Le avventure delle nuvole/20

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Le nuvole e l’Accidia

Sapete cosa fa di un Cirro… un Cirro?
L’accidia.
Karen la nuvola crea il vento? Va bene, direbbero loro, tutti dobbiamo campare.
Gli aerei lievitano neanche fossero lievito? Va bene, tanto i Cirri non pagano le tasse.
Cernobbio ha fatto fuoco e sangue per vendicarsi di Karen per un motivo del tutto da chiarire? I Cirri, fissi immobili nel punto più alto raggiungibile per una nuvola, erano beati.
Ciro e tutti gli altri suoi compagni erano abbastanza sicuri che non sarebbe mai successo niente di così sconvolgente. In ogni caso, l’episodio di Betta la nuvoletta era considerato solamente l’eccezione che confermava la regola, e tutto tornò presto alla normalità, ovvero l’apatia più totale.
Niente smuoveva i grandi nuvoloni alti, che comandavano senza davvero mettere una regola che fosse una. Le altre nuvole erano felici di quella politica.
Tutte, tranne una.
Sorbotto era un Altostrato. Gli Altostrati, per natura, erano nuvole che passavano da destra a sinistra, o viceversa. Tuttavia, una cosa che non sapevano fare era farsi gli affari propri. O forse si trattava solo di Sorbotto, perché comunque c’era la sua faccia nella definizione di Altostrato.
Era dunque un vip. Tutti lo amavano, ma lui era infastidito dalla condotta di qualcuno.
“I Cirri, no? Ne abbiamo parlato prima”
Ah, già, certo.
“Non parlavo con voi, ma con un altro Altostrato” si corresse Sorbotto, il quale prese poi a squadrare il collega.
“Non so di cosa tu stia parlando” disse l’interpellato. “Non ho mai sentito parlare dei Cirri, e non dovresti conoscerli neanche tu. Magari te li sei inventati, chi lo sa, eh? Chi lo sa? Il tempo ce lo dirà”
“No, in realtà sono proprio le nuvole più alte che esistano. Non hai sentito la scalata di Betta la Nuvoletta?” lo informò Sorbotto. “Adesso voglio fare la rivoluzione, in ogni caso.
“Un, che bello!” esclamò tutto felice un Cumulonembo, facendo pure partire un fulmine. Sorbotto si illuminò di immenso.
“Ma tu… sai sparare fulmini!” esclamò tutto contento.
“Sì, perché comunque…” cominciò a dire il Cumulonembo. Ma Sorbotto lo interruppe. “Presto, raduna tutti i tuoi simili e facciamo la rivoluzione!”
Il Cumulonembo non si mosse da dov’era.
“Ebbene?” incalzò Sorbotto, ma non aveva fatto caso a un’azione particolare. Infatti, improvvisamente, tutti gli altri Cumulonembi giunsero per unirsi a quello iniziale, scatenando fulmini e scariche elettriche ovunque. Successivamente, spuntarono quattro arti e una testa.
“Mi chiamo CumuloZord, e sono qui per distruggere” si presentò. Sorbotto non stava più nella pelle, o meglio, nei cristalli di ghiaccio.
“Vai, immantinente nei Cirri, e distruggili!” comandò quest’ultimo, e il robot nuvola gigante si spinse grazie ai fulmini verso l’altro, sempre più in alto, fino a esplodere in mille pezzettini.
Scintille pizza corono tutte le nuvole che stavano fisse nel cielo ad aspettare Georgino e l’aereo fu costretto a schivarle per non prendere la scossa lui.
“Come sarebbe, è esploso?” chiese Sorbotto, in preda alla follia. “Non avevamo preso tutte le contromisure necessarie?”
“L’unica contromisura necessaria, vecchio mio” rispose l’altro Altostrato “era di ricoprire CumuloZord di gomma. Ma così non avrebbe potuto fulminare proprio nulla, e saremmo rimasti sul punto di partenza, o di arrivo,m o di arrivo della partenza.”
E, nel frattempo, i Cirri stavano ancora là, a non fare alcunché in piena accidia.

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