Volo

L’aereo Cerottino, tra le altre cose, aveva sempre avuto la convinzione di poter un giorno andare a bere i marciapiedi.
“Con la cannuccia, grazie” ammise un giorno, nel volo diretto tra una latitudine e l’altra.
“Non capisco perché tu voglia andare al bar del cemento” prese a commentare un Cumulonembo. “Voglio dire, ci sarà un motivo per cui ti chiamano Cerottino, o no?”
I passeggeri ebbero un inspiegabile sudore freddo lungo la schiena.
“No, niente del genere” rispose lui, sulla difensiva. “Il fatto è che mi piace applicare cerotti alle nuvole”
“Cosa intendi?” chiese il Cumulonembo, interessato. Ne arrivarono altri, com’era nella loro specie.
“Vedete” riprese Cerottino “il fatto è che ogni volta che il cielo si fa grigio voi sanguinate, e questo non è possibile, quindi porto sempre un kit di primo soccorso con me”
Seguitò una pausa.
“No, guarda che serve agli eventuali passeggeri, eh” fece notare una delle nuvole. Poi accadde.
“Ahia, mi hai fatto molto male, sai?” sbraitò senza preoccuparsi di farsi sentire dall’altro capo del mondo.
L’altro Cumulonembo fece la linguaccia. “Anche tu! E sta’ più attento dove metti il cotton fioc!”
“Che cotton fioc? Io non lo uso mai, casomai sarebbe la bambagia!” stava dicendo Cerottino, ma ormai i due presero a piangere pioggia.
“Ecco che state sanguinando di nuovo! ma come devo fare con voi? Mi ricordate quel libro in cui compare un’arca!”
“Ebbene, tu vuoi MEDICARE le nuvole? Dobbiamo fare una puntata di Aereo’s Anatomy?” chiese con sarcasmo un Cirro.
“Sì, vorrei, e vorrei farlo adesso, scusate…”
“Siamo fuori rotta!”
“Oh mio Dio! Armando, moriremo tutti!”
“Oh no, la rotta vera è sempre il vettore che risulta sommando la rotta del vento con la rotta bussola!” lo rassicurò il copilota, che invece si chiamava Arnoldo, che però non c’entrava nulla con un attore.
Cerottino applicò due cerotti ai Cumulonembi. “Ecco” disse “così non morite per poco sangue”
“Dissanguamento” lo corresse la nuvola.

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