Appuntamento numero 5 degli esercizi di scrittura creativa del blog di Frostales. Buona lettura!
Esercizio N° 5
Esercizio per il dialogo
“Sei un detective che, dopo un caso difficilissimo, è finalmente riuscito a trovare le prove per incriminare l’assassino. Devi però ottenere una confessione, fai quindi portare da te il sospettato per sottoporlo a un interrogatorio col quale conti di incastrarlo. Limitazione: il testo della storia deve essere solo dialogo.”
Anche questa è un po’ infame. Per essere chiari: niente descrizioni, niente “disse”, “chiese” e compagnia bella. Solo un continuo botta e risposta tra detective e assassino. Riuscirete a non creare confusione e rendere sempre chiaro chi sta parlando?
(Se scegliete di postare la storia su qualsiasi sito di scrittura, ricordate di taggare l’iniziativa “esercizi per l’estate” de “La Tana dell’Animale Asociale”)
Una confessione.
“Eccoti.”
“Eccomi. Ma stai prendendo un grosso granchio.”
“Lo dicono tutti i colpevoli.”
“Il fatto è che so quel che dico. Ho un alibi di ferro, confermato da tutti quelli che hai interrogato”
“Sì, devo ammettere che sei stato bravo. Ma vedi, quello che non abbiamo rivelato è che abbiamo scoperto che l’ora del decesso differisce dall’ora del ritrovamento del cadavere. Ci sono cinque ore di differenza.”
“Non importa, perché sai anche tu che non ho la macchina.”
“Certo, certo…”
“Perché ridi? È così.”
“Lo so. Ma anche tu stai cominciando a tremare. Vedi, anche se non c’è stato nessun segno di violazione del cadavere, sappiamo che la vittima, la povera Sarah, è morta dopo ave ringoiato cianuro”
“È il veleno delle donne”
“Che vecchio stereotipo!”
“Però funziona”
“Non sviare il discorso. Una volta morto il cadavere, il tuo complice lo ha messo dove lo potessimo trovare, ossia nel mare. Sulle prime il coroner ha detto ovviamente annegamento, ma…”
“Ma?”
“Oh, lo sai”
“No, che non lo so.”
“Lo so che tu lo sai.”
“Scava nel mio passato allora, se ci riesci!”
“Bene. Il coroner, come stavo dicendo, ha ipotizzato annegamento nella causa del decesso, ma in realtà la vittima è morta di cianuro. Abbiamo scoperto che il coroner era corrotto. Una ricevuta di pagamento arrivata da una certa banca che a sua volta ha ricevuto una grossa somma di denaro da parte di tre committenti diversi. Ma noi siamo riusciti ad arrivare alla sorgente, che fa capo al tuo conto corrente”
“Bah, non ne so niente.”
“Non ho finito. Il cianuro, invece, arriva da un particolare tipo di albicocche, di cui la vittima era ghiotta. E indovina un po’? Anche queste albicocche hanno fatto uno strano viaggio, perché sono state acquistate da un certo Abdul Benatia, ma che abita in Marocco. Questo presta volto ha ricevuto i soldi da Lin Xiaoyu, che dalla Cina si è visto arrivare un bonifico dall’Italia. Mario Rossi di Vercelli, dai… più prestanome di così. Ma alla fine arrivavano sempre a te, Jack K. Yller. Sei tu che le hai comprate, da New York, usando tre email diverse utilizzando lo stesso metodo con cui hai comprato il coroner”
“Cosa mi hai messo davanti?”
“Un etto di prosciutto. Non lo vedi? Sono le ricevute e gli scontrini, e tutte hanno una cosa in comune”
“Cosa?”
“Il tuo indirizzo, o meglio, è intestato al tuo vicino, ma sappiamo entrambi che è un vecchio con l’Alzheimer, quindi non dev’essere stato difficile imbrogliarlo, senza contare che la figlia canta come un usignolo, se la fai bere. Praticamente hai ucciso senza muoverti di casa. Infine, il tuo complice ha prelevato il cadavere e l’ha buttato in mare, in modo che potesse dirsi suicidio con la compiacenza del referto dell’autopsia. Anche il tuo complice ha cantato senza difficoltà, a ripensarci potevate mettere un bel complesso tutti assieme…”
“Bene.”
“Prova pure a discolparti, se ci riesci”
“… Comunque, doveva morire.”
“No che non doveva”
“E dai! Mi ha rovinato al vita! Hai presente quando dici di qualcuno che per te è morto? Be’, io l’ho preso alla lettera!”
“Be’, ne scriverai di lettere, in prigione. Portatelo via!”