Il sale e il sangue/54

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Ignari di ciò che accadeva dentro l’isola, la White Justice attese alcune ore, e poi si fece sera, che a sua volta venne sostituita dalla mattina. La goletta cominciò ad agitarsi.

“Questi non tornano” cominciò a sussurrare Patrick, rivolto a Nick. “Siamo sicuri che sia l’unica uscita?”

Nick scrollò le spalle. “Se ne sono convinti Eric e Frank Copperfield, chi sono io per contestarli? Però non penso che Norald e il suo timoniere staranno per sempre con le mani in mano… ricordi quando non si fidavano di noi?”

“Certo che lo ricordo” disse seccato Patrick. “Quel maledetto del timoniere mi ha anche dato un pizzicotto con una forchetta, l’altro giorno, a cena. Chi si crede di essere? Che poi, come si chiama in realtà?”

“Si chiama posso tranquillamente stuzzicare un fessacchiotto come te” rispose beffardo Nick, tornando a leggere un trattato di medicina che aveva trovato nella biblioteca del padre di Mary.

Patrick, così, sentendosi offeso andò a conversare con Sigfrido e Desdemona, nonostante avesse paura di loro. Si era convinto che potessero leggergli nel pensiero e non gli andava che trovassero ciò che gli era successo prima di partire e i pensieri che aveva fatto su Josephine, l’amante di Blackfield.

Li trovò a conversare con Ted, il quale stava suonando per loro un motivetto che non riconosceva.

“Sigfrido? Desdemona? Posso parlarvi un attimo?” chiese.

Sigfrido mise un dito sul naso, e sbottò irritato “Non vedi che stiamo cantando?”

“Sì, ma mi chiedevo se poteste vedere dentro l’isola, e capire che stanno facendo Blackfield e tutti gli altri” insisté Partick.

“Cos’è, vuoi vedere Josephine che si lava?” chiese provocatorio Sigfrido. Nick, sbiancò. “Sì, lo sappiamo. Desdemona ha letto il pensiero di tutti, qui dentro, per capire se potevamo fidarci davvero di voi, e troviamo Mary e il Cacciatore in particolare davvero dediti alla missione”

“Ma… quanti anni avete?” si chiese Patrick.

“Tredici, ne faremo quattordici il mese prossimo” rispose Desdemona. “Sembriamo più giovani, ma in realtà neanche noi sappiamo se vogliamo essere adulti oppure no”

Patrick, così, lasciò perdere e andò altrove, non prima di lanciare una frecciata a Ted. “Non è imparando a suonare che dai un contributo a questa ricerca”

Detto quello, andò a fare colazione. Lì trovò Eric, sovrappensiero nel suo tè.

“Si sono stabiliti lì, ne sono sicuro” provò a dirgli, cercando di farlo tornare sulla terra.

“O forse” rispose lentamente Eric “Non conosciamo la geografia di questo posto, non abbastanza perlomeno. Chi ci dice, infatti, che questo luogo sia l’unico da dove entrare o uscire?”

Si alzò e diede ordine di levare l’ancora, in modo da circumnavigare l’intero luogo.

Ci volle mezza giornata per completarlo e ad alcuni venne il mal di mare. Peraltro, il cielo stava coprendosi di nuvole.

“Penso che stiamo perdendo il nostro tempo” dichiarò Frank Copperfield, indicando un punto alla sua sinistra. “Guarda lì”

Eric prese il cannocchiale dalle mani dell’altro e lo vide: un’altra foce, probabilmente di un affluente, era lì pronta per essere navigata.

“Però è meno larga dell’altra” considerò Eric ad alta voce. “Non è possibile che la Black Sheep…”

Inspirò, perché gli si era gelato il sangue. Un’idea piombò brutale nel suo cervello. Battè il pugno sinistro sul parapetto della goletta, digrignando i denti e ignorando il sanguinare della nocca.

“Hanno cambiato nave”

Ammetterlo ad alta voce aveva tutt’altro sapore. Un fastidioso senso di amaro gli riempì la bocca.

“Non è possibile, Eric” rispose Frank. “E dove l’avrebbero trovata, in questo luogo incontaminato? Non abbiamo visto praticamente traccia di civiltà in tre quarti di giro!”

“Eric…” disse il Cacciatore. “hai fatto bene a chiamarmi col mio nome, perché questa storia sta mettendo in discussione la mia fama, infangandola e affogandola nei fallimenti più turpi. Mi ha fregato, dovevamo entrare con loro nel fiume”

“Invece hai seguito il mio suggerimento…” disse Frank, sentendosi un peso addosso.

“No, non è colpa tua. Avremmo dovuto indagare più a fondo, invece ci siamo fidati delle sensazioni. Molto bene. Qui non c’è più solo in gioco la taglia sulla testa di quel figlio di puttana, ma anche la mia dignità”

Alzò la voce in modo da farsi sentire dagli altri membri. “Dobbiamo assolutamente recuperare lo svantaggio! Perlustreremo questa zona, ingrandendo il nostro raggio d’azione gradualmente, senza perdere di vista questo posto, per le provviste!”

Eric prese questa decisione, che forse non avrebbe portato a nulla, ma aveva ancora Desdemona. Grazie ai suoi poteri, avrebbe potuto capire subito in quale nave si fosse imbarcato Blackfield, sperando che Snejder non si fosse dimenticato di vendere il suo stesso capitano.

“Desdemona” disse dunque, trovando la ragazzina ciarlare con Ted e Sigfrido. La gioventù era beata, senza problemi se non quello di cosa fare la prossima ora, ma adesso era anche tempo che il chitarrista tornasse ai suoi compiti.

“Fino a dove puoi giungere con la tua vista?” chiese.

“Oh, molto lontano” disse lei, un po’ delusa per la fine del divertimento.

“Allora, vieni con me. Torniamo in vedetta e mi aiuterai a scartare ogni singola nave che troveremo nelle nostre rotte, anche se non abbiamo la carta nautica della zona, anche se il mare ci sembrerà tutto blu”

In effetti, da sopra l’albero più alto, tutto sembrava confondersi, fra azzurro e blu, e le nuvole che ogni tanto coprivano il sole. Il caldo e l’umidità giocavano con l’odore di salsedine e il vento che capriccioso cambiava spesso direzione.

Da Asoly cominciarono a girare in maniera sempre più grande, allontanandosi gradualmente dall’isola. Patrick, notando quella pratica, stava lamentandosi con Nick.

“E se perdessimo una nave mentre noi siamo dal capo opposto della rotta?” chiese al medico.

“Trova tu una soluzione migliore” rispose lui, e Patrick si rese conto di dover dare il suo apporto. Sapeva che Blackfield comunicava con i suoi sottoposti lontani con un sistema di specchi, usufruendo del riflesso del sole. Se avesse capito come funzionasse quel metodo, avrebbe potuto lanciare un messaggio.

Così, presa quella decisione e non comunicandola a nessuno, si chiuse nella sua cabina prendendo molta carta e un calamaio e cominciò a fare molte prove. Dopo diverse ore, concluse semplicemente che si creava una specie di cerchio di luce sul muro, se la luce colpiva il vetro in un certo modo. La ricerca divenne snervante e i giorni passavano. Finalmente, dopo quello che sembrava un folle viaggio verso la disperazione, arrivò la bonaccia.

La totale assenza di vento, dopo una settimana di buona velocità, costrinse tutti a prendere di nuovo i remi e spingersi verso sud.

Non percorsero che poche miglia nautiche quando Desdemona, concentrata nel suo potere magico, urlò di avere visto qualcosa.

“Molto bene!” esclamò Eric, eccitato. “Riesci a vedere un uomo calvo?”

“No” disse lei. “Tuttavia posso dire che riusciremo a prenderlo stasera. A quanto pare Blackfield e gli altri non hanno preso i remi e non possono affrontare la bonaccia”

“Stupidi!” esclamò Eric, ridendo sia per il sollievo sia per quella notizia. “Arriveremo in fretta. Non pensavo che Blackfield fosse caduto in questa ingenuità”  

In quel modo, poté anche dare una festa musicale, anche per tenere il ritmo ai vogatori.

Nel frattempo, sul Saint Jimmy, Blackfield era seduto con le ginocchia al petto. Quegli stupidi dei cannibali non avevano costruito i remi, per di più loro avevano usato i remi della Black Sheep per tirare fuori dalla secca quel brigantino! Era pazzesco, ma a volte le cose più scontate non si verificavano!

“L’idea di rivolgerci verso sud per attaccare Inoquit e occuparla entro breve ha avuto un piccolo intoppo” disse Olaf, ormai il suo vice capitano. “Però a suo modo era geniale. Per fortuna abbiamo tutto il tempo del mondo per poter proseguire, nella migliore delle ipotesi il Cacciatore e i suoi sono ancora davanti ad Asoly ad aspettare chissà cosa” ridacchiò.

“E nella peggiore delle ipotesi?” chiese Blackfield, irritato sia dalla situazione assurda che dalle frasi inutili di Olaf.

“Stanno girando in tondo attorno all’isolotto in attesa di qualcosa”

Blackfield, per quanto fosse una cosa detta da Olaf e quindi trascurabile, doveva ammettere che l’inquietudine che aveva dentro di sé era infondata. Il Cacciatore stava cercando un vascello chiamato Black Sheep, non un brigantino chiamato Saint Jimmy. Il semplice fatto di essere sulle sue tracce era come minimo ridicolo, perché non aveva modo di sapere dello scambio a meno di non entrare nella foresta, e anche dopo esservi entrato non poteva sapere quale nave fosse quella che aveva sostituito il vascello. Per quel che poteva dedurre se fosse entrato in quell’insenatura, poteva anche arrivare a capire che si trattasse di un brigantino, ma non poteva sapere che forma potesse avere né che colore e neanche la rotta intrapresa.

“Allora spiegami perché mi sento inquieto” chiese a Olaf, ma non attese risposta, perché se ne andò sulla prua, per schiarirsi le idee.

Per poter costruire dei remi avrebbe dovuto togliere legname alla nave, rischiando di affondare. Poteva anche calare le scialuppe, ma mettersi su una barchetta in pieno oceano era poco meno di un suicidio.

Erano bloccati in tutti i sensi e a lui stava venendo una crisi di nervi. Salì sul bompresso, si tolse la camicia e gli stivali  e si tuffò, nessuno lo vide. Già al primo impatto, capì che l’acqua era tiepida, riscaldata dal sole.

Una bracciata dopo l’altra, come al solito aveva effetto benefico su di lui. Qualche minuto in solitaria, nuotando e lasciandosi cullare dalle onde, osservando il sole e i gabbiani. Infine risalì, e se aveva sperato in un’illuminazione era rimasto disatteso. Sbuffò, cercando di asciugarsi.

“Capitano! Capitano! Per fortuna siete tornato!” esclamò Pauline, terrorizzata.

“La vedetta ha scorto la goletta del Cacciatore e sta arrivando vogando!”

Blackfield sgranò gli occhi e pregò intensamente. Utilizzò tutta la fibra del suo corpo, come se stesse parlando davvero al Dio Bianco del vento e delle nuvole o al Dio Azzurro del mare. Se era il Prescelto, era anche il momento di dimostrarlo.

Finalmente, dopo quello che gli parve un secolo e con la paura di essere catturato che gli attanagliava le viscere, un rivolo di vento tornò a lambire le loro pelli. Steven inspirò la nuova aria come se stesse in quel momento riemergendo dalle acque.

“Va bene, facciamo indietro tutta in modo da avere il vento in poppa! Rotta su Dainals!”

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