Di sofficini a Trappeto.

“Chi ha tempo non aspetti tempo”
Avere tempo, per l’orologio, era una cosa abbastanza comune. Si diceva la parola “abbastanza” solo perché non c’erano aggettivi simili, o comunque, il soffitto non li conosceva.
“Conosci solo una parola, soffy?”
Ebbene, l’orologio l’aveva fatto. Il soffitto prese a tremare, svegliando il lampadario a otto braccia e spingendolo alla protesta.
“Ehi! Mi hai svegliato! Adesso sono costretto a rapire i branzini!” protestò il lampadario.
“Scusami, scusami tanto, ma l’orologio mi ha chiamato Soffy”
“E con questo?”
“Così verrei paragonato a un sofficino, ripieno di intonaco e tubi” osservò il tetto della casa. “Sarebbe molto digestivo, in tal caso” commentò l’orologio. “Comunque sia, stavo parlando del tempo, che è l’argomento di chi non sa che cosa dire”
“E allora fa’ silenzio” commentò il lampadario. “Non è ancora sera, quindi dormo di giorno. Ma vedrete, appena cala il sole, cosa sono capace di fare”
“Cosa sai fare a Capaci?” chiese Soffy il soffice soffitto sofficino.
“Capaci? Qui siamo a Carrapipi” disse il lampadario. “Appena cala il sole vedrete. Quanto manca?”
“Dovrò chiederlo alla lancetta delle ore” rispose lui. “Ebbene?”
“Ho sentito, ho sentito, lasciatemi prendere la mia Lancia e arrivo”
Fu allora che il lampadario e Soffy squadrarono atterrite lo strumento per misurare il tempo.
“Che c’è?”
“Hai fatto pubblicità occulta! Dovrai essere bannato per questo”
“Come si banna l’orologio?” si difese quest’ultimo. Improvvisamente, però, la lancetta dei secondi si bloccò, così come quella dei minuti. Il Sole trovò per caso un freno a mano nello spazio e qualsiasi cosa si stava muovendo in quel momento si bloccò.
“È come se qualcuno avesse cliccato stop” commentò Soffy. “Persino la pignata, che stava bollendo, ha smesso di bollire”
“Eh, d’altro canto pignata taliata un vugghi mai” citò quest’ultima. “E voi mi guardate”
“Perché non c’è altro da fare, il tempo si è fermato nel caso tu non l’abbia notato” disse il lampadario. “Ma allora come posso farvi vedere il mio potere speciale?”
“Qual era, se concesso?” chiese l’orologio.
“Somigliare a un tappeto”
“Beh” ribatté Soffy “Sai che i sofficini aperti hanno più probabilità del 42% di cadere sui tappeti rispetto a quelli chiusi?”
“Ma tu sei un soffitto” fece notare la pignata.
“Ah… già”
“Che c’è? Non dirmi che ti sei affezionato all’idea, dopo che hai fatto tutto lo schizzinoso”
“No, è che… ti ricordo che tu hai detto che somiglia un tappeto a Trappeto!”
“Non rigirare il sofficino!” esclamò l’orologio. “Lampadario, tu che li conosci, ma a Trappeto fanno la Trap?”
“No, vanno al mare coi tappeti, e io gli somiglio”
Sia l’orologio, sia il soffitto sia la pignata videro il lampadario a otto braccia con in mano un branzino.
“Decisamente, no” commentò infine quest’ultimo “ora se vuoi scusarmi vorrei tronare al mare”
“Di Trappeto?”
“Ma anche di Copacabana basta che mi lasci libero”
Come il tappeto lampadario lasciò libero il pesce il tempo tornò a scorrere inesorabile, come la canzone famosa di Raf.
“D’altra parte occorre mettere il freno a mano quando si tramonta” commentò il Sole. “E chi ha tempo non aspetti i tappeti”
E furono tutti d’accordo.

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