Inchiostro

Volete ballare con me?

È notte, la notte dei valzer, la notte dei debuttanti.

Volteggi, seguendo un passo cadenzato, eco di un tempo mai completamente dimenticato. Il grande pavimento bianco è per te di cera, scivoloso ma non tanto, in modo che tu non possa cadere.

Oh, bella e immortale! Dammi un’altra sola notte, un altro solo momento, e alla luce di queste candele ti donerò parte della mi anima, ogni giorno, ogni battito sarà rivolto a te, regina della poesia e dell’arte della lettura.

E balli, balli come se non ci fosse un domani, perché sai, se non c’è sei tu che lo crei. Nella mia mente sai avvolgono scene, dialoghi, tante opportunità pensate apposta pere te.

Tu mi ascolti, e mi sorridi. Puoi avere la mia infranta luna di mezzanotte. Insieme balleremo ancora.

Scie nere. Altra musica. Altri volteggi. Vocali, consonanti. Sillabe, sintagmi. Periodi più o meno complicati. Costruzioni di frasi semplici e dirette.
Siamo io e te, e il mondo ci guarderà, e ci applaudirà, e non importa se poi dovrò sempre cambiarti.

Ti attenderò, e sceglierò ancora te, e balleremo ogni notte.

È febbrile il mio incedere, entusiasta il mio parlato. Lo sai, vero? te ne accorgi. Mi sorridi. Anche tu, ad ogni punto, ti fermi, e chiedi se sono pronto per un’altra giravolta.

Ti guardo. Guardo il pavimento bianco, pronto come una tastiera. Entrambi sappiamo che lo coloreremo. Sarà anche solo nero, ma ad un occhio attento capirà che ci sono altre sfumature. Verdi prati mossi da un’incolore brezza nelle calde mattine di primavera, rosso come il fuoco avido di un vulcano, blu come il mare impetuoso che si abbatte su scogli scuri.

Un ultimo passo, un’ultima supplica. Il foglio finisce, la musica è soddisfatta. La candela è ormai ridotta al lumicino.

Quanto inchiostro hai lasciato indietro, oh penna! Quanta passione mi hai riversato, e attenderò domani per un nuovo passo, un nuovo ballo, un nuovo amore.

Pubblicità