Il portiere di notte

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La luna era piena. Aveva mangiato troppo la sera prima e si sa, chi ha mangiato tanto poi dopo soffre di stomaco. “Chiedo scusa, luna, ma tu lo stomaco ce l’hai?”
“No, mio caro Sirio. Adesso però torna alle tue cascate” ribatte la luna. In ogni caso, faceva luce. Faceva luce a un albergo. In questo albergo, fatto da hall, da Halls le caramelline alla menta (e non è lo sponsor) e da varie camere e stanze. C’era un portiere. Non c’era un cannoniere, perché un cannoniere un portiere è un’altra serie di cui non discorriamo. Il portiere di notte era semplicemente un tizio molto annoiato, su cui la polvere si posava molto volentieri.

I ragni facevano i loro migliori lavori e anche le cimici vi si posavano e si sa che oggi come oggi le cimici sono davvero una piaga quasi come trovare il quadrato di un binomio. Il suddetto portiere a un certo punto sentì un rumore, ma un rumore forte, la cui fonte era semplicemente acqua non potabile, o intendo dire, la fonte era un bidone della spazzatura. “Ciao, portiere” disse lui. “Sei matto?” rispose l’uomo,m scrostandosi dal pulviscolo che gli si era posato addosso. A un certo punto gli erano caduti fra i capelli anche micro-meteoriti e della sabbia sub-sahariana. “Sei matto? Col tuo rumore sveglierai tutti i clienti di questo albergo!” “Mah” disse il bidone “se per clienti intendi una serie di ghiri e bradipi e per albergo intendi un posto dove posare le proprie chiavi, allora hai torto, ricordati chi hai davanti”
“E chi avrei davanti?”
“Sono… sono… boh. Inventate un nome, ragazzi” il bidone non scherzava. Chiese ai depliant, al bancone, al soggiorno e anche al pavimento a scacchi bianchi e neri, ma alla fine il nome arrivò da un annuncio pubblicitario. “Sono differenziaman! L’unico bidone che fa la differenza con l’indifferenziata!”

Il portiere subì quel grido senza poterci fare nulla. “E… sai fare anche trenta meno ventotto?” “Certo che lo so, e fa…” fece una pausa. “Fa DUE!”
Un grosso rombo di tuono echeggiò nella notte altrimenti serena. “Scusate” disse la Luna. “Mi è scappato! Devo smetterla di unire cotechino e pasta al forno, nello stesso piatto!” Il bidone ribattè, visto che era la sua materia “Un momento! Hai messo tutto nell’umido, vero?”
“Umido? Qui l’inverno arriva anche a meno duecento gradi, dov’è l’umidità?”
“Eh, l’umidità ti ammazza, penetra nelle ossa” osservò il portiere. Il bidone ebbe un sussulto. “Non mi aspettavo” disse “che dopo il mio due ti saresti rialzato” “Beh, sai, in fondo era solo un due” rispose il portiere. “Poi con l’interrogazione si recupera” E aveva ragione. Il due si dissolse e andò a mettersi nel sacchetto del vetro. “Ecco, ricicliamo” affermò il portiere. “Un momento! Ma tu? Tu, maledetto bidone, vuoi forse conquistare il mondo?”
Il bidone disse “No, volevo solo sincerarmi che non avresti bidonato l’autore di questa storia, visto che ti eri addormentato” il portiere annuì. Era vero, all’inizio della storia dormiva e, dormendo, che storia avrei scritto altrimenti? Oppure potrete prenderla come favola della buonanotte.

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