Chioma

Chissà se questa è una storia autobiografica eheheh

In realtà non ricordo più molto bene come sia successo: sta di fatto che, ad un corso, sono andato senza molte aspettative, finché non è arrivata lei. Sapete, una di quelle che mi colpiscono subito, di quelle che le vedi subito, perché si nascondono. Di quelle che le devi cercare col lumicino, perché risplendono. O perlomeno, sono stato investito da quel potere. Come al solito, come mai.

Ho cominciato a parlarle, proprio nella pausa sigaretta. Tanto, mi dico, non fa alcuna differenza. Mi sono detto di volerla conoscere.

“Si può sapere perché mi guardi sempre? Ti sto simpatica?”

Be’, non si può certo negare che una con la chioma rossa non sia interessante a prescindere.

Sono stato sempre pronto ad ascoltarla e a farle compagnia mentre andava a prendere la macchina, ma in realtà è come se ci fosse un muro fra noi. Non so neanche come contattarla, voglio dire, al di fuori di questo contesto.

“Un po’ sì” rispondo. “Un po’ mi incuriosisci, vorrei sapere quello che scrivi esattamente”

“Sicuramente capiterà”

La conversazione ha termine. Sicuramente capiterà, così hai detto. Ma, lo farà? Lo farà davvero?

Chissà chi sei. È come guardarti da una finestra: tu passi, arrivi sotto casa e poi ti allontani prendendo un’altra strada che non riesco a vedere.

E poi ne parlo con qualcuno.

“Senti, è assolutamente impossibile che ogni volta che accade non capisci più niente”

Ecco. Mi aspettavo di sentirla, ma non in questo contesto. Perché è stato talmente fugace che ha spiazzato anche me.

Tre weekend. Solo tre weekend, eppure…

Eppure mi è rimasto il ricordo di questa chioma rossa. Non so cosa abbia fatto dopo, quali avventure straordinarie abbia preso. Ciò che sarebbe potuto diventare? Non saprei, ma intanto sono contento che si avvenuta.

“È diventato un ranocchio” mi dice qualcuno.

Ah, sempre l’ultima battuta demenziale!

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