10 … se chiudessi gli occhi solo il martedì
Era martedì. Giacomino l’asparago carino aveva smesso di parlare con tutti gli altri ortaggi, ma non ne soffrì particolarmente, anche perché era abbastanza sicuro che non ci sarebbe stata nessuna invasione aliena. Proprio quel giorno, inoltre, aveva un gran sonno: aveva fatto tardi il luned’m sera, ché quel giorno in particolare era il riposo settimanale per gli asparagi, così chiuse un attimo gli occhi. Né i peperoni, né i pomodori, e nemmeno le melanzane fecero caso a quel cambiamento del loro nemico.
Il riposo, tuttavia, durò poco: delle distruzioni sconvolsero tutto l’orto, e anche il circondario, ma anche la nazione dove si trovavano.
“Che succede? Cosa sono questi terremoti?”chiese allarmato il pomodoro datterino.
“Dicesi terremoto quel moto della terra causato da uno spostamento della crosta” disse saputello l’asparago.
“Non mi pare. C’è una patata enorme che stava sparando laser laggiù!” esclamò pieno di terrore il peperone.
“Oh, allora niente risotto stasera? Certo, le pensi tutte tu pur di non uscire con me!” sbraitò la melanzana, offesa nell’intimo. Che ci fosse del tenero?
“Adesso la pagherete tutti per non aver sollevato le bolle al momento opportuno!” esclamò il tubero gigante, producendosi in una sonora risata, poi proseguì con lo sparare.
“Potrebbe anche darsi un lanciagranate! Come faremo a fermarlo?”chiese la rapa.
“Solo che non lancia granate, ma laser di fuoco!” la corresse il datterino.
“Sono arrabbiata solo con l’asparago” rivelò la patata. “Come mai dorme? Svegliatelo, in modo che possa avere la mia vendetta sulle bolle di cui sopra”
“Come mai le bolle e non il prezzemolo sulle robe stese ad asciugare?”
La domanda della rapa era piuttosto legittima, solo che l’Egitto era abbastanza distante da quel fazzoletto di terra.
“Quelli sono i pentagrammi, amico” la corresse la melanzana.
“Ah”
“Cipolle! Aiutateci: fate piangere questo scienziato!”
In effetti non se lo fecero ripetere due volte, si alzarono e circondarono Giacomino con il loro zolfo, causandogli un sacco di pianti.
La patata reagì rivedendo quei begli occhi, abbracciò l’asparago e tornò normale.
“Anche se sono figlia di una patata e un alieno, non ho mai dimenticato quel paio di bulbi oculari””Che brutto modo di chiamarli” commentò il datterino, mentre preparava il caffè.