Le nuvole e l’Accidia
23 Le nuvole e l’Avidità
Il mare aveva molte qualità, certo, ma una cosa che poteva dire di non avere era lo charme delle nuvole. D’altro canto, anche loro invidiavano qualcuno.
Georgino, ad esempio.
Questa è la storia di Bassano, un Altocumulo che quel giorno se ne stava andando per i fatti suoi. A un certo punto gli venne in mente di creare delle fragole.
“Voglio creare delle fragole” annunciò. Poi si rese conto di essere in pieno cielo, che azzurro stava immobile.
“Fragole azzurre” disse Filomeno. Nessuno glielo aveva chiesto, ma Bassano ci era abituato, dato che gli veniva anche un po’ parente, un po’ partente e anche un po’ penitente.
Filomeno dunque, avendo già tutti questi aggettivi, fu contento di rispondere “Farò le fragole azzurre come il mare”
“Come il cielo” disse Bassano.
“No, come il mare. Questo non è il mare?” chiese Filomeno. Poi si guardò attorno e vide un sacco di Cirrocumuli spartirsi un bottino.
“Ma che fanno, là?”
Bassano strinse gli occhi qualora ne avesse e sei erse conto che qualcosa di losco doveva esserci dentro quello scrigno. “Dobbiamo andarci. Chiamiamo Karen?”
Filomeno conosceva Karen. Aveva fatto scalpore qualche settimana prima per aver inventato il Vento, ma lui aveva la sensazione che questo elemento esistesse già da prima, ma non lo disse mai a nessuno per non essere preso per pazzo.
“Come si chiama una nuvola, visto che n on possediamo cellulari?” chiese Bassano, ma l’altro aveva già la risposta. “Possediamone uno!”
Scese dunque fin giù sulla terra, cercò di prendere un sacco di cellulari in veste di tornado ma gli caddero tutti sparsi per il terreno ogni volta che li rubava.
“Maledizione a queste mani bucate!”
“Eh, risparmiare di questi tempi è fondamentale” disse Bassano. Arrivò da Karen utilizzando il vento.
“Scusa, senti” disse. “Sai mica dove posso trovare il vento?”
Karen si guardò a destra e a sinistra. “Zitto! Scemo! Non vedi che sono in pieno registro dei sospettati?”
Glielo porse. Era un tomo di almeno tremila pagine e il nome di Karen era scritto verso la pagina millenovecento, ma Bassano non lo lesse mai perché il tomo cadde.
“Allora dammi questo vento!”
“Sei venuto adesso, col vento!” lo corresse Karen. Bassano se ne rese conto e arrossì. Era il tramonto. Bassano scosse la testa, perdendo alcuni cristalli di ghiaccio, e andò dai Cirrostrati di cui sopra.
Lo scrigno, però, era diverso. Era sicuro fosse di legno, quello attuale invece era rosso e di plastica.
“Siete avidi qui, eh?” esordì, cercando l’effetto sorpresa ma non trovando in quanto non aveva con sé nessuna scatoletta gialla. Aveva dimenticato di aprire gli ovetti di cioccolato. Si maledisse.
“Avido come non mai!” esclamò un Cirrostrato. Era molto felice in effetti di rovistare dentro quello scrigno, tenuto a mezz’aria grazie anche a un tappeto volante.
“E va bene, allora vi mostrerò i miei raggi di nuvole!” esclamò Bassano, che si propose come vendicatore senza neanche averlo progettato.
“Il cielo è blu sopra le nuvole!” obiettò il Cirrostrato. Bassano lo guardò e si vide essere investito da Georgino.
“Ma… Georgino! Come osi sfondare una nuvola?” chiese, adirato ma ricomposto in pochi secondi.
“Devo passare, non è che posso perdere tempo. Ospito esseri umani io, non gioco a Monopoli”
“Anche perché non ci troviamo a Monopoli” disse Bassano.
“Direi proprio di no” disse Georgino. Andò dallo scrigno e vide il suo contenuto. Era dobloni di nuvole.
Seppe, in quel momento, che era giunto il momento di rubare ai ricchi per dare ai poveri.