Non avete idea di quanto mi annoiavo durante le estati al lido.
Andavamo tutti gli anni, e fino a circa 26 anni, dovevamo andare a timbrare questo cartellino. Stessa spiaggia, stesso posto, stessa cultura non proprio elevata.
E capitò un giorno in cui io, spaparanzato lungo la sedia a sdraio, tutti i vacanzieri si riversavano in pista per ballare la Vuelta.
Come al solito, si arriva al punto in cui lo si balla in inglese.
“With the arm, arm, with the other arm…”
Solo che, proprio in quel momento, arriva un’arma proprio in mezzo alla pista da ballo.
Sembrava un fucile. Mi alzai, lo presi e uscii fuori verso il mare.
“So che ci siete!” esclamai. Un disco volante scese placido proprio sulla sabbia.
Un gruppo di alieni verdi fosforescenti uscì fuori dal mezzo spaziale. Indossavano un pareo, tutti quanti.
Misero la Vuelta e cominciarono a ballare. Ben mi stava, mi dissi, perché pensavo che grazie a quel fucile a cannoni laser avrei potuto combattere l’apocalisse aliena. Invece, stavano solo ballando quel ballo di dubbio gusto.
Era anche pieno luglio, per cui non mi sentii di negare a nessuno quelle noiose vacanze. Però mi rimaneva quell’aggeggio in mare. Che cosa potevo fare, mentre gli extraterrestri ballavano un ballo di gruppo dopo l’altro?
Mi avvicinai al mare, magari c’era una medusa molto elettrica che provava a uscire dal mare.
In effetti, un tentacolo spuntò fuori, accompagnato da decine di altri. Poi, una testa.
Un enorme polpo gigante balzellò sul bagnasciuga, provando a ballare anche lui. Non potevo minacciarlo con quel fucile fotonico, non stava facendo niente di male! E anche stavolta avrei potuto assaggiare il leggendario polpo bollito degli zii.
Va bene, mi dissi, allora sicuramente ci sarebbe stato qualcuno disposto a darmi retta altrove, ma alcuni diedero vita ai giochi di fuoco per celebrare la fratellanza Terra- pianeta alieno che nessuno capì come si chiamava.