Cogl.
Chissà cosa voleva dire quello strano alieno, che era venuto e poi tornato via. Il problema era che la spada al neon che le aveva donato non se ne andava più dalla mano, dunque doveva riuscire a fare tutto con l’altra mano. O con il braccio, o con l’altro braccio. Con la gamba, o con l’altra gamba.
Il primo giorno andò relativamente bene, aveva tutto sotto mano e vennero a trovarla diversi alieni. Il secondo giorno, però, la casa si ribellò e una teiera parlante si mise braccia e gambe e comandò al posto suo.
Il terzo giorno si stufò e volle tornare a casa, esattamente come quel giorno in cui era stata in vacanza alle Maldive ma aveva avuto una disputa con una razza. Nel centesimo millennio era difficile esistessero le razze, ma al tempo stesso era semplice andare in quella meta turistica. Fu sufficiente solo pensarci e andare.
Una volta giunta alle Maldive, quelle aveva deciso, di punto in bianco, di sparire, per cui era finita su una pagaia.
“Questo sarebbe lo stato delle Maldive?” chiese Adalgisa. Un uomo, in nero, annuì. “Forse parli la mia lingua?” e quello annuì.
“Tu stai cercando l’unico citofono, ma guarda quanto è grande il mare”
Ed era vero. L’oceano era enorme, andava dal viola al verde e i pesci che vi nuotavano giocavano a volley.
Adalgisa aveva fatto parte per tre giorni nella suqadra cittadina di pallavolo. Poi se n’era andata perché mancavano i palloni per allenarsi.
“Ebbene” sospirò quel pescatore, che parlava in un perfetto italiano. “Cosa intendi fare col tuo sogno? Penso proprio che tu debba tornare nel tuo tempo. Qui la misura della storia si è persa, sai”
“Ma come mai parli così perfettamente l’italiano?”
Lui sorrise e divenne una bandiera di quella particolare nazione. Si accese come se fosse neon e disse “Cogl”.