“Raccontaci un’altra storia!”
Finalmente aveva trovato la sua dimensione. Raccontare storie ad alcuni bambini curiosi, che, giocando a pallone, quello andò a finire tra le gambe della donna e aveva preso a raccontare, mentre lo consegnava a uno dei ragazzi, di quella volta in cui finì con il paracadute dritta in uno stadio, in piena partita.
“È stato assurdo” disse. “Mi è anche arrivata una pallonata in faccia, forse stavano per fare il gol del secolo, ma anche l’autogol del secolo, chi lo sa, chi lo ha mai seguito il calcio? Io preferisco il baseball. È un vero e proprio enigma, non sai quali sono le regole e devi dedurlo tu a forza di guardare gare. Dopo quattordici anni a visionare tutte le partite del campionato, ho capito che forse si gioca su nove inning.”
“Wow”
Fu così che esordì e dopo più di un’ora Adalgisa era ancora lì a raccontare le sue storie. Quella situazione le ricordava di quando era uscita dalle visite mediche. Il sole le sbatté in faccia, poi prese una pagaia e la rivolse contro l’astro.
“Stella!” esclamò. “Te la vedrai con me!”
Non aveva la minima idea di come arrivare sul sole, così chiese indicazioni a un vecchio seduto in piazza.
“Arrivare sul sole?” rispose lui. “Tutto ciò mi ricorda di quando ero in guerra. Fui colpito da un cannone, o forse era solo una frasca nella giungla. Beh, vecchia mia, fu allora che incontrai Sole. Maggiore Sole a rapporto. Ruttò sonoramente e se ne andò”
Fece una pausa.
“Nessun altro ha mai ruttato così sonoramente come lui”
Adalgisa era sinceramente affascinata. Chissà com’era composto quel rumore sonoro. In ogni caso, proseguì col suo racconto.
“Quel vecchietto era talmente simpatico che decisi di lasciarlo in vita. Comprai delle viti e una chiave inglese, costruii un monopattino ma, vedendo che bloccava il traffico, lasciai perdere”
“Che storia affascinante!” gridarono i bambini. Successivamente, quegli stessi ragazzi divennero scrittori famosi, proprio basandosi sulle storie della ragazza.