
49 Le nuvole nei fantasy
Messer Cumulonembo cavalcava a spron battuto un destriero di nome Georgino, diretto come il vento versoi il castello dei Cirri.
Aveva un’importante informazione da dare e non avrebbe lasciato il maniero senza averla data.
Arrivò verso il castello in aria, circondato da Virghe che facevano da guardia. Queste ultime sprangarono l’ingresso.
“Alt! Identificarsi!” esclamarono, lasciando nell’aria un vago sentore di freddo.
Messer Cumulonembo disse “Mi chiamo Cumulonimbus, e sono qui per dare un’informazione al Re Cirrus VI Intortus”
“Chissà” disse una Virga. “Secondo me sei venuto a portare la pestilenza. Ti ricordo che sulle mura ci sono addestrati arcieri pronti a lanciare frecce contro di te”
Messer Cumulonimbus si inalberò. “È urgente! Sta per arrivare un Drago!”
Le Virghe si guardarono, anche gli arcieri sul muro, e scoppiarono in tremendi risa. Sembrò che il cielo volesse piovere. “Ma scusa, ancora credi nei Draghi? Ma insomma!”
Apparve un Drago.
“Ciao, sono un Drago” esordì quello. “Mi avete chiamato?”
“Togli quella maschera e identificati, messer Nuvola da straspazzo” dissero le Virghe. Messer Cumulonembo pensò che la situazione stesse diventando interessante, così ammutolì per vedere quel Drago che cosa avrebbe fatto.
In effetti la risposta non si fece attendere: inspirò e gettò le fiamme in mezzo a quel castello.
Le nuvole si infiammarono di conseguenza e si ebbe una specie di tramonto molto rosso come si potevano vedere in certi posti.
“Ma… io dovevo dire una cosa importantissima al Re di quel castello! Non hai rispetto per i doveri altrui?” protestò energicamente Messer Cumulonembo, il cavaliere innamorato della principessa Karen.
“No” rispose il Drago. “E adesso affrontami! Un cavaliere dee affrontare un Drago”
“E chi lo dice? Hai carbonizzato anche la principessa!”
“Sì però faccio piovere e credimi che una vescica del Drago, quando si riempie, poi non riesce a trattenersi e… meglio non proseguire, perché sai già come va a finire” disse il Drago.
“Oh, d’accordo! Ma non capisco perché affrontarci, è forse scritto in una pergamena?”
“Eccome” disse il Drago. “Ecco qui, la pergamena che dicevi: c’è scritto Stipluatus est el contracto inter Draaconis et cavalierbus”
“Cioè cavalieri che dovrebbero prendere il bus?”
“Ehi, allora sono libero!” esclamò Georgino il destriero.
“Cosa sono i bus? Questo è l’anno tal dei tali”
“Appunto” disse Messer Cumulonembo, sguainando la spada di nuvola. Provò un fendente contro la zampa di quel mastodontico coso, ma quello non sentì dolore alcuno.
“Non ho sentito dolore alcuno. Evidentemente questa spada non è stata forgiata dai Nani sotto le viscere del Vulcano X della terra incantata Y”
“No, non è stata forgiata proprio. È solo una nuvola” disse Messer Cumulonembo. “Di cristalli di ghiaccio, precisamente”
Il Drago esplose senza motivo.
“Maledetto!”
Una voce riempì il cielo. “Chi è?” chiese il destriero Georgino.
“Sono il Mago” disse. “Mago Altostrato, per la precisione. Hai nominato i Cristalli di Ghiaccio, che sono la parola maledetta!”
“E quindi? Ho fatto esplodere un drago!” ribatté Messer Cumulonembo. “Non mi sembra poi così male”
“Non hai capito nulla!”” esclamò il Mago Altostrato. “Aver detto quella parola lì ha fatto esplodere anche il Sole!”
In effetti, sia il messere che il mago che il destriero erano nello spazio aperto. Un ufo li scoprì e scappò via, terrorizzato da quello spettacolo.
“Abbiamo fatto scappare un ufo” fece notare messer Cumulonembo.
“Questa storia ha smesso di essere un Fantasy” commentò il Mago Nuvola. “In ogni caso, cosa avresti voluto dire al Re del castello?”
“Ah” disse Messer Cumulonembo. “Non lo rammento. Pensavo che fosse importante ma la vastità cosmica mi ha convinto che non c’è niente di importante in quello che facciamo e diciamo. L’importante è…”
“… fare piovere.” Concluse il Mago per lui.