“Posta!”
Aprii la lettera.
Caro Puntatore,
dopo tutti questi anni ho capito una cosa. Non voglio più avere niente a che fare con te. Sai, voglio girare il mondo, andare a vedere le Pleiadi, fare altro insomma. Non so neanche se si dice ‘Girare’ o ‘Giraffare’ il mondo, vedi un po’ tu.
In ogni caso, non mi interessa che farai da ora in poi. Io mi metto indipendente.
Non tuo,
Mouse
Ci rimasi molto male. Diedi un’occhiata oltre il desktop ed in effetti il mouse portava sulla sua schiena uno stuzzicadenti, tipo bandiera, che raffigurava una lavatrice.
Accesa.
L’oblò si muoveva veloce all’interno del drappo.
“Visto? Creerò il mio paese dove tutti potranno vedere la mia fontana, il mio campanile, il mio museo, la casa dove ha dormito Garibaldi! Benvenuti a Fazzolandia!”
Siccome non seppi cosa rispondere, il numero 404 bussò alla mia porta.
“Non ora, caro mio, non ora. Ma tieniti in fresco”
“Ho capito ma dentro la ghiacciaia lo schermo blu della morte mi fa paura”
“E tu mettici dell’idromele accanto”
“D’accordo, lo farò”
Torno a guardare fuori dal desktop. Il Mouse sta strombazzando col clacson, davanti a una folla che non esiste. Che cosa intende fare?
Sta staccando il cavetto USB con cui si era legato. Adesso, con un fischio, chiama un deltaplano.
“È proprio un Delta” borbotto, pieno di rancore.
“Scusa?”
Ancora il 404.
“Cosa vuoi?”
“Ho messo dell’idromele blu allo schermo blu della morte ma lui ha detto che voleva degli idrocarburi, e quindi me lo ha lanciato addosso”
Ci dovetti riflettere su.
“Per idrocarburi intendi…”
“Sì, il cane a sei zampe”
Maledizione. Lo sapevo. Sarebbe arrivato dentro il computer, un giorno.
Nel frattempo il Mouse sta provando sport pericolosi come gli scacchi e le bocce. Senza di lui, non riesco a risolvere i problemi. Ok, le frecce della tastiera possono sostituirlo, ma…
Non è la stessa cosa.
“E lo credo bene” dice Tasty, la Tastiera. “Le frecce don’t sono the Mouse, oh yeah!”
Chiudo la finestra. Ci penserò domani.