Barbablù riscritto.

Elise non riusciva a dimenticare l’orribile immagine che il suo tremendo marito le aveva involontariamente donato.
“Dammi le chiavi” ordinò lui. Aveva già la mano aperta.
Elise, sentendo ancora il sangue sgocciolare, arricciò la labbra e abbassò lo sguardo.
“Sono basita” commentò. “Perché uccidi le tue mogli e le tieni sotto sale, in modo che non deperiscano?”
Barbablù strinse gli occhi. “Non capiresti”
“No, non capirei, ma tu dimmelo lo stesso”
“Non sono io a ucciderle” ammise, piegandosi verso il basso, come se si stesse scrollando da un grosso peso. “Ti ho detto di non entrare in quella stanza perché…”
Si interruppe. Elise deglutì, sentiva il fiato sospeso.
“Perché sto facendo dei lavori. Sono anni che sto cercando di costruire un’ala nuova, e deve essere una sorpresa, ma ormai le mie moglie sono tante e tali che è dioventata una sorta di cripta. Ma non voglio dimenticare nessuno dei loro volti, così li metto sotto sale”
La donna si dispiacque per aver dubitato di lui.
“Ma allora perché tieni quest’ala? Non è più semplice abbatterla?”
“Non ci avevo pensato”
Elise si mise una mano sulla faccia. “Farò chiamare i miei fratelli, che sono scalpellini, ma sanno anche distruggere”
“Mi pareva di aver capito che uno di loro è un lattaio”
“Sarà anche un lattaio ma ha costruito un sacco di muri!”
“I muri non si tengono certo nel sacco!”
Il dibattito andò avanti per ore, quando infine si concluse che i fratelli di Elise erano macellai, senza che loro lo sapessero.
Infine, il palazzo di Barbablù subì ancora dei restauri. La cripta venne abbattuta e al suo posto venne istituito un prato.
“In questo modo, nessuna più avrà la curiosità di entrare” concluse il signorotto. “Tuttavia, ho disposto i fiori in modo da creare un labirinto”
“Che genere di labirinto?” chiese curiosa Elisa.
“Lo chiamerò Prato Fiorito. Per ogni passo che compi al suo interno, dovrai fare attenzione a quanti fiori ci sono attorno a te, in modo da poter evitare di calpestarli. Nessuno mai riuscirà a risolverlo!”
Si produsse in una risata isterica. Elise strinse gli occhi, doveva risolverlo. Ma, tuttavia, rimase basita nel vedere tutte le volte che perdeva.
E ancora oggi nessuno ebbe mai risolto Prato Fiorito.

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