Stava di fatto che, premendo i tasti giusti delle foglie, si poteva sempre comporre un numero, e le fu risposto con un discreto lasso di tempo.
“Pronto, pizzeria Qwiborz, dica”
La pizzeria Qwiborz era la più rinomata di tutto il sistema solare. Il cespuglio avrebbe tanto voluto visitarla, ma nessuno ce la portava mai. E dire che nello spazio c’erano stati anche i cani!
“Sì ecco, vorrei ordinare due pizze”
Poi le venne in mente che forse non voleva ordinare due pizze, ma andare a sentire quello che stavano dicendo la mora selvatica e il mago ex barbuto. Tuttavia, mentre formulava quel pensiero, le K si erano ormai riunite per formarne una enorme.
“Ora sì che siamo nei guai! Che parola abbiamo in italiano che inizia per K?”
Nessuno lo sapeva, ma la lettera rise divertita.
“Non mi fermerete! Nessuna magia può sconfiggermi!”
La lettera cominciò a dirigersi lontano, in un punto che nessuno conosceva. La mora rifletté intensamente e sbuffò. Com’era possibile sbuffare in quel modo?
Improvvisamente scese un’astronave aliena dal cielo.
Un portale. Del ghiaccio secco. “Children” di Robert Miles. Un polpo a nove tentacoli teneva due pizze.
“Due pizze a sorpresa per la frasca? Frasca?” chiese il polpo. Tutti, persino la K, era stupefatti, e divenne una cappa.
“Oh sì, grazie”
L’astronave ripartì ed effettivamente gli ingredienti erano a sorpresa, perché, appunto, il cespuglio aveva dimenticato di elencarli. Tutti riguardavano il sistema solare, c’era anche un pizzico di polvere astrofisica. Stava di fatto che la mozzarella non esisteva, e anche se molti ne lamentavano l’assenza, nessun pizzaiolo poteva essere biasimato.
“Andiamo alla ricerca della mozzarella spaziale?” propose la mora al cespuglio.
“Selvatico!” esclamò quello.
Nessuno ci andò, nonostante si diedero appuntamento per il giorno dopo alle sedici alla stazione spaziale. Forse non era abbastanza spaziale. O forse, semplicemente, mancava un mezzo di trasporto.
Le avventure di tutto 