
42 Guida galattica per nuvole
“Niente panico”
Così iniziò a parlare Braburga, una Virga che faceva un tempo parte delle Nuvole, ma che poi aveva preso vita propria. Stava seduta su un trono fatto di zucchero filato, osservando compiaciuta tutta la comunità di nuvole, che invece la osservava alquanto dubbiosa.
“Braburga, qual è la risposta al cielo, al meteo e a tutto quanto?” chiese un Cumulonembo particolarmente coraggioso.
Braburga in fondo era una brava ragazza, quindi non rispose maleducatamente. Tuttavia non conosceva una risposta esatta, così decise di prendere tempo.
“Datemi cinque minuti. Cinque minuti, solo cinque, vedrai. E delle patatine ti innamorerai”
“Mamma, cosa sono le patatine?” chiese una piccola pecorella di nuvola alla madre, una grassa Altostrata.
“E che ne so io, forse gettoni di zucchero filato” rispose. La piccola batté le mani.
Nel frattempo che quei trecento secondi passavano, ovvero in maniera lenta neanche si stesse parlando dei minuti finali di una partita di calcio, il Cumulonembo di nome Cumy aspettava che Karen tornasse a essere una nuvola. L’attesa era spasmodica.
“I cinque minuti sono passati” disse qualcuno. Cumy si risvegliò da uno strano sogno. Era un cumulo di nebbia e spaventava la gente in mezzo ai sentieri. Poi un uomo aveva preso a dire che la nebbia si poteva tagliare col coltello e finì in mezzo al pane.
Doveva smetterla col cotechino per cena.
“Braburga! Facci sentire la tua opinione!” esclamò un Cirro, impaziente di sentire quella famosa risposta.
“E va bene!” esclamò la Virga. “La risposta a quella semplice domanda è… quarantuno!”
“No! Io penso che sia due atomi di idrogeno e una di ossigeno!” rispose un Altostrato, che aveva studiato.
“E allora se lo sai perché me l’hai chiesto?” ribatté offesa la Virga. “Per questo vi punirò a piovere ininterrottamente per settimane!”
“Sai che punizione, siamo in inverno” disse un Cumulo.
“Intendo la neve!”
La Virga ebbe fatto centro. Tutte le nuvole si toccarono il lato inferiore, come a voler proteggersi da quanto potesse fare male una nevicata.
“In effetti, le palline di neve sono dure” commentò un Cumulonembo.
“Maia quanto farla a strati” disse un Cirrostrato.
“Per non parlare della grandine” commentò Braburga, che deliziata da quelle reazioni, decise di menzionare anche quell’agente atmosferico. “L’unica cosa che vi potrà salvare è una forbice! Eh, trovatela nel cielo se ne siete capaci!”
Cumy si riscosse. Stava scorrendo annoiato le superfici mondiali in attesa di far piovere da qualche parte quando ebbe sentito quella minaccia. Sorrise.
“Niente paura, nuvole! Sto aspettando Karen!”
“E quanto tempo ci vuole perché arrivi?” gli fu chiesto.
Cumy a quello non sapeva rispondere. Gli toccava prendere tempo, o lo avrebbero linciato. OI peggio, sarebbe arrivata un’altra nuvola per coprire il cielo poi far piovere e, di conseguenza, tornare a essere Gocciolina.
Neanche a dirlo, nel cielo arrivò una nuova fatta a forma di cronometro.
“Quanto tempo ti serve?”
“Strato Cronometro! Che piacere!” esclamò tutto felice Cumy.
“Meno per me” commentò lo Strato.”Hai dimenticato l’asciugamano, tanto per dirne una”
Gli allungò un asciugamano fatto a fantasie di nuvole.
“E tanto per dirne un’altra?”
Ecco. Cumy aveva fatto la domanda decisiva.
“Quarantuno!” esclamò pronto lo Strato Cronometro. Poi un Cirrocumulo cominciò a adirarsi perché si era fermato proprio vicino al traguardo.
“Ma dai, non può essere quarantuno!” protestò.
“Silenzio, sei arrivato secondo perché i Cirri sono sempre primi” asserì il Cronometro più soffice del mondo.
I Cirri non poterono che essere d’accordo.