Legami… o Legumi?
Mi ricordo le capre a pressione. C’era un pastore, si chiamava Nuova Zelanda. Decise di adottare alcune capre, che però, a intervalli irregolari, esplodevano, nel senso che da ben piantate che erano, scoppiavano come tappi di spumante.
Inizialmente aveva dei dubbi, poi andò a controllare dal rigattiere.
“Cos’hanno che non vanno questi animaletti che ho?”
Il rigattiere era tipo un uomo, che stava dietro un bancone, circondato da un sacco di risme di carte, alcune riempite, alcune no.
Sembrava un bancone e invece era un calesse. Ma non è il tema del giorno.
La campana veniva di notte. Il rigattiere lo sapeva. Prese una riga e tracciò una linea su un foglio da progettista.
“Dovresti andare in Lettonia, più precisamente a Riga” disse. Il pastore fece la linguaccia. Non andò in quel paesino europeo, restava comunque il grave problema di quelle caprette che al posto di salutare saltavano per aria neanche fossero tappi di champagne.
“Che faccio?” chiese disperato il pastore a un collega. Quell’altro tolse la maschera di gomma che indossava e rivelò la sua identità: era uno scaldasonno.
Prima che il nostro pastore potesse dire o fare qualcosa, atterrò una delle caprette che appunto stavano tanto penando la situazione.
“Salve” esordì. “Ho detto qualcosa che non va?”
“No, tutto quello che hai detto, va”
In effetti, quella capra aveva detto solamente un saluto, un “Ho fame” e “Che ore sono”, e, tra tutte queste lettere andavano avanti con assoluta indifferenza, nelle loro corse in bici.
“Oh, meno male!”
“Ma ciao” disse lo scaldasonno. “Mi dici la tua opinione sulle coltivazioni di arance in Australia?”
La capra fece “Beh”, ma che dire in effetti? Non rimaneva altro che saltare. Il pastore capì dunque che tutto ciò aveva anche senso ed è per quel motivo che, da quel giorno in poi, venne istituito il giorno nazionale dei salti.