
46 Le nuvole e il codice Morse
“Rotta? Cosa si è rotta?”
Il dubbio perseguitava il povero Cumy, che ancora aspettava Karen e il suo lungo percorso da Gocciolina a nuvola.
“Che ti prende?” chiese uno Stratocumulo. Un po’ Strato, un po’ cumulo. Alla maionese.
“Ho sentito che a Georgino, l’aereo impiccione, si è rotta una gamba” disse Cumy. Era perfettamente consapevole che se lo era inventato, ma doveva pur dire qualcosa al collega nuvola, tanto quanto lui. Inoltre, si sa che le nuvole hanno sempre la testa fra le nuvole.
“Chiedo scusa, ma gli aerei non hanno affatto gambe”
Gli aerei non avevano gambe. Incredibile, si disse Cumy, aerano proprio come loro.
“Guarda un po’ laggiù”
Lo Stratocumulo credete di veder un aereo.
“Non è Georgino” disse. “Tuttavia lampeggia”
“Sì” disse Cumy il Cumulonembo. “Si chiama alfabeto Morse”
“Chi è stato morso?”
“No, stolto” rispose Cumy. “L’alfabeto Morse è composto da linee e puti, con cui puoi formare delle parole, se sei abbastanza bravo da distinguerle”
“Io non le distinguo” disse lo Stratocumulo. “Anzi, adesso faccio piovere”
Dopo qualche minuto in cui quello si produsse in qualche piovasco, Cumy riprese a parlare.”Se vuoi ti insegno”
“Cosa, a fare polvere o a fare piovere?” chiese lo Stratocumulo.
“Chi dice che le nuvole sono polvere?”
Cumy era perplesso. Non aveva mai visto nuvole di polvere. Scese la sera e improvvisamente molte lucine da terra annebbiarono la vista degli abitanti del cielo.
“Che succede?” chiese improvvisamente un Altostrato.
“Pare che le nuvole di polvere abbiano deciso di fare luce” prese a dire un Cirrostrato, ma Cumy non era del tutto pronto a crederle.
“Scusa eh, ma non è possibile che la sera stessa achee una cosa mi perplime, poi questa si verifica!”
“La tua esclamazione potrebbe anche essere vera” ribatté il Cirrostrato “ma quanto ne sai di un… tostapane volante?”
Seguì un momento di silenzio dove solo uno sbuffo di vento passò fra loro.
“Un… che?” chiese infine Cumy.
“Un tostapane volante” disse il Cirrostrato, con voce un po’ più alta. “Il Tostapane volante è sicuramente un nemico che non puoi sconfiggere, vero?”
“Chiedo scusa” chiese scusa Cumy “come mai stai aumentando il tono di voce?”
“Lo sto aumentando?”
Poteva sempre lo stesse aumentando, ma in quel periodo di tempo non si poteva essere sicuri di niente. In ogni caso, tutte le pecorelle di polvere stavano muovendosi in modo da rappresentare un messaggio in codice Morse.
“Qualcuno riesce a leggerlo?” chiese Cumy. Nessuna nuvola era ancora lì’a a fargli compagnia.
Arrivò un biglietto dal cielo. Cumy lo lesse. C’erano di punti e delle linee.
“Sì be’, ma se non mi dite quale lettera corrisponde non me ne faccio niente!” protestò. Sentì una risata e cadde un secondo foglio, sempre dal cielo.
“Oh, va bene” borbottò lui. “E questa sarebbe una F?”
Tanto faticò nel leggere le lettere che la magia finì.
“Quindi adesso non mi serve più imparare l’alfabeto Morse?” si chiese. Un cane lo morse.
“Ahia!”
“Buono, Fuffy! Fuffy è il mio barboncino non addestrato”
Gli Altostrati se ne inventavano sempre una per disturbare il prossimo.
“Viste le nuvole, il cane non poteva che essere un barboncino” sibilò infastidito il morsicato.
E Cumy, ancora, aspettava Karen.