Emma e Tyler sono i protagonisti di questa nuova scommessa.Lei è all’ultimo anno di college a San Francisco, dove condivide l’attico con la sua migliore amica, Summer. Lui, ventisettenne, è socio di uno studio di tatuaggi, in cui concilia passione e lavoro. I due ragazzi saranno vittime dei sentimenti, di un meccanismo in cui è l’amore a scegliere te e non il contrario. Raggiunto l’apice della felicità, dopo aver messo a nudo loro stessi, spogliati dalle maschere che indossano per proteggersi da un’infanzia travagliata, Tyler proporrà a Emma di iniziare una convivenza. Due corpi sull’asfalto. Il buio. Un incidente cambierà le carte in tavola e tra tuffi nel passato, incomprensioni, accettazione, innumerevoli sensi di colpa, musica e speranza, i due protagonisti racconteranno ciò che davvero li ha uniti ma anche divisi. Basterà credere nell’amore per continuare a vivere?
Buonsalve! È con molto piacere che questo sabato lo dedico a Sarah Brandolini, una delle autrici che ho avuto la fortuna di conoscere nel Condominio Self, realtà di cui faccio ben parte in veste di… ascensore.
Il 15 febbraio è uscito Scommetti che non mi perderai, il secondo libro di Sarah, di cui abbiamo appena letto la sinossi, che ho appeso proprio all’inizio di questo articolo. Inoltre, vorrei scommettere con te, lettore, che non te lo lascerai sfuggire, soprattutto dopo la piacevole chiacchierata che abbiamo fatto!
1 Ciao, benvenuta in questo blog! Cominciamo subito. Parlaci un po’ della trama.
Ciao, Andrea! Grazie mille per l’opportunità di comparire con questa intervista sul tuo blog.
Confesso che sono emozionata, anche perché mi hai fatto delle domande belle mirate alle quali spero
di saper rispondere.
La trama di SCOMMETTI CHE NON MI PERDERAI? è sostanzialmente molto semplice: abbiamo due
protagonisti, totalmente opposti l’una all’altro caratterialmente, eppure molto simili perché nascondono
il loro essere dietro l’apparenza. Il libro inizia con un incidente, per cui, oltre ad arcobaleni e unicorni
che possono abbellire una storia d’amore, abbiamo comunque una situazione un po’ tragica che ci
accompagnerà fino alla fine del libro. C’è quindi speranza, tanto love, tenacia, voglia di vivere e
condividere un sentimento. Anche la musica sarà protagonista, come nel precedente romanzo.
Bisognerà poi vedere chi vincerà questa nuova scommessa.
2 Come nasce un personaggio come Emma?
Ammetto che per la signorina Stone mi sono ispirata in parte alla mia migliore amica per il suo fare
spigliato, schietto – che trascende nell’essere proprio stronza (ops… posso dire parolacce, sì? Sì, ndr) – , ma
caratterizzato da una sincerità non indifferente. È palesemente femmina, attenta alla moda, piena di
soldi, però di mio le ho dato una personalità mascolina. Di sicuro tra i due, nella coppia, è lei la
“bestia”. Per quanto riguarda il suo passato, invece, mi sono basata su quello che la psicologia poteva
offrire, andando di fantasia, ma cercando di creare un profilo coerente e soprattutto vero nel quale è
possibile immedesimarsi.
3 E Tyler? Che cosa mi sai dire di lui?
Tyler invece è l’opposto: romantico, galante. Sensibile. La “bella” nel corpo di un omaccione tutto
muscoli e tatuaggi. Tyler è davvero la parte maschile che c’è in me ed è stato bello scrivere dal suo
punto di vista perché ogni tanto bisogna anche mostrare il lato più delicato degli uomini. Nei romance,
spesso e volentieri, il macho se non è bad non lo vogliamo. Qui ho voluto, appunto, capovolgere i ruoli
ed è stato divertente. È molto presente anche nel primo romanzo, essendo il gemello del protagonista;
sempre considerato come quello stupido ed eccentrico. In parte lo è, ma gli ho dato modo di potersi
riscattare e mostrarsi per quello che è.
4 Emma condivide un attico con Summer. Che coinquiline sono?
Emma e Summer sono amiche dai tempi del liceo. Hanno da subito instaurato un legame speciale
dato che una è stata la forza dell’altra e viceversa. Hanno imparato ad accettarsi, ad amare. Ne hanno
passate davvero tante e, quando finalmente hanno coronato il sogno di vivere insieme per il college,
sono diventate inseparabili. Come in ogni rapporto hanno avuto screzi, sia di natura domestica (Emma
odia fare le pulizie e non sa cucinare), che a livello “sentimentale”. Per Emma è stato difficile
affrontare l’amore di Summer per Damian, ma nonostante ciò desidera vedere l’amica felice.
5 Tu sei più Emma o più Summer?
Sicuramente Summer, avendo limato Emma più o meno secondo l’immagine della mia migliore amica.
Ovvio che c’è una parte di me in ogni personaggio, ma posso dire che mi sento più affine a Summer, nonostante possa essere anche lei abbastanza stronza come Emma. Ha il mio stesso segno zodiacale, per cui è meglio non farla arrabbiare perché, in fondo, ha un bel caratterino.
6 È stato difficile scoprire San Francisco e le dinamiche che questa città porta?
San Francisco non è l’unico scenario. Abbiamo anche San Diego e Los Angeles, come detto prima.
Diciamo che è stato necessario studiare, più che altro capire i limiti di velocità, spostamenti aerei da
una città all’altra, clima in determinati mesi dell’anno, tradizioni. Ho fatto molti giretti su Google Maps
per descrivere al meglio scenari, locali (tutti i posti che cito sono reali). Posso dire che se dovessi
andare a fare un viaggio a San Francisco, non avrei bisogno della cartina! Non ho avuto difficoltà,
comunque. Oggi internet ci assiste, ma ci vuole molta pazienza e consiglio a chi volesse ambientare
un romanzo in un posto che non ha mai visitato di documentarsi bene prima di scrivere fesserie.
7 A un certo punto, un brutto incidente. Come è stato raccontarlo? Hai fatto ricerche particolari in
merito?
Ah. Partiamo dal fattore emotivo: non è stato affatto semplice scrivere in prima persona di un incidente
stradale. Ho cercato di vestire i panni dei protagonisti, specie durante il risveglio in ospedale perché,
per mia fortuna, non ho mai vissuto una situazione del genere. La passione per i medical drama e la
medicina in generale mi sono state d’aiuto. Ovvio: medicina in America, non italiana. Hanno un
sistema sanitario completamente diverso dal nostro. Ho fatto molte ricerche in merito e una in
particolare mi ha fatto cambiare una parte di trama (non posso dirlo se no è uno spoiler grande come
Giove!). Non credevo fosse possibile, eppure…
8 Tu parli di scommesse. Cosa scommetti proponendoci questo libro?
Innanzitutto la scommessa è con me stessa. Essendo un’autrice self fiera e convinta, posso dire che,
seppur con enormi sacrifici, impegno, competenze che ho acquisito con gli anni, in parte l’ho già vinta.
Poi è chiaro: mi piacerebbe scommettere sull’ottima riuscita di questa seconda pubblicazione,
conquistare nuovi lettori e far felici quelli che hanno apprezzato il primo romanzo con un epilogo che
chiude entrambe le trame. Io ci provo, ma spero sempre arrivi il contratto di un’enorme casa
cinematografica per volare a L.A., diventare miliardaria e invitare tutti voi nella mia villa a Hollywood
per una vacanza tutta californiana. (Sognare è gratis, no? Il mio è molto umile, come vedi).
9 Come nasce la copertina?
Per caso. Avevo in mente di lasciare Emma come figura principale (si capirà poi il perché leggendo il
libro) e sono riuscita a trovare l’immagine giusta che, come nuance, si collega anche al primo libro.
Questa volta sono andata a colpo sicuro perché avevo le idee chiare e sono stata fortunata nel trovare
il soggetto che avevo in mente al primo colpo. Qualche modifica qua, un po’ di photoshop là e il gioco
è stato fatto.
10 Il tuo è un romance. Come si colloca questo romanzo nel mercato enorme che questo genere ha?
Eh, come un pesce non in via d’estinzione in mezzo all’oceano Pacifico. Di romanzi rosa, e tutte le annesse sottocategorie, ne escono a bizzeffe ogni mese. Nel self è molto più difficile svettare in classifica, a meno che non si scelga di proporre trame banali o ricche di clichè. Anche il mio in parte ne ha, la vita è tutta un clichè se ci pensiamo, ma cerco sempre di fare un bel mix di emozioni, sentimenti, drammaticità, perché la vita è soprattutto anche questo. A tutti piace sognare (ho appena detto che spero di diventare ricca e volare a Los Angeles), ma come autrice resterò sempre del parere di non volermi abbassare a compromessi solo per vendere. Non scrivo per questo, ma per dare gioia, anche nel dolore, a chi ha bisogno di trovare quell’amor proprio utile per poter amare il prossimo.
Ovvio, non sono Gandhi, ma cerco di dare al lettore quello che cerco io come lettrice. Classifica o no, poco importa.
11 Questo è comunque il secondo libro! Ahimè, nel primo non c’ero. Ti va di aggiornarmi e quali sono
le differenze tra il tuo esordio e questo libro attuale?
Quanto tempo abbiamo? Dai, scherzo! Avrai capito che sono molto ironica. Per il primo, non stare a
preoccuparti. Mi avrebbe fatto piacere ricevere la tua intervista, ma puoi sempre recuperarlo quando
vuoi. Dico sempre che sono libri, non buste di latte; non vanno a male! La differenza sostanziale tra la
prima e la seconda pubblicazione è la mia autostima. Con il primo romanzo, che è nato nel 2014 ed è
cambiato e ricambiato nel corso degli anni, sia per insicurezza che principalmente per ignoranza
(usavo i simboli di maggiore e minore come caporali, ma credo ci siano passati tutti), ero molto
insoddisfatta di quello che avevo scritto. Forse perché in realtà c’era qualcosa che non era stata
espressa nel migliore dei modi. Avevo messo troppa carne al fuoco e, se non avessi seguito i consigli
di un editor che mi ha aiutata con la scheda di valutazione, probabilmente avrei pubblicato un
mappazzone. Da quell’esperienza ne ho tratto un gran insegnamento. Sai che mi piacerebbe
diventare editor e, nonostante un autore non può essere l’editor di sé stesso, devo dire che in fase di
revisione sono il peggior giudice che un romanzo possa avere. Sono molto autocritica e desidero che i
miei libri si avvicinino alla perfezione. Impossibile, lo so, infatti con la prima pubblicazione ho
sbagliato, dato che a furia di limarlo si è persa quell’immediatezza che l’avrebbe reso più vero. Con
SCOMMETTI CHE NON MI PERDERAI? sono stata molto più sicura di me, in tre mesi l’ho scritto e,
anche se a fine bozza non ne ero affatto convinta, perché non l’avevo mai riletto, quando è stato il
momento di riprenderlo in mano mi sono complimentata con me stessa. Oltre all’autostima, però, sono
cambiati anche i miei sentimenti. Mi sono resa conto di aver scritto la storia d’amore che sognavo e
ora la sto vivendo.
12 E allora te lo devo proprio chiedere: secondo te, basta credere nell’amore per sopravvivere?
Oddio. Bisogna credere in un sacco di cose, più che per sopravvivere, per vivere. Nel caso di uno dei
protagonisti che stanno in bilico tra la vita e la morte il concetto di sopravvivenza ci sta. Resto
un’inguaribile romantica. Come detto poco fa, l’amore deve essere prima verso sé stessi, da lì sarà
tutta una scalata di cuoricini e arcobaleni da condividere con famiglia, partner, amici, figli, cani e gatti.
I sentimenti sono alla base della vita, per fortuna, ma anche purtroppo. Basta non smettere di credere
in ciò che si è e in quello che si è in grado di donare.
Come direbbe Tyler: «Vado a conquistare prima Emma, poi il mondo».
13 Va bene, è stata una bella chiacchierata! Ti ringrazio tanto per essere passata qui da me!
Assolutamente da ripetere! Grazie mille a te per l’opportunità e sì, è stata davvero una bella
chiacchierata.
Vado ad asciugarmi il sudore!