Le nuvole e l’Accidia
24 Le nuvole e la Gola
Una grossa nuvola non può voler mangiare altre nuvole, o comunque questo era quel che stava pensando Georgino.
Georgino era un aereo. Non sapeva, lui, che cosa fare esattamente per contrastare le nuvole e il brutto tempo, ma perlopiù passava le giornate a solcare i cieli al di sopra delle stesse.
Stava di fatto che Georgino, a un certo punto, si rese conto di una cosa.
“Il cielo è azzurro”
Lo disse così, quasi senza rendersene conto, e le nuvole spalancarono, ognuna di loro, la propria bocca. Alcune di queste fece anche piovere.
Un Cumulonembo, arrabbiato per quel che aveva sentito, prese una decisione che covava da un sacco di tempo.
“Ho fame. Credo che mangerò”
Pensò a quel che aveva detto Georgino e decise allora di smentirlo in quel modo. Andò in cerca di nuvole.
Erano belle, soffici, dal vago sapore di zucchero filato. Sembravano veramente gustose e ogni tanto accettavano di essere morse. Ebbe un po’ di acquolina, che infatti diede origine a un breve diluvio.
“Ma ciao” esordì a un certo punto, rivolto a una nuvola che stava semplicemente giocando a briscola. “Ti va un pranzo solo io?”
La nuvoletta si voltò e non comprese subito. Intanto la sua avversaria aveva calato il carico e quindi la stava crudelmente battendo.
“Allora? Che ne dici? Guarda che ti mangio lo stesso” disse il Cumulonembo, poi aprì la bocca e si nutrì sia di lei che della sua avversaria, annullando la vittoria a briscola.
Una volta nutritosi, ebbe ancora fame. Altre nuvole bianche e succulente si stavano avvicinando spontaneamente.
“È quello che ha vinto a briscola! Meniamolo!”
Il Cumulonembo, divertito per quella strana reazione, azionò la sua tecnica segreta.
“Aspirapolvere!”
Comparve un aspirapolvere. “Che c’è?”
“Non ora Aspy, sto cercando di mangiare”
L’aspirapolvere se ne andò alquanto offeso, insultando la categoria dei perdigiorno e chi aveva la testa fra le nuvole.
Il Cumulonembo, facendo bene attenzione a non aggiungere altre parole, aspirò tutte le nuvole, per concludere il lauto pasto con un rutto enorme, che ebbe lo stesso suono di un tuono.
“Hai sentito che rombo?” chiese Georgino a un gabbiano. Quegli andò di corpo. Georgino pensò che quei pennuti fossero capaci di comunicare solo così, ma dopo qualche secondo arrivò un rombo.
“Eccomi! Vuoi una diagonale maggiore?”
Probabilmente vcoleva fare una diagonale davvero, ma il Cumulonembo lo trovò alquanto indigesto.
“Ma vattene via!”
Il rombo gli fece la linguaccia. “Niente altezza per te!”
Il Cumulonembo, che non sapeva cosa fosse un’altezza, mangiò lo stesso. Andò dal tizio e acquistò un pacco grande di batuffoli neve, per guardare un film. Dopo aver visto “Nuvole Spaziali”, andò anche dal fiorario, per mangiare i fiori di nuvole che vendeva. Infine tornò a casa, fece piovere un po’ e si sentì dissolvere.
I Cirri e i Cirrostrati risero di lui.
“Be’? Che avete da ridere?”
“Scusa”! disse Ciro il Cirro “è solo che la tua gola ti ha portato a sfaldato e adesso capiamo Georgino che tende a sfondare le nuvole che si accumulano”
“Ma è un Ariete! È chiaro che sfonda!”
Il Cumulonembo non sapeva che l’aereo Georgino invece era Scorpione.