Mani sporche.

A Jack mancò improvvisamente il fiato.
Annabelle aveva chiuso gli occhi per sempre, non ci sarebbe stato nessun miracolo, in quel caso, non ci sarebbe più stato il suo sorriso e, per quello, il pianeta si era un po’ spento.
Guardò le sue mani.
Rosse. Forse non le avrebbe pulite mai più, in modo da avere qualcosa di suo addosso.
“Adesso non ridi più, vero?”
La voce di Gordon divenne ancora più odiosa alle sue orecchie.
“Cosa fai, adesso?”
Jack non sapeva bene cosa guardare, perché gli bruciavano tantissimo gli occhi. Eppure sapeva che Gordon si stava avvicinando, pistola laser alla mano, e sapeva anche che avrebbe potuto anche prevalere su di lui, se avesse avuto ancora l’armatura funzionante.
“Non c’entrava niente lei, brutto figlio di puttana!” sibilò iracondo. Anche volendo, non accettava di doversi rialzare e poggiare da qualche parte il corpo inerme della povera Annabelle, che aveva amato al punto da dare la vita per lui, lui stesso, lui che si era macchiato di così tanti crimini, e lei così innocente. Così innocente da credere che la sua rosa poteva avere effetti miracolosi su chissà cosa, e chissà come.
Gordon gli puntò la pistola laser sulla tempia sinistra. Jack continuava il suo pianto silenzioso.
“Sapevi sin dall’inizio che chi si mette contro gli Osservatori muore” ringhiò Gordon. Jack tornò a guardarsi le mani.
“E deve pagare anche la metropoli? Guardati attorno: tutto è stato distrutto” osservò l’uomo.
“Se non vi foste ribellati, tutto sarebbe continuato come sempre” alzò le spalle Gordon.
“Annabelle piantava solo rose, nella vita. Non voleva certo combattere” sussurrò Jack, accarezzando il volto ormai esanime di colei che aveva amato teneramente. “Ed eravamo quasi riusciti a sbugiardare il sistema”
“Già. Peccato che nessuno al mondo può osservare gli Osservatori” concluse Gordon per lui, e premette, infine, il grilletto.