Le avventure delle nuvole/10

white clouds
Photo by Ruvim on Pexels.com

 

L’Altocumulo che volle diventare un frigorifero
Da quando Gianalberto era diventato un Altocumulo, per Georgino erano cominciati i guai, Infatti, i maglioni infeltriti che gli aveva dato il nonno Barone Rosso non gli entravano affatto e inoltre prudevano in una maniera inverosimile.
“Prudono in una maniera inverosimile!” stava esclamando, a nessuno in particolare. Era una giornata che preannunciava pioggia, infatti alcuni Altocumuli erano messi sullo sfondo per osservarlo, ma anche per ascoltare quelle paturnie.
“Tu, Jack, hai mai indossato dei maglioni di quel tipo?” chiese un Altocumulo a Jack. Quest’ultimo disse “No, perché anche se volessi l’indumento cadrebbe sul suolo, visto che sulle nuvole nessuno ha mai camminato. È per questo che voglio diventare un frigorifero”
Quella dichiarazione sconvolse tutti.
“Quando dici diventare… intendi che lo vuoi prendere dal suolo e piazzarlo sulla tua schiena in modo da prenderlo tutti?”
“No, per diventare intendo proprio trasformarmi in un frigorifero” disse Jack. “Andrò dalla Maga Frangiberta e vediamo che cosa mi dice”
Gli altri Altocumuli sussurrarono perplessi e anche con un po’ di apprensione. Fra loro giunse anche Gianalberto, da poco diventato di quella categoria.
“Ha detto che fa dalla maga Frangiberta, io sapevo che non c’era da fidarsi”
Gianalberto pensò e ripensò a che tipo fosse quella megera e perché vivesse sopra le nuvole, così, corroso dalla curiosità ma anche da un po’ di correnti d’aria fredda, decise di pedinare il povero Jack, facendo bene attenzione a non scontrarsi con lui altrimenti sarebbe iniziato un temporale.
Jack arrivò quasi subito dalla Maga, anche perché lei stessa era facilmente individuabile. Era una donna a forma di nuvola, la quale sembrava reggere un’altra nuvola come se fosse una bilancia. La donna esordì con voce gracchiante: “Chi osa disturbare il mio sonno?”
“Una corrente ascensionale” disse Jack, con una sicurezza sorprendente. Gianalberto provò a dire la medesima frase sottovoce, ma non gli riuscì così bene come accadde al compagno.
“Oh, ma allora deve essere una cosa importante! E dimmi, quanto fa sette per otto?” chiese la maga. Gianalberto si chiese anche lui quanto facesse sette per otto, e sì che le tabelline non si chiedevano più molto spesso fra nuvole.
“È impossibile” dichiarò Jack. “Non si possono avere sette per otto. Ne rimane sempre uno in più”
“Corretto” disse la maga. “Adesso ti darò il frigorifero che hai richiesto”
Gianalberto non credé che fosse così semplice, eppure un frigorifero comparve in mezzo allora. Si apriva e si chiudeva, come facevano i frigoriferi.
Jack entrò dentro l’apparecchio e cominciò a sbuffare aria fredda. Servì un certo numero di gelati, senza darne nessuno però a Gianalberto.
“Non ho ricevuto gelato alcuno” disse quest’ultimo. “Che succede? Mi era stato promesso!”
La strega ridacchiò. “Hai dimenticato di chiedermelo, nuvola! Mi sa che dovrai metterti a piangere, piovendo!”
Jack rispose a quello che divenne un ordine, e piovve anche in maniera copiosa. Georgino, di conseguenza, divenne un copione.
“Io lo sapevo!” esclamò stufo di quella situazione. “Lo sapevo che, per colpa di un aereo che neanche sa come si chiama, avendo anche dimenticato di chiedere un gelato, poi devo essere io a pagarne le conseguenze! Ma un giorno mi vendicherò! Farò impiantare un turbine qui sotto le ascelle , e…”
“Calma, ragazzo” disse un tuono. Aveva una voce tonante. “Sotto le ascelle possono stare solo filoncini di pane”
Georgino ebbe paura e non desiderò più nulla, almeno fino alla fine del viaggio.

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