56 – Cura
“Ma la mia cura, potresti essere tu”
La canzone dei Sugarfree riempiva la stanza.
“Che cura hai?”
La penna chiese al temperino una domanda che sembrava fondamentale, ma l’interpellato non capì sulle prime a cosa si poteva riferire. Alle equazioni? Al morbillo? Alle cose serie, tipo il poker?
“Ho una cura. Guarda”
Il temperino tempera un pochino la matita e quella si consuma, ma, da consumata, torna a riposare.
“Non sta temperando” dice la penna. “Sei sicuro che funzioni?”
“Funzioni, funzioni”
“Non mi dare del tu”
Poi riuscì ad arrivare un disco volante e tutto esplose.