Ultimo episodio! Ho concluso questa storia il 25 luglio 2013. Dovevo ancora compiere 23 anni, sigh. E adesso sto per farne 29…
“Ok, mio caro Igor, ti sei appena guadagnato le mie simpatie” asserì Olaf senior, il capo della banda dell’Osservatorio Astronomico, il quale non aveva mai perso di vista l’infiltrato che aveva fatto una carriera lampo, da pouf e soldato scelto e fino addirittura sulla Luna.
Igor si sconvolse. “Con ciò vuol dire che non le sono mai stato simpatico? Neanche quando faccio l’imitazione della torta a capodanno?”
“No, infatti” ammise il padre di Olaf, che per qualche strana ragione si chiamava anche Olaf. Erano otto generazioni che la loro famiglia sceglieva come nome maschio Olaf. “Però adesso dimentica tutto, siamo qui per scrivere la storia!”
Igor dunque non si perse d’animo e tornò a minacciare Loxombra, la quale, troppo stupita nel vedersi arrivare il nuovo arrivato, non aveva detto ancora nulla.
Così subì le angherie del grasso collaboratore di Olaf “Ahaha! Sei spacciata! Sei anche intimidita?”
Loxombra uscì di nuovo lo spadone laser “… non credo che siano domande che si facciano alla vittima”
Igor digrignò e disse “Quando un uomo con un disco volante e una ragazza con una spada laser si incontrano, quella con la spada laser è una donna morta”
Loxombra scosse la testa. “Mi dici perché stai tradendo la nostra causa?”
Igor rispose “Perché sono un infiltrato, cara! E adesso creperai a causa di tutto il male che hai fatto!”
Loxombra era incredula “Non posso crederci! Che male ho fatto mai? Sono stati i miei sottoposti ad uccidere gli umani, non io! Io ho tenuto sotto chiave questi due cialtroni!”
Olaf e Katy si guardarono attorno, ma non vi erano cialtroni.
“Bene, allora non ti dispiacerà se li prendo io e li riporto sulla Terra!” disse Igor.
“Col cavolo!” disse Loxombra. “Ormai le loro vite appartengono al mio pianeta! Sarà il re a decidere di quale morte devono morire!”
Igor ribatté furibondo “Non prima di essere passata sul mio cadavere, vacca!”
E cominciò lo scontro. Per prima cosa Igor decise di distruggere la sua avversaria con una serie di raggi laser in serie, ma Loxombra non si fece sorprendere e dimostrando un’agilità fuori dal comune, ma in compenso gli altri dischi volanti venivano distrutti.
“Forza, ragazzi! Non perdete tempo e saltate su!” incitò Igor, mentre teneva impegnato Loxombra. La sua tattica era semplice, eppure Olaf e Katy stavano guardando la fine dell’hangar.
Olaf afferrò Katy per l’avambraccio destro e la trascinò vero il disco volante, ma poi gli venne in mente che non sarebbero entrati manco morti là dentro, poiché Igor occupava tutto lo spazio; e non solo, anche il fetore che ci sarebbe stato lì dentro non avrebbe aiutato.
Fetore di… sudore, e anche di liofilizzato, e in un certo qual modo anche di lattice.
Ecco, tutto questo concentrato in un metro quadrato poco scarso.
Fortunatamente, i due vennero bloccati da Loxombra che sbarrò quindi la strada.
“Non andrete da nessuna parte! Prima dovete scontare la vostra pena e poi, FORSE, deciderò se dare i resti dei vostri corpi ai vostri familiari!”
“O mio Dio!” disse Lizzy, la madre di Katy, coprendosi il volto con le mani in preda alla lacrime. Stava per perdere la figlia, ma ella era sulla Luna, e quindi lungi dal poter essere protetta. Solo il fato, od Igor, avrebbero potuto fare qualcosa.
E stava di fatto che se il fato era in vacanza, Igor aveva in mano un’arma di distruzione di massa, usandola chiaramente male. Ciò era dovuto più che altro al fatto che Loxombra si scansava ad ogni raggio, e quindi non era facile prenderla in castagna. Infine accadde che il capo della spedizione aliena si avvicinò al trabiccolo e fece per tagliarlo in due, ma la spada si ruppe.
“Ahahahah! Tecnica Scudo invisibile! È finita, Loxombra!” disse Igor, caricando un raggio laser ancora più potente, in grado di arrostire chiunque.
Ma Loxombra non sembrava agitata. “Bene, allora vorrà dire che verrò da te ti toglierò da quell’abitacolo, in modo da invertire i ruoli!”
Salì sul disco volante, visto che furono inutili i tentativi del nemico di sbarrarle la strada e, prese le braccia, tirò su con tutta la forza.
Niente. Igor era come imprigionato.
Nel frattempo, Olaf senior tifava per i ragazzi “Ma che fate? Tramortitela, no? E poi presa un’astronave andatevene!”
Ma i due erano come incollati al pavimento, ad assistere Loxombra che stava cercando di togliere Igor dall’abitacolo, e quest’ultimo che o faceva stoica resistenza, oppure era davvero incastrato. Restava il fatto che Igor aveva anche smesso di bombardare il suo nemico, tanto era desideroso di lasciare quel buco che chiamavano abitacolo del Disco Volante.
“Ma come cavolo hai fatto ad entrare?” chiese Loxombra disperata.
“Non lo so” ammise Igor. Il fatto era che da una settimana a quella parte erano successe tante cose che si era dimenticato com’era riuscito ad entrare.
Intanto, Loxombra stava sudando come mai aveva fatto in vita sua, dato che nel suo pianeta era difficile sudare.
“Ragazzi! Aiutatemi, invece di stare lì impalati!”. Assurdo chiedere aiuto proprio a loro.
I due si guardarono.
“Cosa? E perché mai dovremmo? Igor ci serve proprio lì, pronto a disintegrarti!” disse Olaf, ma l’aliena digrignò i denti “Non vuoi capire, eh? Se mi aiuti magari ti lascio libero!”
Olaf sapeva che stava mentendo. E infatti: “Libero di scegliere che morte vuoi davanti al mio sovrano, perché quello che avete fatto è troppo male!”
“Ma come parli?” chiese Katy, che non sopportava chi parlava male.
“Grrrr… non vi posso più sopportare”. Lasciò la presa di Igor e si avvicinò a loro.
Voleva strangolarli, ma sapeva di doverli portare prima dal Sovrano. Sarebbe stato lui che avrebbe dato inizio al martirio.
Nel frattempo, Igor era pronto per un Calcio nel Didietro, nuova funzionalità scoperta da poco fra i tantissimi tasti del Disco volante che non c’erano, e quindi sottoposto alle onde cerebrali, piuttosto.
“Che stai facendo?” ecco che intervenne il Re.
Il potentissimo Re. In diretta dai teleschermi di tutta la base sulla Luna. Tanto potente da farmi dimenticare come l’ho chiamato.
“Chi sei?” chiese Igor. Il re ridacchiò.
“Naturale che non mi conosca” rispose. “Io sono il Potentissimo Re del pianeta Einderler, e ti prego di segnarti questo nome definitivamente nel cervello, se non vuoi grane!”
Dovrei farlo anch’io.
“Beh, non m’interessa. Stai parlando da oltre la schermata, non puoi farmi nulla” rispose Igor, con uno slancio di coraggio.
“Sì, questo è quello che pensate voi umani” disse Loxombra, ridacchiando.
Stava di fatto che il re si alzò e uscì dallo schermo come faceva una bambina in un famoso film giapponese poi riadattato ad americanata.
“Ma che cosa…?” il tizio tecnico della telecamera sbatté un pugno sul tavolo, espressione topica dell’animo che si stava respirando nell’Osservatorio astronomico.
Il re sembrava molto potente. Infatti lo era, avete visto in che trono sedeva?
In ogni caso, adesso che si ergeva in tutta la sua statura risultava ancora più terribile, tanto da poter spostare chiunque con un rutto. E con chiunque intendo esseri molto più voluminosi di lui.
“Ahahah! È la fine!” disse il re, sfoderando la sua spada.
“Ha ragione lui” concordò Loxombra, sollevata dal fatto che ancora una volta il Re dimostrava abilità fuori dal comune. Ancora non si era capito perché in un popolo di donne comandava un uomo, ma in realtà non aveva importanza alcuna.
Stava di fatto che il momento topico venne di lì a poco, e uscì dalla bocca di Katy. La stessa Katy che era stata zitta la maggior parte del tempo.
“Ma scusate, ma che abbiamo mai fatto di male? Io e il mio ragazzo ci amiamo! Perché dobbiamo essere perseguiti per legge da degli alieni maniaci?”
Sua Maestà e Loxombra si guardarono.
“Non mi dire che non lo sapete!” rispose il re stizzito, come se fosse ovvio.
“No!” Katy, Olaf, e la squadra che osservava dalla telecamera risposero secchi e all’unisono.
Il re si sconvolse, emise un lamento e si portò una mano sul petto, con ancora la spada sguainata.
“Hai sentito, Loxombra?” chiese. “hai sentito? Non lo SANNO!”
“In effetti, è da un po’ che fanno questa domanda” ammise lei, riflettendo con sé stessa.
Il re sgranò gli occhi. “E non hai spiegato loro niente dando per scontato che lo sapessero? Ma certo che sei proprio un’ameba rincitrullita!”
Loxombra si offese, ma disse “Avete ragione”
Il re così ripose la spada e raccontò astioso “Tutto è cominciato tre mesi fa. Dov’eravate tre mesi fa?”
Olaf e Katy non lo ricordavano. “Non lo so” ammise Olaf.
“Eravate a casa di Olaf! E sapete che cosa è successo?” proseguì il Re “È successo che Olaf si è connesso ad Internet!”
Olaf guardò il Re e scosse la testa. “Milioni di persone si connettono ad Internet…”
“Non ho finito!”. Ormai Sua Maestà era fuori di sé. “ Conosciamo benissimo la mania tipicamente terrestre di affidare dati alla rete, e noi alieni ne abbiamo preso ispirazione per motivi bellici contro di voi! Ma non è questo il punto: i nostri tecnici sopravvalutati lavorano giorno e notte per capire a che punto siete per la conquista dell’universo, e un giorno…”
S’interruppe. Evidentemente, rievocare quel ricordo era una sofferenza terribile.
“Un giorno… che?” chiese Olaf, rapito dal racconto. Ormai voleva andare fino in fondo alle sue malefatte.
Il re proseguì “Un giorno, abbiamo scoperto che la nostra Stella, la nostra fonte di vita, il nostro Sole, che noi chiamiamo Arkonan, era stata venduta!”
Olaf e Katy guardarono il re con tanto di occhi. Loxombra stava piangendo e poco ci mancava che non lo facesse anche il re.
“Venduta?” chiese Olaf.
Il re tornò a parlare, l’astio percepibile ad ogni nota “Hai presente quei siti dov’è possibile comprare una stella?”
Improvvisamente, Olaf ricordò e si mise una mano sulla bocca. Katy invece s’inginocchiò e contrita cominciò a borbottare scuse.
“Ora ricordo!” disse il ragazzo.
“Ora ricorda, il bastardo!” fece eco Loxombra, ma il re la calmò con un gesto del braccio. Voleva sentire la confessione da lui.
“Tre mesi fa era San Valentino, e per fare una cosa romantica ho voluto regalare una stella alla mia ragazza! Ma non sapevo che fosse la vostra! Chi avrebbe dovuto dirmelo?”
Olaf senior si mise una mano nei capelli. Era incredibile come suo figlio si perdesse in siti truffa e usasse la sua carta di credito per comprare minchiate. Ma era ancora più assurdo che degli alieni credessero davvero a quelle cavolate.
“Non m’interessa quanto romantico tu possa essere! Morirai! Non avresti dovuto osare chiamare la nostra stella Topolina coccolosa!”. Il re estrasse la spada e fece per ucciderlo, ma Katy disse “Non sono siti veri! La stella non è mai stata venduta a nessuno!”
Loxombra chiese “Dici davvero?”
“Ma certo!” interloquì Olaf. “Andiamo, credete davvero che abbiamo l’autorità di vendere le stelle?”
Non sapeva chi avesse fatto dire quelle parole a Katy, ma Olaf le diede corda. Olaf ci aveva creduto davvero quando la transazione con la carta di credito del padre era avvenuta.
Il Re e Loxombra si guardarono, un po’ con aria colpevole.
“Beh… scusateci.” Dissero in coro.
“SCUSATECIIIII?” dissero le persone che guardavano dall’Osservatorio. Igor stava ancora riprendendo tutto. persino Olaf e Katy sbiancarono. Dopo tutto quello che avevano passato, le scuse non erano lontanamente sufficienti.
“Dopo tutto quello che abbiamo passato, credo che serva più di una scusa” disse Katy.
Ecco.
“Beh… tanto per cominciare, ritirerò le truppe e cominceremo a collaborare con voi terrestri” disse Il Re, imbarazzatissimo ma voglioso di collaborare.
“Sì, ma non farà riportare in vita i morti” interloquì Igor.
Il re e Loxombra si sentirono male. Non erano cattivi, in fondo. Stava di fatto che per un colossale equivoco, la Terra era stata attaccata da degli alieni minacciosi e bellicosi e muscolosi.
Per questo vi consiglio di aprire solo i siti che conoscete.