisce“, disponibile al link che fornisco.
Vediamo un po’ l’incredibile sinossi, che spiega in poche parole cosa troveremo:
Chi lo ha detto che una malattia può frenare l’amore? Roxy ha solo ventinove anni quando scopre di essere malata: proprio a causa di questa malattia incontrerà Kelly, un uomo semplice e generoso con un lavoro che fa la differenza nel mondo. Chicago è la loro città, il loro sogno è Firenze, la loro vita è una sola. Roxy ha solo paura di amare, paura di avere una famiglia e questo la porta a essere una donna che cerca solo avventure. Kelly invece un sogno ce l’ha, anche se lo terrorizza molto: essere un buon padre. Sono pronti a mettere da parte i propri desideri per stare insieme? Sono davvero disposti ad amarsi e a credere nei loro sentimenti? Perché a volte è davvero difficile di quel che si pensa.
Bello, vero? E non è finita qui, perché ho invitato l’autrice a parlarne e lei ha accettato volentieri di tornare.
Buona lettura allora! E ricordate sempre di leggere e consigliare gli emergenti perché è importante.
- Ciao! “Il fuoco che ci unisce, dunque. Parla un po’ della trama.
-Innanzitutto ci troviamo a Chicago, cittadina degli Stati Uniti d’America. Kelly è un vigile del fuoco, e lui nasce dal mio amore verso questi uomini che rischiano la vita per salvarla alla gente. Roxy, invece, ne parliamo nella domanda successiva. La trama ruota intorno alla malattia di Roxy e al lavoro di Kelly, è molto lunga da spiegare e voglio lasciarvi il beneficio di leggere il romanzo senza spoiler.
- La protagonista si chiama Roxy. Come nasce un personaggio come lei?
-Roxy è nata dalla malattia che aveva mio nonno, e ho pensato “Perché non trasformare quel solito personaggio femminile in qualcosa di più forte? Qualcuno che lotti per se stessa?” ed è nata così, dal niente.
- Il protagonista maschile invece si chiama Kelly. Non è un nome un po’ troppo “femminile”?
-Tutti mi dicono che Kelly è un nome femminile, ma in America si usa in entrambi i sessi, quindi mi sembrava carino e appropriato per un personaggio come lui.
- Come città abbiamo Chicago e Firenze. Ci sei mai stata? Hai fatto ricerche sui posti? Cosa puoi anticiparci?
-Chicago è la città che più amo degli Stati Uniti, purtroppo non ho avuto la possibilità di visitarla ma dopo tantissimo tempo passato a studiarla la sento come una seconda casa dopo Firenze. Quest’ultima, invece, vorrei tanto visitarla ma voglio tenerla come meta per un viaggio importante della mia vita. Far combaciare un viaggio importante con un sogno è la combinazione perfetta.
- L’amore affronta le malattie. È una “prova” o dovrebbe essere affrontato come una componente della vita, quindi con serenità?
-La malattia deve essere affrontata a testa alta quando si ha un carattere forte, quando si è forti in tutto e per tutto. Roxy non lo è stata, ha sempre avuto paura di averla ereditata e quando è successo è caduta letteralmente in basso. Aveva bisogno di qualcuno che l’aiutasse a rialzarsi e Kelly lo ha fatto. L’ha aiuta a rimettersi in piedi.
- Com’è nata l’idea di questo romanzo?
-L’idea è nata dal mio amore infinito verso i vigili del fuoco e dalla malattia, come detto in precedenza, che aveva mio nonno. Perché non mettere due componenti forti? Perché non creare qualcosa che unisce due persone ma che al tempo stesso cerca di separarle? Ecco com’è nato, dall’amore di due persone, dalla voglia di unirsi ma al tempo stesso dalla paura di separarsi.
- Che musica hai ascoltato durante il romanzo?
-I Modà, solo e sempre i Modà. Loro sono la colonna sonora delle mie giornate. Quando scrivo ascolto solo e soltanto loro, mi danno una carica pazzesca e senza non posso vivere.
- Lo sai, questo è un blog comico. Racconta un aneddoto divertente riguardo la storia!
-Un aneddoto? Beh un aneddoto interessante è Kelly con i piedi impastati di pizza alle 7 del mattino per colpa di Mark! Come si può non provare quella sensazione di viscido nei piedi non appena si legge una cosa del genere?
- In sostanza, “perché”io lettore potrei appassionarmi al romanzo? Cosa ci trovo?
-Il lettore potrebbe trovare in questo romanzo quello che non trova da nessuna parte. Due caratteri forti. Uno che cerca di fuggire dalla malattia, che cerca di buttarsi solo nel divertimento senza prendere decisioni nella sua vita. L’altra, invece, che vuole una famiglia, che lotta per la propria vita ogni giorno salvando persone da incendi. Il lettore potrebbe amare Kelly e Roxy così come sono o voler cambiare tratti delle loro personalità perché ritenuti superflui o contrastanti. Quando creai Kelly pensai al tipo di uomo che pensa alla propria vita, che si concentra su quello che vuole davvero e che non si butta a capofitto sul sesso o sulle cose futili a cui pensano al giorno d’oggi quasi tutti i ragazzi. Lui è quell’uomo che quasi tutte le ragazze vorrebbero, io no ahahah! Il mio è un altro tipo di uomo, ma Kelly ha il suo fascino! La nascita di Roxy è venuta spontanea, qualcosa che somigliasse a Kelly ma che al tempo stesso si allontanasse al punto giusto dalla sua personalità. Quindi il lettore potrebbe trovare due persone ad un primo impatto simili, ma letteralmente differenti.
- La copertina ritrae un uomo in alta uniforme nascosto dal berretto. Come nasce l’idea?
L’idea nasce proprio dalla divisa da vigile del fuoco, ovvero il mestiere del nostro Kelly Owen. Avere qualcosa che rappresenti uno dei personaggi del romanzo è qualcosa di importante per me. In un certo senso quel berretto cela la storia e tutte le peripezie che hanno affrontato insieme i nostri personaggi.
- “Rowen’s story”. Chi è Rowen?
-Rowen non è una persona, ma l’unione di due. Roxy e Kelly. Non trovavo una combinazione adatta per i loro nomi, allora decisi di utilizzare il cognome di Kelly, ovvero Owen. Ecco da dove nasce “Rowen.” L’unione di Roxy+Owen. Sarebbe il nome della coppia, la ship. Come ogni fan di serie tv ho pensato di realizzarlo per i lettori, a loro piace avere una ship.
- Il romanzo mi sia come Ebook che come cartaceo. Tu da lettrice cosa preferisci?
-Preferisco il cartaceo al cento per cento. Ho solo cartacei in casa, non posso vivere senza. L’ebook l’ho creato perché non tutti la pensano come me, molti amano leggere in digitale quindi mi sembra d’obbligo accontentare anche loro.
- Bene, è tutto per oggi! Grazie per aver partecipato anche stavolta!
-Grazie a te per avermi permesso di essere presente!